06 aprile 2021 – Corriere del Trentino

Scuola, tutte le incognite del rientro «In aula al 75%? Il problema sono i bus»

TRENTO Tra domani e giovedì 70.162 studenti trentini torneranno di nuovo in classe. Anche se per i 21.273 della secondaria di secondo grado e i 6.005 delle professionali si tratterà comunque di un rientro al 50 per cento. «L’obiettivo — garantisce l’assessore all’istruzione Mirko Bisesti — è e resta quello di far finire loro l’anno al cento per cento. Ma intanto, visto il periodo difficile che abbiamo attraversato, riprendiamo così». Il problema più grosso, nessuno lo nasconde, è quello del trasporto: tra le ipotesi allo studio vi è un rientro al cento per cento almeno per chi usa l’urbano o la rotaia.
Il rientro
Anche se il calendario scolastico prevede in Trentino il rientro dalle festività pasquali per domani gran parte degli istituti ha deciso, a inizio anno, di utilizzare uno dei giorni a disposizione per prolungare le vacanze e dunque per molti la campanella suonerà giovedì. Tutto pronto? «In realtà in Trentino il blocco della presenza è stato di due tre settimane massimo per le scuole secondarie — spiega la sovrintendente Viviana Sbardella — Dunque si riprende come e da dove avevamo terminato». Le primarie hanno riaperto anche due tre giorni prima delle festività, nonostante la zona rossa, per scelta della giunta Fugatti. «L’auspicio — continua — è quello di andare verso il 75% della presenza: anche se abbiamo imparato che certezze non ne esistono, ci sono elementi che ci fanno presagire che non andremo almeno incontro ad altre battute di arresto. Dobbiamo spendere parole di apprezzamento — prosegue — per i ragazzi, i dirigenti, i docenti e in generale tutto il personale che hanno mostrato questa continua capacità di adattarsi alla situazione in costante cambiamento». Ragazzi che dunque forse avrebbero bisogno di veder «ricompensato» lo sforzo con una chiusura dell’anno in classe. «È chiaro — ragiona l’assessore Bisesti — che far chiudere l’anno al 100 per cento ai ragazzi resta il nostro obiettivo, ci stiamo lavorando. Ma per ora, uscendo da un periodo anche piuttosto complicato sul fronte dei contagi, riprendiamo così e poi vediamo».
I trasporti
Uno dei nodi più complessi è quello dei trasporti. La scuola riaprirà con lo schema di trasporto potenziato di gennaio, ossia con 115 autobus (tutti affidati al privato) extraurbani in più rispetto ai tradizionali 420, 20 corse di urbano oltre le consuete 105 e 40 di gomma per potenziare la rotaia. Il costo dell’operazione è di 1,8 milioni annui, in parte ristorate dallo Stato in parte coperte dalla Provincia. Portare la presenza al 75 per cento mantenendo invariata la capienza del 50 per cento su bus diventa arduo. «Non ci sono — spiega il dirigente provinciale del servizio mobilità Roberto Andreatta — materialmente le risorse di mezzi e personale, fatta eccezione per qualche buona situazione locale. L’unica espansione possibile si avrà quando aumenterà il coefficiente di riempimento dei mezzi. Se si arrivasse al limite del 65 per cento sarebbe realizzabile la didattica in presenza per tutti anche per chi usa l’extraurbano». Il 65 per cento però, va detto, significa quasi tutti i posti a sedere occupati, ossia 48 sui 75 (tra cui quelli in piedi) che un bus extraurbano offre, «e quindi ragazzi seduti vicini anche per tratte di un’ora e più». In alternativa, una delle ipotesi messe sul tappeto per una ripartenza al 75 per cento, è quella di mantenere in una prima fase il 50 per cento negli istituti esterni al capoluogo dove prevale l’uso dell’extraurbano e di consentire, per quelli attivi nel capoluogo, il rientro al cento per cento di chi vive nel capoluogo stesso o ci arriva su rotaia. «Ma sono — ci tiene a precisare Andreatta — ipotesi di scuola, che devono tenere conto dell’evoluzione della situazione».
Quello che di certo verrà fatto da domani è il presidio di alcune fermate dei bus, a rischio assembramento in alcuni orari di punta nei centri di Trento (ad esempio Piazza Dante, Port’Aquila, via Travai, via Rosmini), Cles, Cavalese, Tione e Rovereto (come piazzale Orsi o Corso Bettini).
Tamponi e sindacati
Bella stagione e progressione dei vaccini dovrebbero remare dalla parte della scuola in presenza. «Per questo — torna a ribadire Pietro Di Fiore, segretario della uil scuola – insistiamo nel dire che come i sanitari erano i primi da mettere in sicurezza in inverno ora lo è il personale della scuola. Così come sarebbe utile costruire un presidio sanitario negli istituti, affidato alle associazioni di volontariato, che esegua tamponi in caso si presentino dei soggetti positivi in modo da arginare subito il contagio». Per ora sul fronte dei tamponi in Trentino tutto tace: niente presidi e nemmeno screening a tappetto, come previsto in altre regioni: «Pensiamo — conclude l’assessore Bisesti — che la strategia che abbiamo adottato fino ad ora, puntuale e tempestiva, si sia rivelata efficace». E quando arriveranno i salivari? «Intanto andiamo avanti così» conclude.

 

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