30 giugno 2019 – Corriere del Trentino

Superstore, appello al presidente Simoni. Alta adesione allo sciopero contro i licenziamenti della squadra pulizie e l’incertezza sul futuro I sindacati si rivolgono al nuovo leader del Sait. «Valori cooperativi o solo attenzione ai conti?»

Una cinquantina di lavoratori all’ingresso a protestare, tre casse aperte all’interno del Superstore. Buona parte dei clienti che non si fermava all’invito dei lavoratori a fare dietro front, ma da qualcuno la solidarietà invece arrivava, fra gli applausi. Fra fischi e sirene si è svolta così la prima mattinata di picchetto contro la dirigenza del Sait. Sul tavolo lo stop all’appalto esterno delle pulizie, che provocherà il licenziamento di 7 persone, la richiesta che siano banconieri e addetti alle casse a occuparsene, ma soprattutto l’incertezza per il futuro del punto vendita, che molto probabilmente verrà ridimensionato, si dice del 40%.
Il Superstore di Trento sud fra qualche giorno formalmente diventerà al 100% del Sait, il consorzio che negli ultimi anni ha licenziato 80 persone, ridotto il contratto integrativo dopo 4 mesi di proteste, chiuso la partita delle grandi superfici con l’uscita di scena di Alleanza 3.0 e la vendita di Rovereto a Despar. «Dopo tutto quello che è successo i lavoratori sono veramente arrabbiati — dice Walter Largher (Uiltucs) —. Si vorrebbero evitare forzature continue, con la dirigenza che mette di fronte al fatto compiuto». Le pulizie verrebbero distribuite al personale con rischio demansionamento, secondo i sindacati. «Sarebbe utile avere un interlocutore sulle cose critiche — continua Largher — sul ridimensionamento ad esempio a noi non hanno mai detto nulla». Per Lamberto Avanzo della Fisascat Cisl le 7 persone dovrebbero essere assunte direttamente con la clausola sociale, anche a tempo determinato, in attesa di capire quali saranno gli sviluppi.
Per Roland Caramelle, segretario della Filcams Cgil, «l’adesione è superiore a tutte le aspettative, visti i condizionamenti che ci sono stati». Il personale al lavoro presumibilmente era composto più che altro da somministrati, non da assunti. «Questa reazione dei lavoratori è emblematica, l’ultimo sciopero che hanno fatto è stato per ragioni nazionali vent’anni fa. Oggi quello che chiedono è rispetto — prosegue il segretario Filcams —. I lavoratori sono già carichi e ora si vuole aggiungere anche l’onere delle pulizie». Poi Caramelle affronta il nodo politico: «Il Sait ha un nuovo presidente, Roberto Simoni: se vuole dare un segnale diverso deve smetterla di fondare la gestione solo sul far quadrare i conti, se interessano un minimo i valori della cooperazione. Faremo partire subito una richiesta d’incontro. Temo che l’indirizzo politico non conti e comandi solo il direttore Picciarelli. Per dire, insediandosi a Rovereto Aspiag ha cercato subito un dialogo con i sindacati, mentre il Sait è molto arrogante. Questa manifestazione è stata un banco di prova, abbiamo iniziato soft».

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