l’Adige, Il T, Corriere del Trentino – Sabato 22 Marzo 2025

«Part time involontario? Un ostacolo»

 

Parità di genere | Santin (Uil): colpite in modo sproporzionato le donne. Pochi i congedi di uomini

ECONOMIA

«Il lavoro part time involontario è un ostacolo all’indipendenza economica femminile. Impedisce una crescita salariale adeguata, rende più difficile l’accesso a pensioni dignitose e rafforza la disparità di genere nel mondo del lavoro». Lo sostiene Annalisa Santin, segretaria confederale Uil del Trentino, commentando i dati sulla parità di genere presentati dalla Commissione Pari Opportunità (Il T di ieri). «Il fenomeno colpisce in modo sproporzionato le donne – rimarca Santin – compromettendo la loro autonomia economica e la possibilità di una piena realizzazione professionale». Una situazione che non è frutto di scelte personali «ma di un sistema che continua a scaricare sulle donne il peso della cura familiare e della gestione della vita domestica».

È appena trascorsa la festa del papà, ricorda la sindacalista, e come emerge dal rendiconto di genere Inps 2024 «nel periodo considerato le richieste di congedo da parte delle madri coprono oltre l’80% del volume totale di richieste, e solo nel 3% dei bambini beneficiari le richieste risultano coinvolgere entrambi i genitori». Se poi si considera «che sono le donne con contratto a part time le maggiori fruitrici del congedo parentale, non possiamo sorprenderci se poi i dati che emergono sono quelli di una disparità di genere altissima».

«Un altro dato allarmante che va riportato è come il congedo parentale venga più facilmente fruito dai genitori che sono collocati in aziende con più di 50 dipendenti e nelle aziende con meno di 50 dipendenti o meno di 15 dipendenti addirittura l’uso del congedo da parte dei padri è praticamente inesistente. Il problema acuisce la disparità soprattutto in un territorio come il nostro, caratterizzato dalla presenza di aziende di piccole dimensioni. Ciò, come sostenuto anche dall’Inps, può essere l’effetto soprattutto di elementi di tipo culturale che acuiscono ulteriormente la disparità e la difficoltà per i padri di utilizzare il congedo. Quante volte – sottolinea Santin – abbiamo sentito parlare di “mammo” per descrivere il caso in cui fosse il papà ad occuparsi della cura dei figli anche attraverso il congedo?».

«Come Uil continueremo a chiedere alla politica un rafforzamento delle misure di conciliazione tra lavoro e vita privata, con investimenti in servizi pubblici per l’infanzia e l’assistenza agli anziani. Un monitoraggio sulle discriminazioni di genere nei contratti di lavoro affinché il part time non diventi uno strumento per relegare le donne in ruoli marginali e sottopagati e un intervento normativo per limitare il ricorso al part time involontario. Ma soprattutto quello che ravvisiamo è la necessità di un cambio di passo culturale che potrà avvenire solo con adeguati strumenti formativi che devono essere incentivati e promossi dalla politica».

 

Scarica il pdf: IL T ART donne 220325

CORRIERE ART donne 220325

ADIGE ART donne 220325