27 ottobre 2020 – Trentino

Telecamera in classe? No al «grande fratello»

La Didattica digitale integrata (Ddi) è l’offerta didattica digitale intesa come complementare alla didattica in presenza. La normativa ha stabilito che può essere attivata, attraverso delibera del Collegio docenti, nella scuola secondaria di secondo grado (licei e istituti superiori). L’obbligo di attivazione in tutte le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado è previsto solo in caso di nuova sospensione delle attività didattiche, vale a dire in lockdown e, per estensione, nei periodi in cui un intero istituto o singole classi siano poste in quarantena.
Nell’ultima riunione con la Provincia, giovedì scorso, la richiesta dell’amministrazione è stata quella di offrire la possibilità di collegamento in modalità sincrona di singoli alunni alle lezioni frontali in presenza. Cosa significa? Significa fornire l’aula di strumenti audio/video in modo che la lezione, proposta come di consueto in classe, possa essere fruita «in sincrono» da alunni non presenti. La proposta può apparire al cittadino comune come un ottimo servizio, un qualcosa d’innovativo, di smart. La cosa si ammanta anche di nobiltà nel momento in cui va incontro a singoli alunni che per motivi sanitari siano impossibilitati a frequentare le lezioni. E l’opposizione del sindacato a questa possibilità potrebbe essere letta dallo stesso cittadino come mera «paura» da parte degli insegnanti di essere colti in fallo. Non è così, non ce n’è bisogno: nessuna professione è soggetta ad un «controllo implicito» quanto quella del docente. Un «grande fratello» in aula sarebbe davvero inutile, oltre ad essere uno spreco di denaro investito per attrezzare tecnologicamente gli ambienti.
Ci preme anche ricordare che la scuola si è sempre occupata degli studenti fragili, di quelli cioè che per gravi motivi di salute non possono frequentare le lezioni in presenza e, ancor più in questo periodo, gli insegnanti si stanno impegnando a fondo per dare loro l’opportunità di fruire delle proposte didattiche.
L’introduzione della telecamera in classe apre poi altre questioni: una di queste legata alla privacy, disciplinata per la Ddi da un decreto ministeriale. Si evince che titolare del trattamento dati personali è la singola istituzione scolastica e quindi il dirigente scolastico con il supporto del responsabile della protezione dati personali: dati degli allievi, dei docenti e non docenti. Sono disposti i dirigenti scolastici ad assumersi questa responsabilità che li sottoporrà ad un rischio altissimo di azioni legali, data la probabilità che la privacy non possa essere correttamente tutelata? E altrettanto le famiglie. Sono consapevoli del rischio civile e penale che potrebbe correre conseguentemente ad un uso scorretto di video/audio da parte di loro stessi in qualità di genitori, magari in buona fede, come la registrazione e l’invio di video lezioni a terzi? O ancor più probabile, si rendono conto della evidente possibilità che i loro figli, magari solo per goliardica ingenuità, potrebbero utilizzare, manipolare e poi diffondere materiale e di questa azione, qualora lesiva della dignità altrui, dovrebbero risponderne, magari con onerosi risarcimenti?
E adesso veniamo a noi insegnanti: come professionisti sappiamo che didattica a distanza e didattica in presenza non sono la stessa cosa. La preparazione della lezione non è la medesima, gli strumenti e i materiali proposti non sono sempre collimanti. Chi crede che una lezione preparata per essere vissuta in presenza sia efficace anche a distanza non ha la minima competenza di quali siano le strategie che sottendono al processo di insegnamento/apprendimento.
Infine un’ultima riflessione. È vero che ormai lo Statuto dei lavoratori sta andando a brandelli, è vero che la politica ti fa volgere sempre lo sguardo verso chi sta peggio di te, in modo da non risolvere né i tuoi problemi, né quelli dell’altro, ma è giusto aprire le porte acriticamente a questa idea di individuo «radiocollarato», studente, alunno o insegnante che sia?

 

Giovanna Terragnolo

Segretaria regionale della Uil scuola

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