27 febbraio 2020 – Corriere del Trentino

Polo immobiliare e fusioni, la linea di Spinelli: «Avanti» L’assessore: ora Trentino Sviluppo con Patrimonio. Alotti (Uil): no a privatizzazioni

TRENTO Anche se, lo dice chiaramente, l’ultima parola sul destino delle società pubbliche la avrà la giunta, l’assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli ha le idee chiare: «Quella tra Trentino Sviluppo e Patrimonio del Trentino è una fusione fattibile» dice riferendosi a una delle indicazioni emerse nel report della Commissione tecnica istituita dall’esecutivo proprio per studiare un piano di razionalizzazione delle società pubbliche. La Uil con Walter Alotti mette però in guardia: «Siamo contrari — afferma —alla privatizzazione degli asset strategici».
«Vorremmo augurarci — dice Alotti — che il decisore politico non impiegherà altrettan to tanto tempo della Commissione per decidere». Quindi entra nel merito: «Riguardo alla riproposta del contratto unico, per esempio, visto il ridotto numero di società e la loro specializzazione di business, non si capisce che vantaggio esso possa portare. Sulla governance del gruppo la Uil sposa l’ipotesi più semplice, il mantenimento di una “holding Pat”, pubblica, rispetto all’altra proposta, quella una holding esterna (affidata a Trentino Sviluppo). Riguardo ai capannoni industriali c’è invece da capirne il reale valore e potenziale rendimento, che nel tempo è fortemente diminuito».
Per Alotti l’idea di un fondo immobiliare «è percorribile ma se si vendessero in parte le quote anche ai privati, a loro un certo rendimento deve essere garantito, cosa che diventa assai ardua, ad esempio, sul patrimonio immobiliare di Itea. Piuttosto andrebbe rilanciato un nuovo piano di edilizia sociale». Un’ultima chiosa il segretario della Uil la riserva a Trentino Digitale: «Non vorremmo che dietro a tutte queste negatività rilevate dalla Commissione ci fosse la volontà politica di mettere sul mercato asset ed infrastrutture digitali oggi pubbliche».
Perplessità e dubbi che, almeno in parte l’assessore prova a fugare. «Lo scopo della commissione — ragiona Spinelli — era consultivo. E ovviamente non posso dire da solo quali saranno le ipotesi di lavoro della giunta, ma esistono delle operazioni sicuramente fattibili». Su tutte quella tra Patrimonio del Trentino e Trentino Sviluppo, «che pone il patrimonio immobiliare sotto un’unica casa e la gestione operativa di altro tipo sotto un’altra». Questa operazione sarebbe da collegare alla creazione di un polo immobiliare da 4 miliardi, come suggerisce il documento, che accorperebbe gli immobili distribuiti oggi tra Provincia, Itea, Patrimonio e Trentino Sviluppo: «È necessaria — conferma Spinelli — una certa attenzione al patrimonio immobiliare di cui l’ente dispone. Ci sono immobili più pregiati, penso a quelli commerciali, e immobili che lo sono meno ma un gruppo omogeneo, nell’ottica di andare a discutere con il mondo privato e con la finanza più evoluta, è utile. Non si tratta — ci tiene però a precisare — di uno spossessamento dei beni della Provincia, ma di una loro valorizzazione affinché portino entrate». Anche le bocciature della Commissione sulla fusione tra Cassa del Trentino e Trentino Riscossioni e sul ritorno di Itea a ente pubblico trovano d’accordo l’assessore: «Quella di Itea era sempre stata una proposta della Lega, ma nel corso degli anni sono cambiati gli elementi, su tutti quello delle imposte; per gli interventi governativi Itea ha beneficiato notevolmente della riduzione del carico fiscale e quindi le esigenze si sono affievolite. A questo si sono aggiunti elementi di costo e di personale che ci portano a bocciare quella strada». E sull’architrave che dovrebbe sorreggere l’intera riforma, ossia la holdgin, Spinelli non nasconde le sue preferenze: «Meglio evitare ulteriori strutture — afferma bocciando lo scenario di una holding privata nei panni di Trentino Sviluppo e propendendo così per quella pubblica della Provincia stessa — Si può pensare a un ufficio più strutturato per esercitare una maggiore attività di controllo sulle partecipate» . Altre razionalizzazioni sono quelle di Interbrennero, che dovrebbe confluire in A22 e Trentino Digitale, società per la quale la Commissione suggerisce anche una cessione di alcuni asset a libero mercato. «Le ipotesi sono tante — afferma — Deve essere chiaro che per noi Trentino Digitale è strategico, non c’è alcuna ipotesi di dismissione».

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