26 ottobre 2017 – Trentino

I sindacati: «Caporalato, quadro sconfortante»

L’intervento di Cgil, Cisl e Uil: «Da noi è ancora un fenomeno marginale, ma servono controlli per evitare che le aziende cerchino facili risparmi»

È preoccupata la riflessione dei sindacati confederali dopo i progressi dell’indagine sui 26 braccianti agricoli (tutti legati ad una cooperativa bresciani) fermati nelle scorse settimane nelle campagne della Busa e ora oggetto di un’inchiesta che vede coinvolti in modo congiunto polizia locale dell’Alto Garda e Ledro, i colleghi bresciani e l’Inps trentina.

«È un quadro sconfortante quello che sta emergendo dall’indagine in corso sul presunto caso di caporalato ad Arco affermano dicono Manuela Faggioni, Fulvio Bastiani e Andrea Meneghelli, segretari provinciali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila -Il numero dei lavoratori coinvolti e il pessimo trattamento, o meglio lo sfruttamento, loro riservato, ci indigna profondamente e conferma la necessità di agire in tutte le sedi, legali, contrattuali e culturali, per arginare questo fenomeno».

«Pur consapevoli che in Trentino il caporalato è ad oggi un fenomeno marginale la nostra attenzione deve essere massima – proseguono i rappresentanti delle tre sigle sindacali -. C’è il rischio, infatti, che anche a fronte delle difficoltà economiche alcune imprese si avvalgano di queste società che arrivano da fuori provincia e propongono manodopera con un “pacchetto tutto compreso”. È una pratica illegale perché questi lavoratori vengono sfruttati e il risparmio proposto alle aziende si ottiene solo in modo illecito, non remunerando adeguatamente i lavoratori, non pagando del tutto o in parte gli oneri previdenziali».
E non è secondario ricordare che chi si avvale di questi servizi deve rispondere poi davanti al giudice. «La responsabilità ricade infatti direttamente sull’imprenditore».
Per questa ragione, il sindacato sta lavorando insieme alle associazioni datoriali dell’agricoltura per trovare, anche sul piano contrattuale, una modalità per scoraggiare il fenomeno: «C’è, come opportunamente evidenzia Inps anche in Trentino, una zona grigia, che va monitorata e controllata perché non si estenda e, anzi, perché si riduca. Dunque conclude la nota -sono positive tutte le azioni, anche ispettive, messe in campo per contrastare i fenomeni illeciti», concludono i tre segretari.

Scarica il pdf: caporalato ART 261017