07 ottobre 2021 – Corriere del Trentino

Obbligo di green pass al lavoro. I sindacati: «Chiarire le regole» Il 13 Spinelli convoca le parti

TRENTO Grande è la confusione sotto il cielo e Cgil. Cisl, Uil esigono chiarezza sulla gestione del green pass obbligatorio al lavoro. Il 15 ottobre, data in cui scatterà il vincolo, si avvicina con grande rapidità e i sindacati confederali , in ambo le Province autonome chiedono omogeneità nei criteri. In Trentino, Achille Spinelli, ha convocato nel pomeriggio le parti sociali per il Tavolo di coordinamento per la sicurezza e la salute. «Proveremo a trovare soluzioni operative» spiega l’assessore provinciale al Lavoro, ferma restando l’indisponibilità di piazza Dante a valutare l’apertura di punti test da affiancare a quelli assicurati dalle farmacie. Opzione, invece, imessa n agenda in Alto Adige dal Consorzio dei Comuni che, oggi alle 12, dovrebbe riunirsi per sciogliere le riserve sulla dislocazione dei centri per i tamponi, uno dei quali sarà sicuramente a Bolzano al Palaresia. Test necessari per accordare i l lasciapassare verde ai lavoratori non vaccinati: 48 ore per chi ha effettuato tampone antigenico o salivare negativo, 72 ore per chi è risultato «pulito» al molecolare.

«Con l’0bbligo vaccinale si sarebbe risolto il problema — commenta Walter Alotti, segretario Uil Trentino — ma la politica non ha avuto la fermezza di fare il passo. Il risultato è che le aziende non sanno come comportarsi e i lavoratori sono divisi, con il rischio che senza tamponi si possano bloccare o rallentare alcuni servizi». E ad aumentare l’incertezza, per Michele Bezzi, c’è l’indeterminatezza dei numeri. «Ci sono molte stime e pochi dati definiti — sostiene il segretario Cisl Trentino — per cui, alla luce della forte progressione della campagna vaccinale, non è da escludere un forte ridimensionamento dei problemi oggi temuti. Certo, le farmacie fanno già fatica ora a garantire tamponi per tutti, quindi è bene che l’Alto Adige stia valutando di potenziare la rete di tracciamento, opzione purtroppo non considerata a oggi in provincia di Trento». Andrea Grosselli si mostra più tranqUillo. «La priorità è vaccinarsi — rilancia il segretario Cgil Trentino — e il green pass è utile a dare un incentivo ulteriore. Non vedo particolari ragioni d’allarme. Sui test ci sono già diverse aziende che fanno attività di monitoraggio a proprio carico, per prevenire la presenza di focolai e, dunque, non è affatto da escludere che questa possa essere ampliata con l’attivazione dell’obbligo di green pass. Ma, appunto, dobbiamo spendere questi giorni per invitare i lavoratori a immunizzarsi».

Simile la posizione di Toni Serafini. «Il Covid-19 si combatte con le vaccinazioni — dice perentorio il segretario Uil Alto Adige —. Il vaccino e il green pass, sono quindi strumenti funzionali a una migliore sicurezza sanitaria. L’immunità totale e quindi il rischio zero non esistono, ma certo questi due strumenti ci aiutano ad avere un minor impatto del virus, cioè meno ricoveri e meno morti». Donatella Califano teme, però, il rischio di contenziosi, derivanti dalla difficoltà del sistema di reggere l’impatto. «La norma — ragiona la segretaria Cisl Alto Adige — consente ai non vaccinati di avere il lasciapassare con il tampone. Ma se, per esempio, se un lavoratore dimostra di aver cercato di fare il test, ma non è stato possibile, per esempio, perché erano esauriti in farmacia, cosa potrebbe succedere? Pure per questo è necessario sia fatta la massima chiarezza». Per contenere possibili distorsioni, Cristina Masera ritiene che i tamponi debbano entrare a pieno titolo nelle dotazioni di sicurezza di tutte le aziende. «Così è stato per le mascherine e il gel igienizzante — ricorda la segretaria Cgil Alto Adige — di cui le imprese devono farsi carico. L’urgenza, però, è che le istituzioni competenti diano la massima chiarezza interpretativa sulle regole, proprio per evitare che la confusione regni sovrana».

Scarica il pdf: green pass ART 071021 2