24 novembre 2019 – Trentino, Corriere del Trentino

Operaio muore nel cantiere di Felicetti.
I sindacati: una strage, faremo sciopero Molina, ennesimo infortunio. L’uomo è caduto per dieci metri. Incidenti mortali raddoppiati.

 

TRENTO L’idea era quella di finire i lavori della copertura entro dicembre. La ditta incaricata era nei tempi previsti, non c’era fretta e ieri gli operai stavano posizionando alcune travi in cemento precompresso. Neculai Minac, 63 anni, romeno, residente a Fidenza, stava lavorando insieme ad alcuni colleghi per posizionare i grandi pannelli in cemento che compongono la copertura dell’edificio, ma ad un tratto il cavo di acciaio che sosteneva la trave ha ceduto facendo precipitare l’operaio che era sull’impalcatura. Un volo di oltre dieci metri che non ha lasciato via scampo al sessantenne.
L’allarme è scattato alle 10.46. Sono stati gli stessi colleghi ad accorrere in aiuto a Neculai, ma l’uomo era esanime a terra, a poca distanza dalla grossa trave caduta. Non rispondeva. In pochi minuti sono arrivati i vigili del fuoco volontari di Castello, Molina di Fiemme e Cavalese, insieme ai sanitari del 118 con l’ambulanza. Ma da Trento si è subito alzato in volo anche l’elicottero. Il medico ha tentato di rianimare a lungo l’operaio, ma purtroppo ogni tentativo è stato invano. Neculai, dipendente di una ditta di Parma, che aveva preso il lavoro in sub appalto da un’azienda trentina, è morto a causa delle gravissime lesioni riportate nella caduta. Un duro colpo per i colleghi che erano con lui. E ora si cerca di capire cosa è accaduto.
In primo momento, nella chiamata arrivata ai soccorritori, si parlava di un operaio schiacciato da una trave. Ma Neculai è invece caduto a poca distanza dal grosso pannello in cemento, resta da capire se era vincolato e cosa ha causato il cedimento della trave. I carabinieri della stazione di Molina di Fiemme sono al lavoro insieme agli ispettori dell’Uopsal. Spetta a loro far luce sulla dinamica, come da prassi la parte di cantiere dove è avvenuto l’incidente verrà posta sotto sequestro.
Gli accertamenti sono in corso, ma la terribile tragedia di ieri riapre una vecchia ferita, quella delle morti bianche. Troppe e in costante aumento. Nell’ultimo anno gli infortuni mortali sono raddoppiati: sono 12 nel 2019, da gennaio a ieri, mentre nel 2018 erano 5. Il numero di incidenti è più o meno rimasto invariato, quest’anno, da gennaio a settembre, gli infortuni sono stati 6.038, 40 in meno rispetto al 2018. «Dai rappresentanti dei lavoratori ci è arrivata una valanga di segnalazioni — spiega Manuela Faggioni, presidente del Comitato consultivo provinciale Inail — bisogna potenziare i controlli e anche il numero di ispettori, sono solo 30. Dobbiamo dare forza ai rappresentanti dei lavoratori che spesso non sono visti in modo positivo dagli imprenditori, sederci a un tavolo coinvolgendo tutti, compresi i rappresentanti dei datori di lavoro. Puntare anche sulla formazione». «Servono azioni straordinarie per fermare quest’emergenza», commentano i sindacati Cgil, Cisl e Uil che hanno proclamato per la prossima settimana un’ora di sciopero in tutta la Provincia con una manifestazione a Trento e sono pronti a mettere a disposizione della famiglia di Neculai Minac i propri servizi legali. «Siamo di fronte a una strage — insistono i tre segretari Franco Ianeselli, Michele Bezzi e Walter Alotti — dai Ris (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) è arrivato un vero e proprio grido d’allarme».
Anche Piazza Dante sollecita azioni forti nel campo della prevenzione. «Dobbiamo impegnarci in modo trasversale — commenta l’assessora alla salute Stefania Segnana — mettere in campo tutte le risorse possibili per fermare questa situazione preoccupante».

 

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