l’Adige – 07 maggio 2024

Scuola. Anche il “caso ferie” nella lista dei contenziosi

Oggi una delegazione delle maestre di scuola materne terrà un presidio in piazza Dante durante il consiglio provinciale per ribadire la propria contrarietà al prolungamento estivo di luglio.
Tra i motivi di lagnanza con la Provincia c’è anche la questione dei cinque giorni di ferie riconosciuti durante l’anno ma che le scuole non sanno come gestire. Un problema su cui il segretario della Uil Scuola, Pietro Di Fiore, lamenta la mancanza di confronto: «Da più di due mesi si attende la calendarizzazione di un nuovo incontro con l’Assessore all’Istruzione: molte le tematiche da affrontare, molte le difficoltà e i nodi da sciogliere dopo l’introduzione unilaterale dell’undicesimo mese di lavoro.»
In realtà il sindacato lamenta in generale una mancanza di comunicazioni e condivisione sulla gestione della imminente stagione estiva. Nessun confronto su come utilizzare le persone in sede di diversa titolarità, a seguito di accorpamenti di scuole; su come rendere concretamente esigibile (ricordandosi anche di
operatori e cuochi) il diritto alle ferie; come valorizzare le attività didattiche.
E dove le risposte sono arrivate sono state negative. Ad esempio per quanto riguarda il FoREG e la domanda di un’integrazione dello stanziamento. Tornando ai cinque giorni di ferie Di Fiore ricorda come prima della firma dell’accordo la Uil Scuola aveva chiesto modifiche al testo per non renderlo ambiguo , senza risultato «Ora – dice – è giunta la nota del Dirigente del Servizio: un vero schiaffo. Il diritto ad usufruire delle 5 giornate non è un diritto assoluto; la malattia non viene conteggiata come servizio effettivo; in caso di ferie già usufruite in difetto del requisito, le giornate verrebbero trasforma-
te in permesso non retribuito. Per UIL Scuola non vi sono le condizioni minime per poter firmare un accordo del genere. L’unica ad aver preso ferie è la Ragione. La ragione di un’Amministrazione che non vuole ascoltare le persone, che non vuole dialogare con chi rappresenta le lavoratrici e i lavoratori della Scuola dell’Infanzia.»

 

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