Corriere del Trentino, Il T – 28 settembre 2023

Personale nidi, aumenti di 800 euro l’anno

Un riconoscimento di un livello di inquadramento superiore che vale in busta paga un extra di 800 euro annui. L’accordo siglato ieri mattina tra Fp Cgil, Fisascat Cisl e Uil Fpl Enti Locali e Cooperazione Trentina sancisce il passaggio di figure ausiliari di cucina e di pulizia al livello B1, con il conseguente adeguamento dello stipendio. Una firma che chiude un lungo confronto tra sindacati e Via Segantini sui nidi. Un percorso che ha toccato prima il trattamento delle educatrici, con l’accordo del maggio scorso, e ieri il riconoscimento delle figure professionali di supporto. Per una notizia buona sul fronte del lavoro, ne arriva una che incontra la disapprovazione dei sindacati e che riguarda le famiglie. Il no della giunta all’indicizzazione dell’Icef ieri in quarta Commissione.
Il nuovo inquadramento vale sia per il personale già in servizio, con il riconoscimento retroattivo del livello dal 1° agosto 2023, che tutte le future assunzioni. Porterà a migliorare le buste paga di un importo complessivo di circa 800 euro lordi l’anno. «Il confronto non è stato semplice e siamo arrivati a portare in piazza le lavoratrici per ottenere quanto loro dovuto – commentano Giovanni Virruso di Fp Cgil, Fabio Bertolissi di Fisascat Cisl e Manuel Cescatti di Fpl Uil Enti Locali – La loro mobilitazione e la tenacia nel tenere il punto hanno portato al giusto riconoscimento del loro diritto». Per i sindacati, l’accordo sancisce anche «un ulteriore passo in avanti nella creazione di rapporti costruttivi fra le parti sedute al tavolo di trattativa». Sempre ieri si è aperto il confronto sul rinnovo del contratto integrativo provinciale delle cooperative sociali, scaduto dal 2006. «Auspichiamo si creino da subito le condizioni di un confronto franco che permetta di costruire risposte sul piano economico e delle condizioni normative che le lavoratrici e i lavoratori attendono ormai da troppo tempo», concludono i tre sindacalisti.
Ieri però, su un altro fronte, la giunta ha definitivamente cassato la proposta sindacale di adeguare gli importi dell’assegno unico provinciale per recuperare l’inflazione. Un tentativo con cui i rappresentanti dei lavoratori avevano tentato di diluire l’impatto del carovita sui redditi delle famiglie con figli. Il valore economico reale dell’assegno continuerà ad essere più basso per i nuclei più poveri. «Pur avendo disponibilità di risorse la Provincia decide di non sostenere le famiglie trentine che hanno dei figli – notano i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti – Ci vuole veramente un notevole sforzo di creatività per continuare a sostenere che si aiutano le famiglie e si sostiene la natalità. Perché i figli non basta farli. Bisogna poi mantenerli». Gli importi dell’assegno unico sono fermi dal 2018 e nel frattempo il costo della vita in Trentino è cresciuto del 15%, a svantaggio soprattutto dei redditi fissi. «Senza adeguamento – scrivono Cgil, Cisl e Uil – Ci potranno essere famiglie che perdono il beneficio in un momento in cui i redditi sono già sottopressione». Proprio lunedì Ispat ha fatto presente che il 44% dei Trentini fatica a risparmiare e il 37% non riuscirebbe a far fronte a spese impreviste in caso di necessità.

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