02 febbraio 2019 – Trentino

Recessione, i timori dei sindacati «Fugatti, sbagli a inseguire Roma».

Cisl e Uil contro le politiche del governo nazionale: «Non risolveranno la crisi» A livello provinciale difesa del Progettone: «Un ammortizzatore da salvare»

Pomini (Cisl): «La giunta Fugatti non corra dietro al “governo del cambiamento” e convochi al più presto le parti sociali per affrontare la crisi». Alotti (Uil): «Giù le mani dal Progettone, è politica attiva da proteggere». Lorenzo Pomini, segretario generale Uil Trentino, e Walter Alotti, segretario generale Uil del Trentino, ragionano sulla recessione che ha colpito l’economia italiana e sui possibili riflessi sul Trentino. Una crisi che i sindacati definiscono come “prevedibile, prevista, ma ignorata”. Per questo Cgil-Cisl-Uil manifesteranno a Roma il 9 febbraio contro le politiche del governo, giudicate come inadeguate a fronteggiare una nuova crisi. Alotti attacca l’esecutivo: «Non abbiamo mai creduto nelle sirene che annunciavano la fine della crisi. Qualche ministro prometteva un “boom” economico. Ma non sono state messe in campo le uniche soluzioni in grado di far ripartire la crescita: gli investimenti pubblici e una riforma del fisco in grado di ridurre la pressione fiscale su lavoratori e pensionati». Pomini è dello stesso avviso: «Il popolo si renderà presto conto che quello che racconta il governo non coincide con la realtà e sarà traumatico. Avvertiamo da mesi segnali di rallentamento economico, con la politica nazionale e locale che non vi ha posto attenzione. Ora devono sedersi ad un tavolo per trovare soluzioni insieme alle parti sociali». Nel mirino dei sindacati ci sono anche il reddito di cittadinanza e “quota 100”, che rischierebbero di compromettere ulteriormente l’andamento economico. Spiega Alotti: «Il rischio è, anziché stimolare i consumi, in un periodo di “vacche magre” i neopensionati mettano da parte la liquidazione e chi riceverà il reddito di cittadinanza se lo terrà in banca. E tanti saluti alla ripresa dei consumi». Pomini si dice d’accordo: «Il reddito di cittadinanza è una misura di natura assistenziale e in quanto tale non rilancerà un bel niente». Anche sui riflessi locali di questa nuova crisi, i sindacati non esprimono ottimismo. Alotti lancia l’allarme sul destino del “Progettone”: «Fa parte di un sistema di ammortizzatori sociali che abbiamo solo in Trentino: bisogna preservarli. Ma l’intenzione dell’assessore Spinelli sembra diversa: gli abbiamo chiesto un incontro urgente per esprimere la nostra contrarietà a nuovi tagli». Anche Pomini “blinda” il Progettone: «Questa classe politica non ha capito nulla di cosa sia questa misura. Ha aiutato i lavoratori, ma anche le imprese che dovendo lasciare a casa il personale hanno potuto investire sulla riqualificazione e sul futuro proprio perché in Trentino c’è una politica attiva forte che sostiene chi si trova in difficoltà». Se il turismo non sembra destare troppe preoccupazioni, un fronte che si apre per l’economia trentina è potenzialmente quello delle esportazioni, in quanto ad essere colpito pesantemente è il Pil della Germania, partner commerciale di primo livello per il nostro territorio. Alotti conferma come l’export sarà esposto a fluttuazioni: «Questa crisi origina dalla guerra commerciale tra Cina, Usa e Russia: il conflitto tra questi colossi coinvolge anche il Trentino. In particolare l’agroalimentare trentino, che con mele, grana e vino, è cresciuto molto negli ultimi anni, rischia di vedersi tarpate le ali». Pomini dice di voler aspettare i dati dell’export, ma che il “colpo” si sentirà: «Abbiamo retto alla crisi precedente proprio in virtù dell’export, ma noi siamo stretti tra l’Alto Adige che ha rapporti privilegiati con il mondo tedesco e un Lombardo-Veneto campione di economia».

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