13 maggio 2017 – Trentino

Il tribunale passa alla Regione ma rischia di rimanere vuoto

L’assemblea dei sindacati confederati a palazzo di giustizia: sul tavolo molti pensionamenti in vista e mancano tutele per chi sceglierà di rimanere con lo Stato. «Tabelle di equiparazione da rivedere»

Il tribunale è ad altissimo rischio con l’imminente passaggio di competenze dallo Stato alla Regione. Lo sostengono i sindacati confederati che ieri hanno indetto un’assemblea alla quale hanno partecipato tutti i circa 30 dipendenti amministrativi del tribunale e della Procura. I temi all’ordine del giorno non mancano, come spiegano i sindacalisti Giuseppe Pallanch (Cisl), Luigi Diaspro (Cgil) e Carlo Alberto Incapo (Uil). «In vista a Rovereto c’è un’imponente ondata di pensionamenti, almeno 5 nell’arco di un anno, ed altri seguiranno, senza che sia stato stabilito un minimo criterio per il turnover. Inoltre, c’è da affrontare il nodo del trasferimento delle competenze tra chi andrà in pensione e chi si accinge a sostituirlo. Amministrare la giustizia non è un lavoro come un altro, richiede competenze tecniche molto specifiche. Su questi aspetti abbiamo recepito l’impegno del presidente della Regione Arno Kompatscher a individuare possibili soluzioni in tempi brevi, ma si tratta di una dichiarazione d’intenti alla quale non sono finora seguiti atti ufficiali». Ma se i problemi interni che si riflettono sulla qualità del servizio ai cittadini sono in essenza questi, ce ne sono altri che vanno a toccare aspetti delicati per chi in tribunale lavora tutti i giorni. A partire dalla difficile scelta che i dipendenti dovranno esprimere a breve, ovvero il capitolo del “diritto d’opzione”. I lavoratori potranno infatti scegliere se passare alle dipendenze della Regione o rimanere nell’amministrazione statale, ma in questo secondo caso ci si deve adeguare a trasferimenti o ad essere “parcheggiati” in strutture che fanno capo all’amministrazione giudiziaria. «Noi chiediamo che i lavoratori possano anche richiedere la mobilità su altri ambiti della pubblica amministrazione, come dogane o agenzie fiscali spiega Diaspro -, opportunità che in questo momento non è prevista dalla normativa. Ci sono poi dei problemi sull’inquadramento del personale che sceglierà di passare alla Regione, dove ad esempio, le qualifiche professionali non sempre coincidono con le attuali mansioni. Sono previsti corsi di riqualificazione, per i quali il presidente Kompatscher ha assicurato risorse adeguate, ma non è chiaro chi potrà parteciparvi e se attraverso la riqualificazione sarà possibile mantenere e valorizzare le competenze acquisite. Il problema riguarda alcune funzioni, quelle degli operatori giudiziari e dei cancellieri, che nell’equiparazione dei ruoli non sono inquadrate dalla Regione». L’assemblea di ieri ha dato pieno mandato al sindacato di proseguire la trattativa con la Regione, che già lunedì si incontrerà a Trento con i vertici nazionali dell’amministrazione giudiziaria.

Scarica il pdf: tribunale ART 130517