17 maggio 2020 – Trentino

«Rsa e protocollo sicurezza accolte le nostre richieste»

I sindacati. Ora serve un confronto su carichi di lavoro e organizzazione nelle strutture

TRENTO. «Grazie alle nostre forti sollecitazioni, siamo alla vigilia dell’adozione del Protocollo sicurezza Covid-19 nelle Case di riposo: uno strumento fondamentale in una fase in cui, lungi dall’aver superato l’emergenza, devono diventare strutturali le misure di prevenzione e sicurezza, le modalità di lavoro e di cura a maggiore caratterizzazione sanitaria, la formazione e l’informazione diffusa tra gli operatori, l’adeguatezza e la disponibilità di dispositivi di protezione a partire dalla mascherine». Lo affermano i segretari generali di Fp Cgil Luigi Diaspro, di Cisl Fp Giuseppe Pallanch e di Uil Fpl Marcella Tomasi. «Le richieste delle organizzazioni sindacali confederali – spiegano -sono state ampiamente recepite nelle linee guida, tratteggiando un documento che può consentire chiarezza, consapevolezza e maggiore sicurezza nelle strutture: si riconosce la partecipazione delle organizzazioni Cgil, Cisl, Uil come valore e non come orpello. Un buon punto di partenza dopo una fase oggettivamente complicata». Fin dal 27 marzo, Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto l’attivazione di un tavolo di sicurezza Covid-19 per le Rsa. Una fase in cui tanti operatori e tantissimi ospiti si sono contagiati, ammalati, tanti anziani sono deceduti. Una fase in cui al sindacato non è stato riconosciuto il proprio ruolo di rappresentanza dei lavoratori, in cui sono prevalse logiche che, nell’emergenza, hanno messo in quarantena anche i diritti contrattuali. «Il tema dei tamponi sistematici a personale e ospiti, chiesto sin dalle prime fasi come strumento per un’indagine anche sugli asintomatici, è finalmente recepito nelle linee guida: alla luce anche delle disponibilità e dell’alto numero dei tamponi che colloca oggi il Trentino al primo posto tra le regioni italiane. Confidiamo che si archivi in fretta una fase di incertezza sul punto e di grave preoccupazione e stress tra gli operatori, che potranno contare su uno strumento di verifica periodica del proprio stato di salute». Oggi vanno però affrontate le tante questioni aperte dall’emergenza nelle Rsa: orario e carichi di lavoro, sospensione dei turni di 12 ore che hanno sfinito il personale, programmazione delle ferie, condizioni di lavoro e rapporto ospiti – operatori alla luce delle nuove modalità di lavoro a forte esigenza sanitaria, il tema delle indennità e dell’adeguatezza degli organici in relazione all’apertura delle strutture di “transito” per i nuovi inserimenti e delle strutture “covid”, oltre che della necessità di presidiare aree e spazi separati Covid – non Covid nelle stesse strutture ma col medesimo personale prima dell’emergenza.

Scarica il pdf: sicurezza ART 170520