05 marzo 2020 – Trentino, Corriere del Trentino
Turismo. L’allarme degli albergatori: «Perdita di 140 milioni nei mesi di marzo e aprile»
TRENTO I numeri non lasciano indifferenti: un milione di presenza in meno solo fra i mesi di marzo e aprile, che corrispondono a una diminuzione di circa il 60% rispetto al dato dello scorso anno. Con una perdita economica stimata in quasi 140 milioni di euro. E nel capoluogo il calo di presenze e di prenotazioni è quasi del 90%.
Dati che ieri pomeriggio sono finiti sul tavolo della giunta esecutiva dell’Asat (l’associazione albergatori e imprese turistiche), riunitasi proprio per fare il punto della situazione e analizzare non solo gli effetti del Coronavirus sulla stagione turistica in corso (con alberghi che hanno già dovuto chiudere i battenti). Ma anche i possibili contraccolpi futuri: preoccupa la cancellazione di congressi ed eventi culturali e ancora di più l’avvio della stagione sul Garda. Con il rischio che molti alberghi non riescano ad aprire. L’incognita, in questo caso, è quella di individuare delle misure di sostegno. Senza contare che i tour operator hanno attivato, dove possibile, la cancellazione gratuita della prenotazione.
«Per quanto ci riguarda, ci siamo attivati immediatamente sia a livello locale che nazionale» ha spiegato al termine della riunione di giunta il presidente di Asat Gianni Battaiola. Che ha giudicato positivamente la costituzione del tavolo di crisi per il settore del turismo: un momento di confronto che avrà cadenza settimanale (ogni lunedì) e punterà a indicare misure condivise. «Ieri (martedì, ndr) — ha spiegato Battaiola — le associazioni datoriali hanno incontrato la giunta provinciale per una nuova valutazione della situazione. A seguito di tale confronto è in fase di valutazione un supporto economico da parte della Provincia alle aziende coinvolte nella situazione di crisi». Tra questi strumenti, anche interventi per l’abbattimento dei costi di finanziamento che gravano sulle imprese. «Ad esempio — ha precisato il presidente — la sospensione dei mutui per le aziende in difficoltà per un periodo di 18 mesi, sia per il pagamento degli interessi sia per la parte del capitale. Ancora, come già accade per le “zone rosse”, la giunta sta prendendo in considerazione l’ipotesi di sospendere i termini di versamento di imposte e di contributi da parte delle aziende che vanno verso la crisi».
Ma se gli incontri in questi giorni si susseguono fitti, a guardare da fuori questi confronti sono, «allibiti», i sindacati. «Siamo sconcertati» tuona il segretario della Cgil Andrea Grosselli. Che insieme a Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil) dà voce a un malessere crescente. «Siamo esterefatti — scrivono i tre segretari — perché anche di fronte all’emergenza Coronavirus e alle sue possibili gravi conseguenze economiche ed occupazionali la giunta esclude dal confronto sulle misure anticrisi chi rappresenta le 190.000 lavoratrici e lavoratori dipendenti in Trentino». In sostanza, dopo l’incontro di lunedì della scorsa settimana, i sindacati non sono più stati invitati ai tavoli. «C’è un emergenza — sbotta Grosselli — e chi rappresenta i lavoratori non viene coinvolto. La forza dell’autonomia è sempre stata quella di stare tutti assieme. Non ci sono figli e figliocci». Tanto più, ricorda, che i sindacati avevano chiesto un comitato tecnico per confrontarsi sulla tutela della salute dei lavoratori. «Una proposta — spiega il segretario della Cgil — che era stata sostenuta anche dal coordinamento imprenditori. Ma che non ha avuto alcuna risposta».
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