Politiche attive: la Giunta potenzi Agenzia del Lavoro ed i Centri per l’impiego. Cgil Cisl Uil: indispensabile una forte regia pubblica che qualifichi i soggetti privati accreditati

“Le politiche del lavoro, passive ed attive, hanno bisogno di una forte azione pubblica che, facendo rete con i soggetti privati, ne qualifichi la presa in carico di disoccupati e inoccupati, ma anche l’offerta di formazione continua per gli occupati. Per questo solo rafforzando gli organici di Agenzia del Lavoro sarà possibile realizzare una vera sinergia tra pubblico e privato, avvicinando così finalmente anche il Trentino ai modelli del Nord Europa”. Lo sostengono Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Gianni Tomasi, che rappresentano Cgil Cisl Uil nel consiglio di amministrazione di Agenzia del Lavoro. Nulla in contrario, dunque, sul coinvolgimento dei soggetti privati nella gestione di disoccupati e inoccupati, ma se all’interno di servizi pubblici più qualificati e articolati sul territorio.
Altro nodo essenziale per le parti sociali è l’intreccio tra politiche attive e passive. In un processo di presa in carico avanzato infatti le misure di sostegno al reddito devono essere affiancate politiche di condizionalità cogenti. “Questo dovrà essere l’intreccio virtuoso tra politiche passive di sostegno al reddito, indispensabili per gestire le transizioni, e politiche attive di ricollocazione nel mercato del lavoro standard, superando il mismatch tra domanda ed offerta, o utili alla comunità nel suo complesso e all’inclusione sociale”, proseguono Zabbeni, Pomini e Tomasi che nei giorni scorsi hanno chiesto e ottenuto la convocazione straordinaria urgente del cda di Agenzia, in programma il prossimo 2 novembre. “La nostra volontà è quella di sfruttare al massimo le risorse europee destinate al Trentino grazie al progetto Gol e definire insieme il piano operativo che Agenzia dovrà strutturare nelle prossime settimane. Va anche sciolto il nodo delle risorse dedicate al rafforzamento dei servizi pubblici per l’impiego.”
La Giunta provinciale non può tirarsi fuori dalla sfida che l’attende. “Se in passato la scelta fu quella di non aderire al piano di potenziamento dei centri per l’impiego, oggi le condizioni sono notevolmente mutate, le sfide epocali che il nostro territorio si trova ad affrontare e le ingenti risorse che l’Europa ci mette a disposizione, devono essere fattori che consentano un immediato cambio di passo”, insistono i sindacalisti chiedendo che si investa in una massiccia assunzione di nuove figure da immettere nel sistema pubblico dei centri per l’impiego. Peraltro, quanto sostenuto dai tre sindacalisti sta trovando unanime consenso anche all’interno delle discussioni in atto negli Stati Generali del Lavoro, dove tutte le parti hanno sottolineato la necessità di potenziare e qualificare gli organici di Agenzia per migliorare la presa in carico e garantire una regia pubblica di qualità utile alla rete dei soggetti privati accreditati.
“Le Regioni ordinarie attraggono risorse per potenziare i propri Centri per l’Impiego con l’obiettivo di avvicinarsi ai livelli europei, mentre oggi questo sembra non essere le priorità della Giunta. Ciò significa depotenziare l’Autonomia e i suoi servizi alle imprese e ai cittadini più deboli a partire da quelli che verranno coinvolti da ristrutturazioni prodotte dalle transizioni digitali e ambientali”, concludono Zabbeni, Pomini e Tomasi.

Trento, 23 ottobre 2021