11 febbraio 2022 – l’Adige

«Trasporto pubblico a chiamata e le fermate urbane garantite»

«Non ci sarà alcun stravolgimento delle fermate urbane ed extraurbane». L’assessore alla mobilità del Comune di Arco Gabriele Andreasi replica così alle dichiarazioni di Nicola Petrolli, segretario di Uiltrasporti, che ha criticato la volontà dell’amministrazione comunale si spostare la stazione delle autocorriere da via Baden Powell al parcheggio di Caneve (nella foto grande a destra). Tema che sarà discusso nei prossimi giorni in un incontro a cui parteciperanno proprio Andreasi e la dirigenza di «Trentino trasporti», e che potrebbe dare il via formale definitivo al trasloco della stazione. «Avremo un incontro con il direttore di Trentino Tasporti» spiega Andreasi. «Chiariamo subito che la fermata del centro in via Baden Powell rimane, semplicemente si evita il giro attorno all’edificio della vecchia autostazione e la sosta con le coincidenze. L’unica modifica sostanziale è l’introduzione della fermata a Caneve. Una volta avuto l’ok di Trentino Trasporti – osserva l’assessore – possiamo procedere con l’incarico formale e la progettazione dell’opera. Sarà una struttura molto semplice, un prefabbricato o comunque una struttura leggera con una pensilina e dei servizi igienici, nulla di impattante. Attendiamo però di avere la sicurezza al 100% prima di poter procedere». Lo studio realizzato da «Netmobility» ha già confermato la fattibilità dello spostamento della stazione: «La fattibilità è stata confermata, siamo tranquilli» spiega sempre l’assessore, intenzionato a portare avanti il trasloco in tempi celeri.C’è poi un altro progetto di cui l’assessore Andreasi discuterà con i vertici di Trentino Trasporti: l’introduzione del trasporto pubblico «a chiamata» nella zona dell’Alto Garda sulla falsariga di quello che avviene a Rimini e in altre città turistiche: «Nel suo studio sul trasporto pubblico, l’ingegner Seneci ha proposto un sistema a chiamata. Anziché avere un percorso fisso, l’app riesce a calcolare le fermate più vicine, per la partenza e la destinazione, usando un percorso che viene calcolato al momento. È un sistema molto utile nei sistemi turistici come il nostro. Ne abbiamo già parlato con la Provincia, che si è dichiarata disponibile. Da appurare l’aspetto dei costi, che dobbiamo accollarci noi come amministrazione comunale». Come riporta lo studio di «Netmobility» redatto dall’ingegner Seneci, pur se presenti in Italia fin dagli anni Novanta, «i sistemi a chiamata (Drt dall’inglese Demand Responsive Transport) non hanno mai avuto grande diffusione. Si tratta di servizi di trasporto che vengono attuati solo su richiesta dell’utente, sviluppati in genere per le aree a domanda debole (cioè in presenza di domanda troppo bassa per giustificare itinerari fissi e rigidi) o per trasporto di particolari categorie di utenti (utenti con difficoltà motorie, turisti), o in particolari fasce orarie a bassa frequentazione». Nello studio «si ritiene che sussistano le condizioni per la implementazione di questo tipo di servizio», in particolare modo «a partire dalla necessità di strutturare un servizio che dia risposte anche alle esigenze di mobilità dei turisti, in genere con caratteristiche più frammentate e meno organizzate di quelle di un residente: possono essere dettate da decisioni repentine (per esempio per cambiamento delle condizioni meteo), avvenire in ore serali o notturne (il ritorno all’albergo dal ristorante), richiedere il servizio per più persone contemporaneamente (l’intera famiglia, un gruppo di amici). Questo tipo di servizio ben si sposa anche con una città polarizzata e diffusa quale è la somma dei tre comuni (Arco, Riva, Nago-Torbole) oggetto di studio».

 

Scarica il pdf: ADIGE Trasporti ART 110222