Il T – 19 luglio 2023

Settore pubblico. Intesa: 240 milioni per 39mila dipendenti

Sottoscritto tra Provincia e organizzazioni sindacali il protocollo d’intesa che stanzia le risorse per il rinnovo dei contratti di lavoratori e lavoratrici pubbliche del Trentino. In tutto sono previsti 237 milioni di euro per 39mila dipendenti. Piena soddisfazione viene espressa dalle organizzazioni sindacali Cisl del Trentino e Cisl Fp, Cisl Scuola, Uil del Trentino, Uil Fpl Enti locali, Uil Fpl Sanità, Uil Scuola, Nursing Up. Il protocollo è stato sottoscritto nella serata di ieri, dopo una lunga trattativa tra sindacati e Apran, l’Agenzia per la contrattazione della Provincia: le richieste, affermano i sindacati, erano state da tempo presentate e hanno trovato risposta concreta. Una trattativa non scontata per i risultati ottenuti, grazie alle decorrenze degli arretrati dall’1 gennaio 2022.
Il protocollo d’intesa politico, dicono ancora le organizzazioni sindacali, è garante di risorse in stanziamento da parte dell’attuale giunta all’interno dell’assestamento di bilancio e traghetterà le prossime risorse necessarie sul 2024 da parte di chi raccoglierà il mandato dalla prossima tornata elettorale provinciale.
Per 39.000 lavoratrici e lavoratori le risorse impegnate, escluse le una tantum già erogate, sono pari a 115 milioni di euro sul 2022 e 2023, pari al 2,72%, con decorrenza 1 gennaio 2022 e ulteriore 1,87% dal 1 gennaio 2023, 105 milioni di euro sul 2024 pari al 5,91%, 15 milioni per l’ordinamento professionale, progressioni orizzontali e trattamento accessorio di ogni comparto di trattativa ( autonomie locali, sanità e scuola ), 2 milioni per l’aumento del buono pasto a 7 euro. «Diamo l’appuntamento a dopo l’estate – affermano Cisl, Uil e Nursing Up – per assemblee generali di comparto, che possano garantire delucidazioni e confronto con tutte le lavoratrici e lavoratori dei vari settori».
Non è invece soddisfatta dell’accordo raggiunto la Fenalt. Per Maurizio Valentinotti, segretario generale Fenalt, «i dati Istat ci dicono che nel 2022 l’inflazione in Trentino superava in alcuni momenti l’8% e la Provincia per quell’anno vuole riconoscere ai lavoratori un misero 2,99%. Sul 2024 poi tutto è vago ed è rinviato alla prossima giunta. Abbiamo chiesto almeno la cumulabilità del buono pasto e la sua estensione anche alle Rsa e la controparte si è opposta. Non capiamocome Uil e Cisl possano essere soddisfatte. Da parte nostra ci prepariamo allo scontro: i lavoratori del pubblico impiego trentino non possono essere presi in giro».

Scarica il pdf: IL T pubblico ART 190723