Natalità. Le lotterie non servono a nulla, le politiche familiari sono un’altra cosa. Cgil Cisl Uil ribadiscono le proprie critiche alla dote per i giovani. “E’ una misura del tutto inefficace. Ne beneficeranno realmente forse 50 coppie all’anno, pari all’1,8% dei nuclei con un figlio appena nato”.

“Sostenere l’autonomia dei giovani e promuovere la natalità sono obiettivi pienamente condivisibili. Anzi oggi più che mai sono emergenze sociali vista la dilagante precarietà del lavoro che colpisce gli under 30 e l’inflazione galoppante che erode il potere d’acquisto di salari e stipendi. Ma i nodi non si risolvono con interventi spot o addirittura con una vera e propria lotteria che nulla ha a che vedere con le politiche per la famiglia. Perché la Dote finanziaria per l’indipendenza dei giovani questo è.
Fatti due conti si stima infatti in un massimo di 57 i nuclei che potranno beneficiare del nuovo sostegno provinciale (pari a 30mila euro in caso di nascita di due figli in cinque anni) quando la misura nel 2024 andrà a regime. Peccato però che, facendo due conti, ogni anno sono almeno 3.200 i bambini nati in famiglie composte da under 40. In pratica saranno una netta minoranza – circa 1,8% – le famiglie con figli appena nati a poter beneficiare di questo strumento. Si tratta di una probabilità più bassa di quella di azzeccare un numero alla roulette.
Per fare queste stime basta incrociare alcuni dati. Intanto la dotazione finanziaria della misura voluta dalla Giunta Fugatti, circa 1 milione di euro nel 2023 e 1,2 milioni dal 2024. Calcolando poi che ogni donna in Trentino mette al mondo in media 1,4 figli, significa che il contributo medio a nuova coppia non potrà superare i 21mila euro. Facendo due semplici divisioni si arriva a stimare – sicuramente per eccesso visto che in alcuni casi le coppie purtroppo si lasciano e che non tutte hanno un Icef inferiore a 0,40 – i numeri di cui sopra.
Se la Giunta volesse garantire risorse uguali per i nuclei familiari sotto i 40 anni che mettono al mondo un figlio facendo accedere tutti alla dote giovani, dovrebbe in realtà stanziare a regime ben 67 milioni di euro, molto di più delle risorse che ogni anno trasferisce ai nuclei con figli (circa 55 milioni di euro).
Lo ripetiamo: crediamo che l’indipendenza dei giovani e l’aumento della natalità siano delle vere e proprie emergenze. Servono quindi misure strutturali ed universali in particolare la cancellazione dei tirocini, il disincentivo ai contratti precari e una vera politica dei redditi.
Proprio nel corso degli Stati generali del lavoro abbiamo avanzato proposte specifiche su questi temi, per ridurre la precarietà ed alzare i salari dei giovani e per aiutare le famiglie nella loro ricerca di avere dei figli sostenendo l’occupazione femminile e ampliando i servizi di conciliazione. Poi bisognerebbe avere una vera politica abitativa, ampliando gli alloggi a canone sociale o moderato e agevolando l’acquisto della prima casa, visto il peso dei prezzi delle case sui bilanci familiari. Per questo siamo pronti ad aiutare la Giunta provinciale a definire misure efficaci in questa direzione. Ma bisogna partire da queste priorità. Invece la giunta sceglie la strada inversa
promuovendo lotterie che non hanno nulla a che vedere con le politiche per i giovani, per la natalità e per le famiglie”.

3 novembre 2022