12 febbraio 2017 – Corriere del Trentino

Sait e costo del lavoro, Movitrento attacca Castaldo contro i sindacati: «Noi non facciamo dumping». Ma il contratto può cambiare

Il Sait, che dichiara 130 esuberi su 650 dipendenti, secondo i sindacati avrebbe in mente di esternalizzare molte funzioni in favore di Movitrento, per risparmiare. E in quella coop — la cui è presidente tra l’altro è Marina Castaldo, fino all’arrivo di Mauro Fezzi alla guida di Federcoop in quanto vicepresidente vicaria — si pensa addirittura di cambiare il contratto, per tagliare il costo del personale. Puro dumping sociale, per Cgil, Cisl e Uil. Dura la reazione di Castaldo: «Noi non lavoriamo a basso costo. I sindacati pensino piuttosto alle “situazioni grigie”, in cui non si interviene mai». Il contratto però pare proprio destinato a cambiare.

La questione è emersa l’altro ieri nell’assemblea dei lavoratori del consorzio, che hanno chiesto che almeno venga introdotto il contratto di solidarietà, sembra con esito però negativo.

Sulla faccenda del dumping (più forza grazie al taglio del costo del lavoro) Cgil, Cisl e Uil del commercio sono agguerrite: «I lavoratori rimarcano che in Sait si sta operando una sostituzione di manodopera a basso costo. Il consorzio sembra si stia organizzando per esternalizzare alcune delle mansioni oggi svolte internamente in via Innsbruck, affidandole a Movitrento. E da quanto ci risulta la cooperativa sarebbe pronta a modificare il contratto dei propri dipendenti passando dal commercio alla logistica, tagliando dunque sul costo del personale. Questa non è una riorganizzazione, è un’operazione di dumping sociale. Sait deve fare chiarezza».

«Noi non lavoriamo a basso costo: Movitrento dal 1986, anno della sua fondazione, ha sempre applicato il contratto collettivo di lavoro del commercio — dice Castaldo —. Da tempo in cooperativa ci si interroga se transitare al contratto collettivo nazionale “logistica e trasporti”. Se ci dovessimo trovare nella condizione di dover agire in questo senso, non faremmo dumping contrattuale, ma applicheremmo un contratto legalmente riconosciuto e applicato a livello nazionale, in ambiti di attività come quelle da noi svolte. Se il cda deliberasse tale scelta lo farebbe, come già dichiarato, senza intervenire sui lavoratori assunti a tempo indeterminato, la maggioranza dei nostri collaboratori. Non accetto che si dica che lavoriamo a basso costo, non siamo noi a tagliare sul costo del lavoro, sulle retribuzioni riconosciute ai lavoratori». «Dov’è il sindacato — continua la presidente—in tutte quelle situazioni “grigie”, note in Trentino, dove si fa “logistica” con il contratto multiservizi? Le situazioni le conosciamo, hanno nome e cognome, sono cooperative non aderenti alla Federazione. Lì non si interviene mai, è terra di nessuno. Alcuni dei nostri soci provengono proprio da queste cooperative e in Movitrento hanno trovato una società seria, attenta alle varie esigenze e corretta nel riconoscere i diritti. Sembra che tutto quello che diciamo cada sempre nel vuoto. Per evitare che questo accada ancora una volta, invito già oggi i sindacati alla nostra prossima assemblea dei soci: potranno toccare con mano il nostro lavoro di squadra».

Scarica il pdf: Sait ART 120217