15 giugno 2019 – Corriere del Trentino

 Welfare, più spazio al mercato. «Cultura, poco coinvolti» Partiti gli Stati generali. Alotti e Grosselli: difendere la qualità del lavoro

È iniziata ieri la due giorni conclusiva degli Stati generali della montagna. All’interno del parco di Comano Terme, dopo la cerimonia di apertura con i saluti iniziali del governatore Maurizio Fugatti, sono iniziati i gruppi di lavoro divisi per aree tematiche: governance; paesaggio, ambiente e territorio; sviluppo economico e coesione territoriale; accessibilità ai servizi. Nella serata di oggi le conclusioni e la restituzione all’assemblea plenaria.
Molti i partecipanti e diverse le aspettative rispetto a «quello che ne uscirà». Qualcuno parte con qualche pregiudizio, come Luigi Casanova: «È stata un’operazioneascolto molto debole, molte categorie sociali e del volontariato non sono state volontariamente coinvolti, ad esempio gli ambientalisti. Mi aspetto poco in termini di risposte concrete ma non posso negare che ci siano potenzialità straordinarie. Forse per la prima volta — ammette l’esponente di Mountain wilderness — possiamo mettere in sinergia le varie filiere economiche e sociali del nostro territorio: turismo, agricoltura, volontariato».
Tarcisio Michelotti è sindaco di Drena, chiede concretezza. «Ho apprezzato l’idea del confronto ma bisogna saper tradurre le idee in percorsi reali». Spiega che i comuni di montagna — «e il Trentino è tutto montagna, diverso dalle realtà della pianura» — costano di più, hanno necessità di servizi diversificati: «Ma per evitare che tutti scappino a valle vanno rafforzate le risorse. Chiediamo servizi essenziali, non pretendiamo mica tutto in ogni paesino», sottolinea il sindaco di Drena.
Tra chi ha partecipato ai tavoli di lavoro anche Dino Sommadossi, anima delle iniziative alla Centrale Fies. «Devo ammettere che il tema della cultura sembra assente dal dibattito. Forse ci sarebbe voluto più tempo, la complessità dei temi è elevata». Ma quanto è importante la cultura nella difesa e nella valorizzazione di un territorio? «Se c’è uno strumento che serve per capire in che direzione andare è proprio la cultura, ma non solo sul piano dell’intrattenimento e sulle tante belle iniziative che già si fanno. Parlo della cultura come modo per dare visione a cosa significhi abitare territori come i nostri. Solo la cultura — aggiunge Sommadossi — possiede la forza di una visione collaterale, ma spesso la cultura viene associata solo al teatro, alla musica, come qualcosa di contorno, come fiore all’occhiello. E così non deve essere perché deve essere strumento che guarda lontano, che immagina il Trentino dei prossimi anni».
Anche dal sindacato arrivano proposte. E un’accusa: «Il tema del lavoro è assente — afferma Walter Alotti della Uil — ma comunque ci siamo per dare i nostro contributo al fine di incentivare l’occupazione nei luoghi periferici. Proporremo un piano che riguarda la sistemazione degli acquedotti, per incentivare il lavoro e per difendere l’ambiente».
Anche la Cgil è presente con Andrea Grosselli della segreteria provinciale. «Il tema dell’occupazione è declinato dal punto delle attività economiche. Questa è un’ottica legittima ma noi porteremo un altro punto di vista. Punteremo l’attenzione sulla qualità del lavoro e delle retribuzioni — spiega Grosselli — e per questo è necessario creare valore aggiunto anche nei settori tradizionali. Se si crea lavoro di bassa qualità, discontinuo, mal remunerato — conclude — difficilmente le persone rimangono in loco, soprattutto nelle valli».
Dai tavoli di lavoro, dove la discussione si è protratta per tutto il pomeriggio, sono emersi alcuni indirizzi. Dai territori arriva la richiesta alla Provincia di invertire la tendenza in tema di welfare, non più centro erogatore di servizi ma volano per il Terzo settore, la società civile e libero mercato. Questo permetterebbe di evitare di ingigantire la macchina pubblica, «delegando» al privato e alla cooperazione alcuni servizi alla persona. Sul tema della governance è stato invece sollevato il problema dell’eccessiva burocratizzazione, mentre per lo sviluppo economico si individuato il binomio identità-innovazione come quello imprescindibile per la salvaguardia delle realtà di montagna.

Scarica il pdf: Welfare ART 150619(1)