Corriere del Trentino – 13 settembre 2022

Sindacati-Ceccato, prove di dialogo «Prossimo incontro con dati alla mano»

Trento Un incontro non decisivo ma preparatorio, di buon auspicio», avvenuto il primo giorno di scuola, quello tra i sindacati e il dirigente generale del Dipartimento istruzione Roberto Ceccato e le dirigenti Francesca Mussino del reclutamento e Monica Zambotti del servizio istruzione. «È stato un confronto positivo con la volontà di affrontare il reclutamento del personale docente e quello del personale amministrativo e in generale il reclutamento nella scuola», ha sintetizzato Cinzia Mazzacca Flc Cgil scuola. Il prossimo incontro fissato, dati alla mano, sarà il 28 settembre con Ceccato, l’assessore all’istruzione Mirko Bisesti e i responsabili del Dipartimento istruzione «per affrontare, punto per punto, le varie questioni sollevate». Presenti attorno al tavolo c’erano tutte le sigle rappresentative. Oltre a Mazzacca, i segretari provinciali Monica Bolognani Cisl scuola, Pietro Fiore Uil scuola, Ennio Montefusco Satos e Mauro Pericolo per Delsa. L’obiettivo per tutti sarà a fine mese ragionare con i dati alla mano. Anche se Fiore Uil scuola sottolinea: «Si apre un anno scolastico all’insegna del tutto è a posto, ma niente è in ordine!».
Se sul fronte Covid c’è una sola indicazione di «confidare nella speranza», è stato «cancellato l’organico Covid, azzerata ogni attenzione a organico aggiuntivo, nulla sui trasporti o sui presidi sanitari a scuola — prosegue Fiore — qui in Trentino si è persino bloccata la strada virtuosa, iniziata da questa giunta provinciale, dell’abbassamento del numero degli alunni per classe: in alcuni Istituti superiori permangono le cosiddette “classi pollaio” e, nel contempo, è stato ridotto l’organico funzionale che doveva potenziare gli spazi dell’autonomia didattica di ogni singola scuola». E continua: «Da un lato ci dicono di arieggiare le aule magari con i termosifoni a mille poi propongono di ridurre la scuola in presenza». Poi il secondo fronte, sul precariato, «una patologia, endemica, che nella scuola sta arrivando, soprattutto a livello nazionale, a numeri mai visti. Continua ad essere eccessivo, e non legittimo, il ricorso a contratti a termine, a contratti a tempo determinato su cattedre — all’atto pratico — disponibili anno dopo anno, che potrebbero essere coperte con incarico a tempo indeterminato. Questa sarebbe la vera panacea per garantire la continuità didattica non i pasticci come quelli realizzati con l’introduzione dell’articolo 93 della Lp. A oggi le misure introdotte non sono garanzia né dei diritti delle persone di scuola, né dei nostri ragazzi», affermano Monica Motter e Annuscka Brugnara della Segreteria Regionale. L’obiettivo è uno solo: ricorrere al contratto a tempo determinato solo per le supplenze o per una
parte di organico funzionale (meno di un 10% del totale). La strada da percorrere è quella dei concorsi per titoli e delle immissioni in ruolo totali, cancellando la distinzione surrettizia tra cattedre vacanti e cattedre disponibili.

 

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