09 maggio 2019 – Corriere del Trentino

Patto per la crescita, Confindustria vuole il dialogo con la giunta. Manzana: bene la Cgil, ma l’esecutivo sta lavorando. Cisl e Uil: «I temi ci sono, prima accordiamoci tra di noi»

 I temi — ambiente, innovazione e lavoro — sui quali Franco Ianeselli ha lanciato un patto tra categorie e sindacati piacciono, seppure con qualche distinguo, ad associazioni e sindacati. Ma Fausto Manzana, presidente di Confindustria, si dissocia dalle critiche lanciate dal segretario della Cgil e invita tutti a dialogare con l’esecutivo: «Con la giunta il confronto si sta facendo sempre più costruttivo, ci vuole pazienza». Mentre Walter Alotti (Uil) e Lorenzo Pomini (Cisl) non risparmiano una tirata d’orecchi al collega: «Nel merito è la strada giusta, ma non è questo il metodo: prima accordiamoci tra di noi».
Le categorie
«È evidente — esordisce Manzana — che c’è una visione politica, rispetto al modo di governare di questo esecutivo, che ha Ianeselli e su cui io non entro. Non condivido il giudizio così ingeneroso, perché a questo esecutivo riconosco uno sforzo di ascolto. Il dialogo con la giunta si sta facendo sempre più costruttivo. Nell’ambito delle politiche economiche e della semplificazione — mi riferisco al disegno di legge presentato di recente ad esempio — penso si stia facendo uno sforzo». Se Manzana dunque non si riconosce nella parte destruens del discorso del segretario della Cgil, ne sposa però la parte construens e l’idea di un patto per l’ambiente e il lavoro, a cui chiama anche l’esecutivo stesso: «Le parti non possono autorganizzarsi, ci deve stare anche la politica. Le parti datoriali cercano di fare sintesi e di offrire una visione comune delle diverse problematicità, visione implementata dalle organizzazioni sindacali: si vince tutti o si perde tutti. Mettersi sulle barricate è inutile, solo con il dialogo si crea dialogo. Quanto ai temi sono assolutamente condivisibili, ma alcuni richiedono tempi più lunghi».
Il numero uno di Confindustria entra nel dettaglio: «Penso agli incentivi alle imprese, con una riforma della legge 6 del 1999: bisogna incentivare le imprese che sanno innovare e non è solo una questione di soldi; è necessario favorire il rapporto con l’università e i centri di ricerca. Bene fa Ianeselli a insistere sulla formazione continua e la riconversione tecnologica: serve un’evoluzione della nostra industria manifatturiera e metalmeccanica. Se aspettiamo due anni sarà tardi. Anche sul tema degli appalti, meglio fare un codice unico, che richiede più tempo, piuttosto che fare vari piccoli provvedimenti che non sciolgono i nodi». Ancora più decisa l’adesione di Claudio Corrarati, presidente della Cna, all’appello di Ianeselli: «È necessario uscire dai proclami elettorali». Il presidente degli artigiani snocciola le priorità della sua categoria: «Il disegno di legge sulla semplificazione non è ancora operativo. Servirebbe, per razionalizzare, un unico ufficio che dia informazioni a tutte le stazioni appaltanti. Sono poi necessari incentivi per l’economia green e per stimolare gli interventi di
risparmio energetico sugli edifici».
I sindacati
«Visto il lavoro condiviso fatto fino a qui era opportuno — commentano spiazzati Alotti (Uil) e Pomini (Cisl) — condividere questa azione. Anche perché temiamo che alcune categorie non sottoscriveranno il patto, perché già sintonizzate con l’esecutivo».
Per Pomini poi «non si può prescindere dalla giunta, che fa le leggi e alloca le risorse». Anche la Cisl stigmatizza la mancanza «di visione della giunta su alcuni temi, ma bisogna evitare un arroccamento per cui il sindacato diventi il nemico. Piuttosto dobbiamo essere in grado di contaminare la politica con le nostre idee».
E il segretario le ricorda: «La crisi non è passata, servono investimenti nel lavoro e nella formazione e ammortizzatori sociali per mettere in sicurezza il Trentino». «L’idea di fare un’alleanza rispetto a una giunta che fino ad ora ha fatto molto poco, una volta che lo avremo discusso tra di noi — continua Alotti, segretario della Uil— è condivisibile: ci saranno temi su cui non sara facile trovare un’intesa». A partire da Trentino Digitale: «Non credo che tutti siano d’accordo con l’intesa tra Spinelli e Manzana per la privatizzazione dell’informatica. Noi poi diciamo basta agli investimenti agli impianti funiviari, chiediamo una tassa sul turismo e vogliamo risposte sulla casa e sui servizi. Prima di fare alleanze e quindi spaccature tra società civile e politica si potrebbe dare una sorta di ultimatum alla giunta, chiedendo un incontro su tutti i temi che ci stanno a cuore». In questo clima l’idea dell’unione sindacale lanciata a livello nazionale da Landini pare traballante: «Siamo sempre stati disponibili, ma che lo lanci uno che per 15 anni ha siglato contratti separati è poco credibile». «L’unità sindacale —glifaecoPomini—èuna bella idea: ma deve avvenire nel rispetto delle diversità e non della prevaricazione di una sigla sulle altre».
Scarica il pdf: crescita ART 090519