Corriere del Trentino – 23 giugno 2023

Troppe presenze negli stessi posti «Overtourism? Manca la cultura»

«Un cittadino che si lamenta si trova sempre, c’è chi lo fa anche a Natale, per i mercatini. La verità è che il sovraffollamento si verifica solo in certi luoghi e proprio perché i visitatori si fermano sempre alle stesse destinazioni, val di Fassa, val Badia, val Gardena… eppure anche la val di Non è bellissima, per esempio, ed è ancora poco sfruttata». Nel dibattito sull’ overtourism avviato ormai da settimane, tanto a Trento quanto a Bolzano, il presidente del Club alpino italiano Carlo Alberto Zanella cerca di spostare l’attenzione dai numeri al merito, senza per questo risparmiare qualche bacchettata agli escursionisti «della domenica» come alle amministrazioni che giudica poco lungimiranti.
Se di eccesso turistico si parla da settimane, l’accelerata al dibattito è stata data dalla ricerca dell’università altoatesina che spiegava come l’87% dei residenti bolzanini si dica contrario a un aumento delle presenze. L’insofferenza della popolazione va intercettata e l’assessore trentino al Turismo, Roberto Failoni, ha risposto allo studio spiegando come la Pat abbia «anticipato i tempi», puntando su una destagionalizzazione sempre più marcata. E di una dilatazione continua degli arrivi parla anche la presidente della Società alpinisti tridentini, Anna Facchini: «Il nostro compito non è fare promozione turistica — precisa subito — noi abbiamo l’incarico di mantenere circa seimila chilometri di sentieri e 34 rifugi di proprietà (che a breve saranno 35 grazie a una prossima riapertura). Attività che ora sono cambiate anche nelle tempistiche: gli impianti aprono prima, già a maggio, pure i ritmi degli alpeggi sono cambiati di conseguenza». Una rivoluzione lenta ma inesorabile, che se ne porta dietro un’altra: «I rifugi sono di molti tipi, ci sono quelli che fino alla settimana scorsa avevano ancora la neve sulla porta e quelli che si raggiungono comodamente, più a valle o con la funivia. Proprio questi ormai sono sempre più sfruttati come ristoranti, non per i pernottamenti». Ecco allora che la facilità di arrivo spesso coincide con scarsa consapevolezza: «C’è chi chiama per sapere dove parcheggiare l’auto a ridosso del rifugio, questo ci fa interrogare sul tipo di comunicazione che è necessaria, anche per spiegare i rischi della montagna. Il turista escursionista è quello che ha più bisogno di essere accompagnato».
Zanella carica ulteriormente: «Ci sono rifugi con la musica a tutto volume, la gente che balla sui tavoli e il parco giochi per i bambini. Sono ancora rifugi? Mi sembra che lì la gente non vada per godere della montagna, ma del farsi vedere: ci si concentra nei posti dove si concentrano tutti». Il numero uno del Cai non è morbido nemmeno verso i recenti investimenti impiantistici («Non ci servono altre funivie per gli sciatori, ce ne sono già abbastanza, eppure stiamo creando collegamenti ovunque con la scusa delle Olimpiadi») e neppure nei confronti del cicloturismo: «Un errore puntarci tanto: i sentieri non sono fatti per le biciclette, chi fa manutenzione dei percorsi si lamenta da tempo dei danni. Il risultato sarà un allargamento generale».
E a Failoni risponde invece la Uil Tucs, con le voci di Walter Largher e Alessia Tedeschi: «Da anni i temi cruciali sono due : essere attrattivi dal punto di vista lavorativo e contrattuale, avere a disposizione alloggi per i lavoratori stagionali. Una minoranza di imprese hanno investito in entrambe le criticità, ma il Trentino ha bisogno di comunicare che è tutto attrattivo e non singole imprese. Alla politica il compito di usare le giuste leve economiche e di interloquire con i diversi interessi in campo. Se non lo fa, o se immagina progetti che però non sono sostenuti da azioni concrete o peggio guarda all’immediatezza dei piccoli risultati o interessi individuali non si farà il bene del turismo e nemmeno del Trentino nella sua interezza».

 

Scarica il pdf: CORRIERE turismo ART 230623