30 luglio 2021 –  Corriere del Trentino

Scuola, svelato il piano di Piazza Dante. In campo 100 docenti per le emergenze

I quattro scenari e la Dad. Oggi il documento sarà illustrato in giunta. Dubbiosi Cgil, Cisl e Uil

TRENTO Un «organico di emergenza» con cento docenti pronti a entrare in classe se l’andamento dei contagi dovesse peggiorare e mettere a rischio la scuola in presenza che resta «una priorità assoluta», per usare la parole del premier Mario Draghi. Sarebbe questa la soluzione dalla Provincia, svelata nell’incontro di ieri con le organizzazioni sindacali, per la riapertura del nuovo anno scolastico il 13 settembre.

La Provincia rivela il piano e, come anticipato nei giorni scorsi, disegna quattro scenari diversi a seconda dei colori determinati dall’andamento dei contagi. In zona bianca sarà garantita la frequenza a tutti gli studenti di ogni ordine e grado, se la provincia di Trento dovesse invece diventare zona gialla saranno garantite le lezioni in presenza anche nelle scuole superiori almeno per tre giorni alla settimana (il 70-75% delle lezioni si seguiranno in classe), mentre con la zona arancione cambia lo scenario e la presenza per gli studenti delle superiori sarà garantita al 50% circa, con un’alternanza tra lezioni a scuola e didattica a distanza. Si vedrà poi se sarà riproposta la modalità dello scorso maggio con un ritorno in presenza al 100% delle classi prime e quinte delle superiori e un’alternanza con la Dad per le altre. La strada imboccata dal Dipartimento istruzione sembra questa se il Trentino dovesse diventare arancione per effetto dell’aumento dei contagi spinti dalle varianti del Covid. Con la zona rossa, invece, probabilmente si tornerà tutti in Dad, anche se «gli studenti più piccoli, le scuole primarie di primo e secondo grado resteranno sempre in presenza al 100%», garantisce l’assessore all’istruzione Mirko Bisesti. Il documento sarà illustrato oggi in giunta e nei prossimi giorni verrà consegnato ai sindacati che dovranno presentare le proprie osservazioni entro giovedì. Per venerdì è attesa l’approvazione della delibera. Ma se ieri tutti si aspettavano di discutere il piano, l’incontro con il dirigente del Dipartimento istruzione Roberto Ceccato, l’assessore Bisesti e i segretari generali della scuola della Cgil, Cisl e Uil, si è invece risolto in una breve presentazione dei quattro scenari e un rinvio alla prossima settimana, in attesa anche del diktat che arriverà da Roma. L’appuntamento era fissato per le 14, ma Bisesti si è potuto trattenere solo poche manciate di minuti e poi è dovuto tornare in aula per la discussione sull’assestamento di bilancio.

Sullo sfondo di un piano che sembra però non convincere del tutto ci sono le risorse, poche, o comunque non sufficienti a sdoppiare le classi e garantire la distanza interpersonale che resta una misura prioritaria nelle linee guida del ministero. Lo scorso anno la Provincia ha messo sul tavolo 45 milioni di euro per la scuola, di cui 30 per il personale, a questi vanno aggiunti altri 13 milioni, usati per i supplenti, che saranno approvati in sede di assestamento di bilancio. Totale: 58 milioni. È questa la somma spesa per la scuola lo scorso anno, ma per il nuovo anno tutte queste risorse non ci sono e quindi la Provincia garantisce lo sdoppiamento solo di alcune classi, in istituti scolastici — come Lavis ed Arco, per citare alcuni esempi — che avevano «oggettive criticità». «Siamo intervenuti con la massima attenzione, tanto che alcuni istituti ci hanno ringraziati», spiega Bisesti. L’assessore parla di 20-30 «situazioni specifiche», ossia sezioni. Lo scorso anno era stato garantito uno sdoppiamento di quasi tutte le classi che non potevano garantire le distanze ed erano stati assunti 210 insegnanti. Quest’anno ce ne saranno 100, ma resteranno a disposizione «in caso di emergenza». Altro nodo: i collaboratori scolastici. Lo scorso anno in campo c’erano 110 nuovi assunti più circa 60-70 lavoratori del Progettone, quest’anno vengono confermati solo i 70 del Progettone. «È un piano importante a più scenari», spiega l’assessore che tiene aperta la porta ai sindacati. «Potrà subire delle modifiche anche in corso d’opera, a seconda delle decisioni del governo, dei trasporti, del green pass. Abbiamo cercato di dare massima affidabilità al sistema, ma il governo deve darci il tempo per poterci organizzare al meglio». Le misure di sicurezza restano invariate: sanificazione, misurazione della temperatura all’ingresso, mascherina, mentre sui test rapidi o i tamponi «si sta ancora valutando insieme all’azienda sanitaria».

Dubbiosi i sindacati che si riservano di leggere il documento. «Non è ipotizzabile un organico al bisogno. Oggi la flessibilità fa a pugni con la continuità didattica», afferma la segretaria generale della Flc Cgil Cinzia Mazzacca. «Bisogna creare le condizioni per ripartire,confermano che le misure di sicurezza, igiene e sanificazione ma con meno della metà dei collaboratori scolastici». «Leggeremo la bozza che ci aiuterà forse a capire, hanno messo in campo gli organici pre Covid» ragiona Stefania Galli della Cisl Scuola e chiede risorse per tutto il mondo della scuola, compresi gli asili nido. «La Provincia rispetto al governo nazionale non ha fatto economia perché ha tenuto aperta più tempo ed è un bene, ma in questo momento la scuola ha la precedenza e le risorse vanno messe lì».

Il segretario generale della Uil Scuola, Pietro Di Fiore parla di «un quadro decisamente grigio se non nero». Definisce i cento docenti per l’emergenza dei «ghostbuster» e lancia un appello sul tracciamento. «Si deve intervenire in ogni scuola con test rapidi e agire immediatamente, il green pass è più che altro un viatico, io posso essere un portatore sano e poi se sei vaccinato cosa succede? Ti mettono comunque in quarantena», spiega ricordando il caso di una coppia di genitori vaccinati con il bimbo positivo a Covid. Di Fiore infine sprona la Provincia per lavorare di più sulla prevenzione: «Le misure vanno prese prima».

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