23 agosto 2020 – Corriere del Trentino

Scuola, educazione fisica a rischioPendenza: «Trovare spazi è difficile»

TRENTO Da una parte c’è la soddisfazione per il nuovo piano elaborato dalla protezione civile, che organizza il rientro in classe in sicurezza. Dall’altra uno stato di incertezza motivato dal continuo flusso di procedure e documenti che aggiungono informazioni senza dare certezze, a meno di due settimane dalla riapertura delle materne (3 settembre, ndr ) e a meno di un mese dall’inizio delle scuole (14 settembre, ndr ). Si riassumono così le sensazioni dei presidi all’indomani dell’annuncio del piano studiato per evitare contagi all’interno degli edifici scolastici.

«Un piano sicuramente positivo, che libera la scuola di un fardello sia finanziario che organizzativo in vista della ripresa — commenta il presidente dell’associazione presidi del Trentino, Paolo Pendenza —. Avevamo segnalato la criticità degli spazi limitrofi alla scuola, perché a rischio assembramenti. Ora dovranno essere studiate modalità di sorveglianza gestite in concertazione». La Protezione civile ha definito il fabbisogno di mascherine (600.000), di gel (11.000) e di banchi singoli (5.952), e tiene sotto controllo i sistemi di monitoraggio dell’anidride carbonica nelle aule, oltre che la gestione delle aree più a rischio assembramenti.

Rimangono ancora diversi nodi da sciogliere e per i presidi è difficile divincolarsi «nel flusso incessante delle procedure». «Nei giorni scorsi, abbiamo ricevuto da Roma le informazioni del documento tecnico scientifico dell’istituto di sanità, nei prossimi giorni usciranno le linee guida provinciali. Con regole indefinite e in continua evoluzione, possiamo solo seguire tutte le novità», continua pendenza. Le incognite da chiarire sono ancora parecchie. «È poco chiaro, per esempio, il concetto di “caso sospetto di Covid-19”. Si fa riferimento alla temperatura superiore ai 37,5 gradi o anche alla sintomatologia? Sono questioni di forma su cui occorrono chiarimenti». Punti di domanda, poi circa l’organizzazione delle pause pranzo, la gestione degli ingressi e l’uso delle palestre. Spazi, questi ultimi, da cui dipende anche la didattica. «L’obbligo di mantenere una distanza di almeno due metri tra gli studenti chiaramente diminuirà la capienza degli spazi — continua il presidente dell’associazione presidi —. Ma sarà un problema di difficile soluzione. Avevamo difficoltà con gli incastri prima del Covid, figuriamoci ora». Il rischio, quindi, è che le ore di educazione fisica vengano sacrificate a fronte di una difficoltà a reperire gli spazi. «Bisognerà vedere da scuola a scuola quali sono i margini organizzativi. È ancora da vedere se e come si avvierà l’attività in palestra», chiarisce Pendenza.

Intanto, nonostante le numerose interferenze del Covid in ambiente scolastico, l’educazione civica non viene sacrificata. Trova posto come insegnamento trasversale. Distribuita, quindi, tra diversi docenti, che un coordinatore dovrà concertare. La giunta ha redatto le linee guida sul tema, chiarendo le tematiche oggetto di insegnamento, oltre che le modalità di valutazione e di collocamento nei piani di studio. Organizzazione politica, economica e sociale, problematiche ambientali, educazione alla salute, nozioni di diritto costituzionale e di conoscenza dell’autonomia speciale: questo il portfolio, a cui ogni classe dovrà dedicarsi per un minimo di 33 ore didattiche. Il voto, poi, farà media con le altre materie. Prosegue l’esperimento di orti didattici e recupero di aiuole, avviato nel 2018 da diverse scuole trentine. Sono stati approvati i criteri che consentiranno alle scuole elementari di avviare nel prossimo triennio le attività di «cultura verde». Il finanziamento messo a disposizione dalla giunta è di 34.800 euro.
I sindacati, invece, scendono in campo per contestare la scelta della Giunta di ricorrere agli stagionali del Progettone come collaboratori scolastici invece di attingere alle graduatorie ordinarie della scuola. «Così si snaturano i lavori socialmente utili e si rende più complicata la gestione delle misure anti-Covid», chiosano i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino.

 

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