20 settembre 2016 – Corriere del Trentino

Nuovi poveri, in difficoltà il 13,6% dei trentini

Un’Italia ancora alle prese con la crisi, che non è riuscita a ritornare ai livelli di benessere antecedenti al 2008: la fotografia è tracciata da una ricerca Eurostat riguardante il decennio 2004-2014. Nella classifica dei territori più sfortunati il Trentino si colloca nelle ultime postazioni (ultimo l’Alto Adige), ma le cifre comunque evidenziano un incremento delle persone in difficoltà […]

In Trentino la ricerca evidenzia un picco delle sofferenze tra il 2011 e il 2013 e una situazione al 2014 mai rientrata a quella del 2004. Per il primo indicatore il tasso è passato dall’11,4% a 13,6%, dato che colloca Trento nella penultima posizione della classifica delle realtà meno agiate subito prima di Bolzano (la media italiana nel 2014 è del 28,3%, il dato altoatesino del 9,7%). Il secondo parametro vede il 10% della popolazione trentina a rischio povertà contro il 9,3% del 2004.

In questo caso il Trentino è al quint’ultimo posto, seguita dai più virtuosi Friuli, Lombardia, Val d’Aosta e Alto Adige (5,4%). Se nel 2004 in Trentino (con il 2,9% di persone a bassa intensità lavorativa) si lavorava di più che nel resto d’Italia (12,2%), che nel Nordest (6,8%) e che in Alto Adige (7,4%), nel 2014 la situazione si è invertita con Trento al 17esimo posto (6,8%) nella classifica dei territori in difficoltà e Bolzano all’ultimo. Infine un’eccezione nel rapporto con l’Alto Adige: nel 2004 la deprivazione materiale in provincia riguardava lo 0,5% degli abitanti (inferiore al 7% di media nazionale e al 3,2% di Bolzano) e più bassa a quella degli altoatesini è rimasta anche nel 2014 (2,8% contro il 3,3%, con una media nazionale di 11,6 punti). In questo caso il Trentino è il territorio dal maggior benessere in Italia.

«La crisi ha iniziato a colpire il Trentino più tardi che altrove (nel 2010), ma noi stiamo risalendo meno di altri territori — afferma il segretario della Uil Walter Alotti — L’Alto Adige ha un ciclo diverso e più positivo rispetto a quello del resto d’Italia: ciò si spiega con il fatto che è parte più dell’Europa centrale che del Mediterraneo». Poi l’accenno al «problema casa»: «La Provincia è intervenuta con il reddito di garanzia, i servizi sociali, il blocco delle tariffe. Ma si sono lasciate perdere le politiche per l’edilizia pubblica che avevano un trend positivo dagli anni Ottanta. Ora vanno riesaminate le politiche per la casa magari mettendo in circolo, con garanzie, il patrimonio privato sfitto. Ciò potrebbe ridurre il disagio e non richiederebbe un investimento esagerato».

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