Corriere del Trentino – 05 maggio 2024

«Scuola, no alle misure spot»

In linea generale sono tutti d’accordo, ma la nuova iniziativa dell’assessora Francesca Gerosa sulle vacanze extralarge a Pasqua non entusiasma. I presidi la definiscono «sensata e ragionevole», ma per Pietro Di Fiore (Uil) è «una misura spot». Tiepidi gli insegnanti. Ceschi (Sistema educativo) sollecita Gerosa: «I problemi sono altri, attendiamo di parlare con lei». Freschi positivo: «Riduce le disparità».

TRENTO Se si dovesse mettere la proposta al voto probabilmente vincerebbe il fronte dei sì. «D’altronde credo che sul tema tempo-famiglia siamo tutti d’accordo», ragiona Leonardo De Caro, docente di tecnologia nella scuola secondaria di primo grado. Ma la motivazione, espressa dalla vicepresidente e assessora all’istruzione Francesca Gerosa
— «così respirano i ragazzi e i docenti», ha detto — non convince. Perché se è «sensato e ragionevole» evitare le vacanze a singhiozzo e troppe interruzioni «che non fanno bene neppure alla didattica», come sottolinea la presidente dell’Associazione presidi, Maura Zini, non porta nulla al sistema scuola che è in sofferenza e «i problemi sono altri», rimarca il segretario della Uil Scuola Pietro Di Fiore. Inevitabile il collegamento con la discussa richiesta di non dare i compiti a casa durante le vacanze di Carnevale e di Pasqua.
«È la montagna che ha partorito il topolino — commenta il sindacalista — . Mi sembra una misura spot che non risolve i problemi veri. È chiaro che con due festività ravvicinate, come accade il prossimo anno, si allungano un po’ i giorni di vacanza. non sarà sempre così. Ma se si vuole davvero cambiare allora ragioniamo su una vera modifica del calendario». Poi il pensiero di Di Fiore si rivolge alle famiglie: «Siamo tutti contenti di respirare un po’ di più, ma una famiglia con entrambi i genitori che lavorano potrebbe trovarsi in difficoltà e di corre il rischio, come già accaduto in altre occasioni, che i bambini dell’infanzia siano a scuola e gli altri no, così ci saranno genitori con i bimbi più piccoli alla materna e gli altri a casa».
De Caro ha un retropensiero: «Se come insegnante mi oppongo dicono che non sono favorevole al tempo famiglia, ma non è così.Anche secondo me fa bene un po’ di pausa alla fine dell’anno quando i ragazzi sono molto stanchi, ma il prolungamento delle vacanze di Pasqua viene venduto come un’iniziativa bellissima quando in realtà gli istituti hanno già a disposizione due giornate da piazzare a seconda delle esigenze. Ho l’impressione che si cerchi di favorire le famiglie per aumentare il consenso — riflette —. Mi faccio un’altra domanda: le vacanze sono davvero il problema della scuola o come assessora dovrebbe invece occuparsi della didattica intensiva? Abbiamo allevamenti intensivi di studenti, io ho otto classi, 25 persone per classe, quindi 200 studenti. Mi deve dire che tipo di dialogo posso instaurare con questi studenti in un momento della loro vita delicatissimo». Il docente poi riflette sul precariato: «Hanno indetto concorsi impossibili e non c’è nessuno abilitato. Sono le vacanze i problemi della scuola? Mi viene il dubbio che sia un regalo alle strutture turistiche. Se c’è un’attenzione verso gli studenti, come insegnante, darò sempre il mio appoggio, ma in questo momento non vedo i ragazzi al centro, affrontiamo i problemi».
Giovanni Ceschi, presidente del Consiglio educativo e docente di latino, allarga la riflessione: «Si tratta di provvedimenti che sembrano risolutivi e innovativi, ma sono solo escamotage per gestire un calendario che magari così è più compatto ed evita troppe interruzioni. In questo senso posso vedere l’iniziativa in termini positivi purché negli altri periodi si lavori in continuità — premette —. Ma dall’assessora non vorrei sentir parlare di vacanze, ma su cosa ha in mente di fare per cambiare alcune cose quando si è in classe. Continuo a sentire parlare di compiti delle vacanze, ponti, vorrei sentire qualcosa di sostanziale. Vorrei poi sottolineare un altro concetto: la scuola è un istituzione fondamentale. È un valore supremo, ho paura della logica (“non mi riferisco a Gerosa”, precisa) secondo la quale la scuola deve operare per dare meno fastidio possibile alle famiglie».
Ceschi mette al centro altri temi: «La valutazione degli studenti è fondamentale, parlo di equa valutazione dell’apprendimento dello studente e di analisi degli aspetti che non vanno. Sappiamo che gli esami a settembre non funzionano, sono state fatte molte proposte, poi più nulla. Finché si parla di giorni di vacanza pensa di mettere d’accordo tutti, ma quando ci sono in gioco tanti interessi diventa forse più difficile essere popolari. È la mia impr essione». E rimarca: «La scuola ha bisogno di risposte, come Consiglio del sistema educativo abbiamo presentato una richiesta di incontro all’assessora a fine di gennaio, la triade di date promessa non ce l’ho ancora».
Sottolinea gli aspetti positivi della modifica del calendario scolastico, invece, il presidente della Consulta dei genitori Maurizio Freschi: «Non posso che condividere la scelta di inserire un periodo di sospensione delle lezioni tra Pasqua e la festività del 25 aprile in sostituzione della “settimana bianca” nell’attuale anno scolastico — spiega — . In questo modo non si penalizzano quelle realtà legate al turismo invernale, dove questo avrebbe creato delle difficoltà alle famiglie, lasciando comunque la possibilità a tutti di inserire i due giorni a disposizione nel periodo ritenuto più adeguato dai singoli istituti». La delibera — è la visione di Freschi — «riduce la disparità e permette una maggiore autonomia alle istituzioni scolastiche». È convinta della bontà della decisione anche Zini (Presidi): «È ragionevole, quando ci sono pochi giorni tra una festività e l’altra ci sta fare un ponte più lungo. Ci sono meno interruzioni, aiuta di più i ragazzi e le famiglie. È positivo anche dal punto di vista didattico».
È della stessa idea la consigliera Lucia Coppola (Alleanza Verdi Sinistra), ex insegnante. «È una proposta sensata, lo hanno dimostrato gli ultimi ponti: creano più problemi che benefici. Avere un blocco per tutti i ragazzi e i bambini aiuta l’organizzazione anche delle famiglie. Diversamente, sono molto critica sull’apertura di luglio, a tre anni dal Covid non si può spacciare come buona un’iniziativa adottata per rispondere a un’emergenza. È un problema per i Comuni, per i docenti, che devono organizzarsi per ripartire a settembre, e per i bambini che non possono stare nella stessa struttura e con gli stessi insegnanti. È una forzatura che mette in crisi un sistema».
«Responsabili amministrativi, gli organici vanno potenziati»
«Carico sempre maggiore di responsabilità e adempimenti con strumenti introdotti senza una specifica formazione e che non sempre funzionano. Fino ad ora le cose hanno funzionato grazie all’impegno dei singoli ma è ora di ripensare a una dotazione organica che risponda alle esigenze». Lo hanno detto Monica Bolognani di Cisl scuola, Raffaele Meo di Flc Cgil, Pietro Di Fiore di Uil scuola ed Ennio Montefusco di Fgu Satos dopo l’assemblea provinciale unitaria dei responsabili amministrativi scolastici del Trentino. «È necessario potenziare l’organico, offrire percorsi di formazione e di tutoraggio e, soprattutto, garantire stabilità del personale all’interno delle singole istituzioni — hanno aggiunto i sindacalisti —. È sicuramente giunta l’ora di valorizzare il ruolo di questi professionisti. Appare inderogabile una modifica della legge provinciale della scuola in Trentino che ponga fine ai conflitti di competenza all’interno delle istituzioni scolastiche».

 

 

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