8 marzo 2017 – Trentino

«Preparate e determinate» Le donne viste dagli uomini

Ritratto di Signora, l’otto di marzo: dalla politica alle associazioni, alle forze dell’ordine Così il potere maschile disegna l’altra metà del cielo, forti e volitive, ma non ovunque

8 marzo 2017: le donne Trentine marciano divise sulle strade delle manifestazioni, compatte sull’obiettivo da raggiungere, le pari opportunità. Lo sciopero globale, promosso dalle femministe di “Non una di meno, in provincia sarà a macchia di leopardo. La sola adesione ufficiale è quella della Flc Cgil, nel mondo della scuola, qualche ora di insegnamento oggi salta; all’università il Senato accademico è chiamato oggi ad approvare un documento sul linguaggio di genere; la Cisl organizza un convegno sulla sicurezza nell’ottica di genere, la Cgil illustra il protocollo sottoscritto a San Valentino sulle molestie e le violenze nei luoghi di lavoro; la Uil programma le riflessioni il 10 di marzo. Il dato: gli uomini stimano le donne, ne apprezzano competenza, duttilità, capacità. L’elenco è lungo. La sintesi è quella del mondo accademico: nell’università di Trento l’88,2% degli ordinari è uomo, l’ 11. 8% donna. Cambio di prospettiva.

Con gli occhi degli uomini nel mondo delle donne. Il politico di questa giornata è Rodolfo Borga, di Civica Trentina. Misogino? «Fama immeritata, costruita ad arte. Quando ero sindaco non credo mi abbiano votato solo gli uomini», scappa un sorriso a fior di labbra. Passa subito. Analitico, asciutto, puntuale, Borga conta le donne in aula, sono sei. « In un contesto provinciale come il nostro, 500 mila persone, per arrivare a certi livelli o c’è un partito che da un forte sostegno, ed oggi lo potrebbe forse garantire solo il Pd, oppure molto si gioca nel pubblico, nella conoscenza che l’altro ha di noi, per professione, impegno sociale o altro. Per una donna con famiglia credo questa sia ancora una strada difficile. Il problema però non è trovare dei canali privilegiati, sono gli stessi elettori a non voleri. Forse è proprio nelle donne che manca l’interesse verso la politica. Dove vogliono le donne sanno arrivare e con risultati sorprendenti. Senza bisogno di leggi, per inciso. Perché ai vertici le donne ci sono, in molte professioni, ma invece in politica ci sono poco? Più della metà degli elettori sono donne. Sulla doppia preferenza: sono le donne a dover scegliere, non certo l’imposizione di una legge provinciale». Una donna del passato che stima? «Maria Teresa d’Austria, ma anche madre Teresa di Calcutta e Giovanna d’ Arco».
Da Trento all’ Alto Garda e Ledro, con il comandante della municipale Marco D’ Arcangelo. «Il 30 % del comando è rappresentato da donne. A Rovereto, 34 anni fa, ricordo la prima donna assunta per concorso, Tiziana Pezzato. Era la fine degli anni 80. Portò la gentilezza, insieme a capacità, determinazione, intelligenza. Forse le donne studiano di più, sicuramente sono molto preparate. Nelle situazioni di pericolo, emergenza, hanno un approccio diverso, hanno intuito, la loro presenza è fondamentale».
Roberto De Laurentis, a capo di Assoartigiani, vanta una componente femminile notevole, oltre il 65% sono donne sulle 17 sedi dell’associazione . «Io distinguo solo tra intelligenti e non, non tra uomo e donna». Da imprenditore informatico ricorda le programmatrici assunte alla fine degli anni 80. C’erano i computer, non i personal computer. «Ieri come oggi, noto grande volontà di applicarsi, capacità, senso di appartenenza. Fedeltà. Delle 10 mila imprese iscritte ad Assoartigiani, 3200 sono imprenditrici. «Hanno retto alla crisi».

Valerio Pappalardo dirige il carcere di Trento dal 2014. «Una ventina le agenti in servizio, più funzionari e amministrativi. Le donne sono eccezionali. Hanno forza, grazia nell’agire, intelligenza e prontezza. Hanno cambiato il modo di comunicare, in un ambiente duro come questo. Anche i detenuti hanno mutato atteggiamento, rispetto ad un tempo, non solo a Trento, ovunque. Fino a qualche anno fa vedevano la donna, oggi l’agente. Io le trovo eccezionali, soprattutto per quella capacità di coniugare lavoro e famiglia. E non è facile, lo so bene».

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