11 luglio 2019 – Trentino, Corriere del Trentino

«Portinerie d’ateneo, Spinelli e Bisesti ci ricevano». Accordo sfumato, sindacati chiedono un vertice con la Provincia. Confermato lo sciopero di lunedì

«La dignità del lavoro è in primo luogo la giusta retribuzione». Lo ricordano i sindacati che ieri dopo l’incontro fiume inconcludente di martedì tra le parti sul cambio appalto per i 54 lavoratori delle portinerie dell’Università vinto da Miorelli –Rear di Torino (otto ore nelle quali non si è trovato alcun un accordo), che prevede un contratto multiservizi con tagli di stipendio fino al 45%, hanno confermato lo sciopero di lunedì 15 luglio, dalle 9 alle 12, davanti ai dipartimenti di Sociologia e di Giurisprudenza.
Dal vertice, convocato da Apac (Agenzia provinciale perl gli appalti) e accusata dai sindacati di «non aver mosso un dito per applicare le leggi provinciali e tutelare i lavoratori», è emerso invece che la società che gestirà il servizio di portineria non intende retrocedere di un passo, «imponendo una propria personalissima interpretazione delle clausole sociali con un peggioramento delle condizioni retributive e normative, decurtazione dello stipendio dal 25% al 45%, cambio di contratto da terziario a multiservizi, nessun riconoscimento dell’anzianità di servizio, dequalificazione». Il contratto partirà dal 16 luglio.
«Sono condizioni inaccettabili per noi» dicono Roland Caramelle, Francesca Delai (Filcams), Francesca Vespa, Gabriele Goller (Fisascat), Stefano Picchetti (Uiltucs) e Nicola Petrolli, Franco Cerbaro (Uiltrasporti), che hanno ribadito la propria netta contrarietà: il personale in questo modo continuerà a svolgere le identiche mansioni di prima, senza alcun cambiamento di compiti, ma essendo pagati meno. Anziché 9 euro l’ora presi finora , i lavoratori ne prenderebbero 6,84 euro l’ora. «Non esiste», tuona Roland Caramelle. Che sottolinea: «Non è la prima volta che ci sono bagni di sangue all’Università, ricordo l’appalto delle biblioteche, avvenuto nel silenzio dell’Università. Ora si ripete: vorremmo che si interessasse alla vicenda. Così come l’Apac che non è tutelante: cosa accadrà con gli altri appalti in scadenza?».
Picchetti della Uil punta sulla «dignità del lavoro basata sulla giusta retribuzione in primo luogo». E con tono provocatorio dice: «Perché non chiediamo ai giuslavoristi dell’università se abbiamo ragione noi?», invitando anche Uil Scuola a scioperare e strigliando la politica: «Assente». Sulla stessa linea Goller (Fisascat) e Cerbaro (Uiltrasporti) che non accettano l’abbassamento degli stipendi: «Si contratta per aumentare non per tagliare». Infine per Francesca Delai «la parola chiave è continuità», e ricorda l’articolo 36 della Costituzione sul «diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro sufficiente ad assicurargli un’esistenza libera e dignitosa».
I sindacati chiedono a questo punto un incontro urgente con chiesto un incontro urgente con gli assessori Mirko Bisesti e Achille Spinelli, perché medino sulla questione riportando la controparte ad un confronto responsabile. «Riuscendo, magari, meglio che in passato».

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