Il T – 20 dicembre 2022

Tunnel Loppio-Busa, blitz dei carabinieri: ispezione sul cantiere

NAGO TORBOLE Una giornata intera di controlli al campo base del cantiere per il tunnel della Loppio-Busa. È successo lo scorso giovedì, quando i carabinieri della compagnia di Riva del Garda, insieme agli ispettori del lavoro e all’Unità operativa prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (Uopsal) di Trento, hanno bussato alle porte degli uffici del consorzio Sac, ditta appaltatrice della più grande opera pubblica trentina, in località Mala, sopra l’abitato di Nago.
I controlli, cominciati alle nove di mattina e terminati alle sette di sera, sarebbero stati finalizzati a svolgere accertamenti sulla regolarità contributiva generale. I militari e il personale di ispettorato e Uopsal avrebbero quindi preso in analisi i libri paga, verificato presenze e registri amministrativi per accertare anche le posizioni dei singoli lavoratori (contributi, orari di lavoro, rispetto dei contratti). Gli accertamenti sarebbero ancora in corso. I carabinieri mantengono il riserbo, ma la visita di giovedì scorso è stata confermata anche dall’Ispettorato del lavoro e dalla Uopsal.
Quello che è certo è che per un’intera giornata, il lavoro degli uffici che coordinano le operazioni dentro e fuori dal tunnel sarebbe stato interrotto dagli inquirenti. Gli stessi uffici che, qualche giorno dopo i controlli, minimizzano: «Succede che facciano controlli, è normale, non è successo nulla», dicono dai container della Mala, senza menzionare il controllo dei registri contabili. Certo è che giovedì scorso nessun operaio è stato sentito dalle forze dell’ordine, le cui indagini si sono concentrate sui documenti presenti all’interno degli uffici.
Alla Mala, oltre ai container dedicati a centrale tecnica e amministrativa, ci sono anche quelli adibiti ad alloggi per gli operai. Sono circa una settantina quelli che «abitano» lì. E così alcuni operai che quella mattina stavano dormendo, alla fine delle undici ore di turno (ebbene sì, i turni durano anche 11 ore) notturno nelle gallerie, sono stati svegliati dai carabinieri, entrati nei container dove vivono i lavoratori nell’ambito dei controlli.
Al centro del lavoro degli inquirenti però c’erano gli uffici, rimasti chiusi ai dipendenti per tutta la giornata. Gli operai, ad ogni modo, restano oggi concentrati sul lavoro quotidiano. Un lavoro che, come era stato denunciato nei mesi scorsi dal consigliere provinciale delle liste Futura, Paolo Zanella, è fatto di «turni massacranti, fino a 250 ore al mese», e che ha provocato un turn over di lavoratori rilevante, oltre a mettere in moto i sindacati.
Intanto, a partire da domani, il cantiere sarà ufficialmente chiuso per ferie e riprenderà dopo le festività natalizie, il 4 gennaio. Tutti gli operai vengono da fuori regione, lavorano anche di notte, senza pause, per consegnare all’Alto Garda un’opera attesa da anni. È recente il giubilo degli amministratori provinciali e locali in occasione della caduta dell’ultimo diaframma di collegamento tra i due imbocchi della galleria di servizio, ancillare al vero e proprio tunnel, un passaggio che renderà tutti i lavori più facili e veloci, consentendo ai mezzi del cantiere di dribblare il traffico di passo San Giovanni. La festa delle scorse settimane però poco si intona all’ispezione di giovedì 15 dicembre.
Quello della Loppio-Busa per i sindacati, Cgil, Cisl e Uil, è stato un «cantiere maledetto» fin dal principio. «All’inizio abbiamo dovuto lottare per ottenere che gli alloggi dei lavoratori fossero ad uno standard accettabile» racconta Fabrizio Bignotti della Filca Cisl. Dello stesso avviso Matteo Salvetti della Feneal Uil: «Il cantiere ci ha dato problemi fin dall’inizio. Il primo risultato importante, che abbiamo conquistato unitariamente come sindacati, è stato nel 2020. Quando l’azienda ha accettato di installare una timbratrice in azienda per tracciare i turni dei lavoratori».
«Adesso serve un passo in più –sottolinea Federico Crotti di Fillea Cgil –. Al momento i dati dei badge sono acquisiti dall’azienda e non dall’ispettorato del lavoro come era stato richiesto dall’accordo. Se il badge è a uso interno il lavoratore invece di sentirsi tutelato si sente ancora più scrutinato dall’azienda. Per questo abbiamo chiesto più volte alla Provincia, l’ultima un mese fa, che fosse il servizio lavoro ad acquisire in tempo reale i dati delle strisciature. Questo a cascata comporterebbe anche un maggiore controllo sulla turnistica e sulle buste paga». I sindacati si sono separati alla firma di un secondo accordo con l’azienda sulla turnistica, che stabilisce turni di 9 ore con la possibilità di arrivare a 10 con gli straordinari su base volontaria per i lavoratori. Uil e Cisl lo hanno sottoscritto: «Lo abbiamo fatto perchè abbiamo pensato fosse meglio regolare la situazione piuttosto che lasciare una giungla. Il risultato è che abbiamo ottenuto un premio di 500 euro per i lavoratori. Ovvio che sarebbe meglio fare meno ore di lavoro ed è imperativo che non se ne facciano di più» spiega la Uil. «Non abbiamo firmato quell’accordo perché non rispetta il turno su 8 ore come previsto dall’intesa con il Ministero dei trasporti sui lavori a ciclo continuo. Quella turnistica garantisce rispetto della sicurezza, dei lavoratori e del corretto funzionamento del cantiere» dice la Cgil. Quello su cui sono tutti concordi è che la Provincia può e deve fare di più: «Ci aspettavamo che sul cantiere più importante del Trentino ci fosse maggiore attenzione» conclude Federico Crotti.

 

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