23 gennaio 2018 – Trentino

Troppi alloggi ancora sfitti. La Uil lancia l’allarme

“Dopo l’allarme delle associazioni di solidarietà sociale, del sindacato e delle stesse associazioni di categoria delle imprese immobiliari, sull’enorme numero di appartamenti sfitti in Trentino e sull’escalation delle procedure di sfratto per morosità, oggi giunge la brutta notizia che se nel 2016 con Trieste (+10,3%) subito avanti, Trento (+6,3%) seguiva subito dietro riguardo il rialzo dei canoni d’affitto residenziali, nel 2017 l’incremento maggiore dei prezzi delle locazioni delle abitazioni spetta alla nostra Regione”. Lo comunica Walter Alotti, segretario generale della Uil del Trentino. “Secondo il rapporto sugli affitti del marketplace immobiliare “Idealista” il prezzo delle locazioni, elaborato sui prezzi di offerta, ha accelerato nel 2017, soprattutto nella seconda parte dell’anno. E nonostante la situazione del mercato offra buone condizioni per l’acquisto e le ristrutturazioni (in Trentino supportate anche dalle misure pubbliche di incentivo all’acquisto ed alla ristrutturazione delle abitazioni), sempre più italiani e trentini optano per una soluzione flessibile come l’affitto, un fenomeno già affermato a livello europeo che va affermandosi anche in Italia. “In Trentino – continua il segretario generale Alotti – rimane assolutamente enorme e bloccato il numero di alloggi privati sfitti, una situazione scandalosa che la Uil ha rimarcato più volte nel tempo e per la quale non si parla più del Fondo di garanzia per l’affitto, varato un paio di anni fa e finito nell’oblio, per inspiegate complicazioni burocratiche, unico strumento annunciato, ma appunto mai decollato, per rimettere sul mercato i tanti alloggi sfitti dei locatori privati”. Per la Uil del Trentino “le soluzioni nella nostra Provincia non possono passare solo per l’estensione della platea dei beneficiari dell’integrazione canone delle locazioni private, misura richiesta dal Sindacato unitariamente ed accolta e varata dalla Giunta in questa Legge di Bilancio, ma piuttosto, attraverso il rilancio dell’edilizia pubblica, dei piani di housing territoriale che realizzano alloggi a canone moderato da affiancare a quelli a canone sociale e con l’individuazione di sistemi di garanzia ai proprietari privati, spesso piccoli, che non affittano più i loro immobili”.

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