20 dicembre 2017 –  Corriere del Trentino, Trentino

Sait: esuberi ridotti a 60

No della Filcams

Contingente quasi dimezzato rispetto ai 116 della mobilità.

Federcoop garantisce 20 ricollocazioni

Fisascat Cisl e Uiltucs pronte a firmare. Cgil, tensione fra Caramelle e Ianeselli. Oggi si chiude

Il  9  novembre  del  2016  il  presidente  del  Sait,  Renato  Dalpalù,  annunciò  che  il  Consorzio  aveva  intenzione  di  licenziare  130  persone  del  magazzino  e  degli  uffici    «  Pochi  giorni  prima,  sul    Corriere  del  Trentino  del  5  novembre,  l’indiscrezione  che  il  Sait  si  preparava  a  un  piamo  di  riorganizzazione  in  cui  potevano  saltare  circa  60  posti    «  Se  la  vicenda  si  concluderà  come  si  augura  il  consorzio,  Federcoop,  Uiltucs  e  Fisascat  Cisl,  gli  esuberi  torneranno  ad  essere  60    «  Ma  i  sindacati  fanno  notare  che,  se  fosse  stato  questo  fin  dall’inizio  il  punto  di  caduta,  il  Sait  avrebbe  evitato  una  pubblicità  tanto  negativa    «  Oggi,  se  La  Filcams  Cgil  cambia  idea,  all’ora  di  pranzo  ci  sarà  la  firma  al  Servizio  lavoro  della  Provincia.

La  zampata di Federcoop  porta  a  ridurre  a  60,  dagli  iniziali  116,  gli  esuberi  del  Sait.  In  particolare  c’è  l’impegno  a  «garantire  20  occasioni  di  occupazione»  nelle  quasi  500  cooperative  del  sistema.  A  patto che  tutti  i sindacati  firmino  l’accordo.  Fisascat  Cisl  e  Uiltucs  ci  stanno.  Invece  la  Fil-cams  Cgil  ancora  non  vuole  accettare.  In  questo senso  va  registrata  una  profonda  divergenza  di  vedute  fra  il  segretario  Filcams  Roland  Caramelle  e  il  segretario  generale  Franco  Ianeselli:  il  «no»  della  categoria  della  Cgil  può  far  saltare  il  salvataggio  del  posto  di  lavoro  di  circa  la  metà  dei  116  esuberi  dichiarati  nella  procedura  di  mobilità.  Stamattina  sono  in  programma,  contemporaneamente,  due  assemblee,  da  una  parte Cisl  e Uil,  dall’altra  Cgil.  Poi si andrà  (forse)  alla  firma  all’ora  di  pranzo.  I segretari  Walter  Largher  (Uiltucs)  e Lamberto Avanzo  (Fisascat  Cisl)  sono  pronti  a  sottoscrivere l’accordo,  ora  che  finalmente  si  è  mossa  Federcoop.  Ma  già  la  proposta  del  Sait  è stata  smussata  rispetto alla  vigilia  dell’incontro di ieri.  In  particolare,  il  consorzio  èdispostoascenderea90licenziamenti  rispetto  agli  originali  116,  applicando  criteri  di  scelta  diversi  rispetto  auna  proposta  «che  aveva  al  suo  interno  il  65%  di  criteri  tecnicoorganizzativi»,  spiega  Avanzo.  Il  compromesso  è  stato  trovato  su  criteri  per  la  scelta  di  chi  esce:  per  il  25%  legati  all’anzianità;  per  il  25%  legati  ai  carichi  familiari;  per  il  25%  relativi  costi  legati  al  livello;  per  il  25%  criteri  «soggettivi ».  Il  Sait  poi  è  disposto  ad  abbassare  la  quota  ad  80  rivedendo  gli  accordi  sulla  produttività  di  chi  rimane  al  lavoro,  quindi  mettendo  mano  al  contratto integrativo.  Si  tratterebbe  però  di  salire  dalla  gestione  di  117  a  135  colli  all’ora  in  un  lasso  di  tempo  di  tre  anni,  con verifiche  dall’esterno  di  esperti  del  Politecnico di  Milano.  Inoltre  per  gli  incentivi  all’esodo  è  stata  messa  in  campo  una  cifra  di  1,3  milioni  di  euro,  con l’aggiunta  di  un  importo  per  la  formazione.    Alla  quota  80  dichiarata  dal  Sait,  Federcoop  aggiunge  la ricollocazione  «garantita»  di  20  lavoratori  usciti  dal  consorzio,  in  un  periodo  di  24  mesi.  È  la  prima  volta  che  Federcoop  scende  in  campo  in  questo modo  e il presidente  Mauro  Fezzi  dice:  «Siamo  intervenuti  solo  nella  parte  finale  per  non  condizionare  i  rapporti  fra  azienda  e  parti  socia   li.  Le  misure potrebbero poi  diventare strutturali,  con la  costituzione  di  un  Fondo  per  gestire le situazioni  di  difficoltà ».  Se  i  dimagrimenti  nel  mondo  del  credito  sono  gestiti,  infatti,  dal  Fondo  esuberi  più  il  Focc,  gli  altri  settori  non  hanno  un  salvagente di questo tipo,  che  Via  Segantini  vuole  rendereper  il  futuro  strutturale.  L’intervento  di  Federcoop  avviene  assieme  a  Promocoop  e a Cooperazione  Salute.  Ci  saranno  incentivi  alle  aziende  che  assumono  i  fuoriusciti  da  Sait;  inoltre si sosterranno  economicamente  e  con  servi   zi  di  supporto  amministrativo  iniziative  di  auto-imprenditorialità  cooperativa promossi  dai  lavoratori.  Verrà  coperta  infine  la  sanità  integrativa  anche  nel  periodo  di  Naspi.    Fezzi  ha  dichiarato:  «Auspichiamo  che  dopo  la  giornata  di  trattative ci possa  essere  una  riflessione  positiva  in  vista  dell’appuntamento conclusivo.  Sarebbe  una  vittoria  di  tutti,  sindacati  dei  lavoratori  compresi,  che  porterebbe  ad  una  significativa  riduzione  del  numero  di  esuberi  annunciati  dal  Consorzio».    La  palla  è  in  mano  ai  sindacati.  Largher,  pensando  alla  Cgil  che  ha  fatto  mettere  a  verbale  il  suo  giudizio  critico  su  tutti  i punti,  avviandosi  a rifiutare l’accordo,  si  chiede  «cosa  succederà  in  assemblea.  Il  punto  di  caduta  immaginato  dai  confederali  era  80,  qui  siamo  arrivati  a  60,  e  ricordiamoci  che  il  primo  annuncio era  statodi135  licenziati.    Vedremo  cosa  diranno  i  lavoratori,  compresi  quelli  iscritti  alla  Filcams».  La  verbalizzazione  dell’avversione  di  Caramelle  a  firmare  ha  fatto  molto  arrabbiare Ianeselli.  Non  sfugge  a nessuno  la  portata  simbolica di questa  vertenza.  C’è da dire che  gli  iscritti  Fil- cams  sono  coloro  che  in  questi  mesi  si  cassa  integrazione  straordinaria  (che  termina  in  aprile  2018,quando  ci  saranno  i licenziamenti)  sono  rimasti  a  casa  e  che  si  aspettano  di  essere  licenziati  definitivamente.  Quindi  la  tentazione  è  di  far  saltare  l’accordo  e  restare  sui  116  esuberi,  insomma  «muoia  Sansone  con  tutti  i  Filistei »,  anche  se  non  è detto  che  saranno  loro  ad  essere  tagliati.  Altri  sono  convinti  che  Federcoop  e Sait  saranno  lo  stesso  solidali  con  i  lavoratori,  pur  con  un  accordo  separato.  Ma  è  tutto  da  vedere.

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