l’Adige – 30 novembre 2022

«Pronti a forme di protesta più dure» Oltre ai sindacati dei medici anche quelli della sanità in subbuglio

La sanità trentina è in grande difficoltà e le risposte da parte dei vertici della Provincia e dell’Azienda sanitaria non ci sono. E l’ondata di protesta continua a crescere. Quest’oggi è attesa la conferenza dei sindacati dei medici, che lamentano una situazione drammatica, con all’orizzonte anche uno sciopero, mentre sabato scenderanno in piazza politici, associazioni e ordini per difendere il diritto alla salute. Nel frattempo i sindacati del comparto non stanno certo a guardare. E, anzi, dalle parole si è pronti a passare ai fatti: «Valuteremo l’adozione di iniziative di protesta ben più dure, a tutela dei nostri colleghi ma anche a salvaguardia della qualità dei servizi e dell’assistenza nei confronti dei cittadini e dei pazienti. La mobilitazione continua e si inasprirà».
A parlare sono Cesare Hoffer (Nursing up), Giuseppe Varagone (Uil sanità), Giuseppe Pallanch (Cisl), Paolo Panebianco (Fenalt) e Luigi Diaspro (Cgil). Insomma, oltre alle sigle che rappresentano i medici, che nei giorni scorsi si sono espresse in maniera durissima e che questa mattina si riuniranno all’auditorium dell’ospedale Santa Chiara, tornano a farsi sentire anche i sindacati che rappresentano, più in generale, infermieri, oss, personale delle Rsa, lavoratori tecnici della sanità. Per tre settimane hanno atteso una risposta, un cenno, un sussulto, un segnale da parte del presidente Maurizio Fugatti e dell’assessora Stefania Segnana, ma nulla. «L’11 novembre scorso, a seguito della nostra mobilitazione in Provincia, avevamo incontrato presidente e assessora. Avevano preso l’impegno di dare una celere risposta alle tante istanze che avevamo presentato in quella sede. Purtroppo, ad oggi, nessun riscontro e nessuna risposta concreta. Nulla di nulla, silenzio totale. Non è arrivata nemmeno la convocazione del tavolo Apran per completare la parte giuridica e definire l’accordo che eroga in busta paga gli arretrati 2019/2021 e le nuove indennità infermieristiche, sanitarie, di pronto soccorso e per il personale di supporto, che sono già state finanziate».
I sindacati sottolineano che «nel frattempo la sanità trentina sprofonda, nel totale disinteresse di questa Giunta: è una cosa da non credere questo mancato riconoscimento nei confronti dei professionisti sanitari, che tanto hanno dato in questi anni di emergenza».
I rappresentanti dei lavoratori sottolineano gli aspetti economici («Le retribuzioni sono tra le più basse d’Europa»), ma anche e soprattutto le condizioni di lavoro: «Si naviga spesso a vista con spostamenti di personale privo della formazione e competenza specialistica necessaria per far fronte alle carenze diventate oramai strutturali, altro che fisiologiche; tutto ciò è fonte di stress e una qualità della vita anche extra lavorativa pessima. E ancora: le dimissioni sono raddoppiate, le giornate di malattia sono in aumento, così come gli straordinari e le richieste di rientro da ferie e riposi».
Oltre a fare un drammatico quadro della situazione, Hoffer, Varagone, Pallanch, Panebianco e Diaspro mettono sul piatto una serie di possibili soluzioni. Anzi, le ribadiscono considerato che le hanno presentate mesi fa: si chiedono una revisione dell’ordinamento professionale, l’immediato utilizzo dei fondi giacenti e delle vere politiche rivolte all’attrattività e al trattenimento del personale. «Dopo tanti anni al top nelle classifiche nazionali siamo già stati retrocessi. E di questo passo andremo ulteriormente indietro, perché la qualità dei servizi calerà ancora». Inevitabile, poi, il riferimento al settore privato: «Bisogna assumere, serve un piano straordinario. In tal senso è forte la preoccupazione, sollevata da più parti, per l’incremento della spesa per l’acquisto di beni e servizi da privati come sta accadendo per il personale dei Pronto Soccorso e i Punti Nascita».

 

Scarica il pdf: ADIGE medici ART 301122