09 maggio 2021 –  Corriere del Trentino

Provincia-Itas, ipotesi contestata. Alotti: ”«Perché non investire in provvedimenti: A Bolzano hanno erogato 55 milioni per famiglie e lavoratori, qui dicono 25».”

Trento L’operazione della Provincia per entrare nel cda di Itas, emendamento legato alla manovra Covid in discussione in questi giorno stanziando 2,85 milioni, è vista negativamente dal consigliere provinciale del Pd Giorgio Tonini «Non capisco il significato di questa operazione, ma in generale si ripetono segnali non positivi: una volta si parlava della sovietizzazione del Trentino dovuta all’invadenza della Provincia, non vorrei ci tornassimo». Negativo anche il giudizio di Filippo Degasperi, consigliere di Onda civica: «Questi finanziamenti potevano essere investiti in famiglie e lavoratori». Così Walter Alotti, segretario generale della Uil: «Perché non investire in provvedimenti: «A Bolzano hanno erogato 55 milioni per famiglie e lavoratori, qui dicono 25».
Sindacati
E il sindacalista aggiunge: «La partecipazione diretta in Itas potrebbe essere positiva solo in cambio di un impegno della Mutua in Mediocredito per rafforzare i soci trentini della neo banca d’investimento locale e confinando ai margini gli arrembanti finanzieri veneti». E poi si chiede cosa c’entrino queste mosse «prettamente finanziarie con il Covid». «Perché distrarre tante e tali risorse all’aiuto alle famiglie e ai lavoratori in difficoltà che stanno aspettando un contributo della Provincia concreto, peraltro ormai in ritardo?».
Il Catullo
E non c’è solo la questione Itas, per il segretario provinciale della Uil. Il quale allarga il ragionamento ad altri punti della manovra Covid presentata dalla giunta Fugatti, che presenterebbe «alcune forti incongruenze e contraddizioni». Prima osservazione: «Gli interventi di politica fiscale legati alla manovra che riguardano unicamente le imprese, agevolate oltremisura, addirittura con lo slittamento dei nuovi canoni di concessione per le acque minerali, mentre nessuna riduzione o calcolo di agevolazione per l’addizionale Irpef per lavoratori e pensionati». E poi, il Catullo. «Sono esterrefatto, anche perché sono inseriti in questo contesto, per la straordinaria partecipazione per una decina di milioni all’aumento di capitale dell’aeroporto Catullo di Verona», visto da Alotti come «l’ennesimo ossequio della giunta Fugatti alla finanza veneta, che continua a “succhiare” risorse finanziarie trentine».
Degasperi: offensivo
La bocciatura sulla manovra della Provincia per sedersi nel cda di Itas arriva anche dal consigliere di Onda civica De Gasperi, che plaude alla strategia di Fugatti su Mediocredito con il cda in mano a Provincia e banche sudtirolesi — «vediamo però gli obiettivi e gli sviluppi» — e parla di manovra improvvisata. «Non capisco l’obiettivo con l’operazione Itas, quali sono le ricadute per i trentini?», si chiede. Definendo «provocatorio e offensivo investire in questa operazione per chi ha difficoltà ad arrivare a fine mese, anziché investire sui
lavoratori e famiglie». «Vivono la sindrome della sedia», dice riferendosi all’attuale giunta, ma il punto è che si tratta «di una strategia per inserire le persone fidate nei gangli importanti del Trentino: mettere persone fidate nei nodi dell’economia trentina».
«Sistema malato»
Riprende in parte il concetto il consigliere del Pd Giorgio Tonini, che, al di là dell’operazione Itas in sé, si definisce perplesso in generale per come si muove la Provincia, con Def che da anni non contiene elementi programmatici, andando avanti giorno per giorno con provvedimenti tampone: «Manca l’intenzionalità di tipo programmatico accompagnata da invadenza nei settori economici — dice l’ex senatore — con la pretesa di gestire in modo diretto banche e assicurazioni: segnali che indicano l’intenzione di voler occupare le istituzioni per esercitare un funzione di intermediazione politica e non fare una programmazione e governare. Ma solo gestire e non programmare è un sistema malato». Il sospetto, conclude, «è che per fare un’operazione finanziaria si debba andare in Provincia, puzza di una Unione sovietica la fusione tra politica e autonomia, altro che cultura delle autonomia».

 

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