26 aprile 2020 – Trentino, Corriere del Trentino

Nuova ordinanza. Per i sindacati è già troppo: «La Provincia non condivide le decisioni»

TRENTO. Nessun salto in avanti. Il governatore sceglie, anzi conferma, la politica dei piccoli passi (verrebbe da dire di quelli vicini alle proprie case) per la riconquista delle libertà personali dopo un mese e mezzo di quarantena. Maurizio Fugatti, teme come il governo Conte del resto, l’effetto “liberi tutti” ampliato dal ponte del Primo maggio, sottolineato in rosso sull’agenda assieme a Pasqua, pasquetta e al 25 aprile, date ormai in archivio. Questo per dire che il decreto firmato ieri da Fugatti concede qualche cosa ma senza strafare, anzi, cercando di superare senza troppi assembramenti gli ultimi ponti. E per ogni uscita sono di rigore guanti e mascherine. Sino al 4 maggio sarà così.
Per venire incontro ad esercenti messi in ginocchio dalla serrata la Provincia consente ora, anzi da mercoledì prossimo, la possibilità di fare asporto a ristoranti, pizzerie, gelatai e via dicendo: la novità è che non occorrerà affidarsi ai soli servizi di consegna, ai rider, ma chiunque potrà andare nel proprio locale di fiducia, previa prenotazione, a prendersi una margherita o una vaschetta di pistacchio.
L’ordinazione deve avvenire online oppure per telefono e nel locale può entrare solo un cliente alla volta indossando la mascherina. Resta da vedere come si potrà autocertificare la propria voglia di pizza, di certo non inserita nelle ragioni essenziali ma, insomma, servirà buon senso da parte di tutti. Di certo questa apertura ai consumi, seppure molto cauta, non entusiasma i sindacati: «La giunta provinciale persevera nell’anticipare le aperture delle attività economiche senza alcuna razionalità, in deroga rispetto alle normative nazionali, in assenza di alcuna condivisione e solo per ragioni di propaganda visto che i cittadini sono ancora vincolati nei movimenti. Mancano poi le linee guida per la gestione del rischio Covid-19 sui luoghi di lavoro del settore della ristorazione. Ma alla giunta questo non interessa. Fugatti quindi non smentisce se stesso: a parole si dice sempre disponibile al confronto, ma nei fatti non ha intenzione di condividere alcunché se non con le imprese» fanno sapere i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti.
A rigore del vero, visto che con l’asporto si parte mercoledì, va detto che ieri Fugatti ha promesso che sul tema sono in arrivo proprio quelle norme che qui si invocano. Un tema in più è quello di chi lavora nei cantieri all’aperto: l’operaio che va a ritirarsi il pasto lo potrà poi consumare sul posto di lavoro. Ed è questa l’unica eccezione per un pasto d’asporto consumato al di fuori delle case, unica eventualità consentita ai cittadini da metà settimana.
Il decreto prevede che la passeggiata con i bimbi da domani possa essere fatta non da un genitore da solo ma da mamma e papà assieme. Prevista anche la possibilità di recarsi al lavoro in bicicletta sulle ciclabili (ma di questo parliamo a parte) e di andare a coltivare un orto di proprietà anche al di fuori del proprio comune di residenza.
Altra novità è che da domani i vivai saranno aperti anche ai cittadini, ma solo sul proprio territorio comunale e in caso non ci sia una vendita di prodotti florovivaistici nel proprio Comune, in quello limitrofo. Anche qui per tutti , sia venditori che acquirenti, sarà necessaria la classica bardatura anti virus. Come detto all’inizio da domani è previsto che entrambi i genitori possano accompagnare i figli minorenni durante le uscite nei pressi della propria casa ed un accompagnatore potrà uscire con una persona diversamente abile anche se quest’ultima è maggiorenne. Basta? No la spesa potrà essere fatta anche fuori del proprio Comune, se si trova sul tragitto casa-lavoro. Insomma se una persona lavora a Mezzolombardo potrà fermarsi a comprare da mangiare anche a San Michele.
Fugatti ha fatto anche un parallelismo tra la ripartenza che ci attende dopo il lungo e doloroso stop imposto dal coronavirus e quella del 25 aprile. Il governatore ne ha parlato con toni molto diversi da quelli affidati ai social da colleghi di partito e di coalizione. Non solo istituzionali: «Noi il 25 aprile lo festeggiamo, magari in solitudine, senza manifestazioni ma lo facciamo riflettendo su quello che è stato e come è nato. Pensando che la voglia di rimetterci in moto che c’è in questi giorni è come quella che ci fu nel dopoguerra. In quegli anni fu Degasperi a volere il 25 aprile ed ecco il perché questa festa ha davvero molto di trentino».

Scarica il pdf: ordinanza ART 260420 3