l’Adige – 08 ottobre 2022

Accessi boom, ma medici dimezzati. Al Pronto soccorso di Arco 14.600 pazienti, con tre dottori invece di sette. Varagone (Uil): assunzioni urgenti

ARCO -Dal primo gennaio a ieri gli accessi al Pronto soccorso dell’ospedale di Arco sono 14.614. Nell’intero 2021 sono stati 15.916. Anche con una stima prudente degli accessi da oggi a fine anno, l’incremento è del 10%. D’altra parte prima del Covid gli accessi al Pronto soccorso erano di più: nel 2017 avevano superato i 18mila. Il calo degli ultimi anni però è da attribuire ai casi classificati in codice bianco e verde, cioè con urgenza minore o non urgenti. Viceversa sono esplosi i casi urgenti e, soprattutto, i codici rossi, cioè le situazioni di emergenza, quasi raddoppiate. Di fronte a questo quadro, il numero dei medici del servizio, già insufficiente, continua a diminuire fino a dimezzarsi: il primo novembre uno dei quattro dottori va a Bolzano, ne resteranno due a tempo pieno e una part time rispetto ai sette che sarebbero previsti in organico.
Per coprire i buchi, Provincia e Azienda sanitaria chiamano due o tre medici cosiddetti gettonisti, cioè liberi professionisti pagati a ore per tamponare le carenze di organico. L’altra soluzione dovrebbe essere l’utilizzo dei medici di Medicina interna, che all’ospedale arcense e negli altri ospedali trentini, eccetto Trento e Rovereto, costituisce un’unica unità operativa insieme al Pronto soccorso. Nei dati forniti a giugno dall’assessora provinciale alla salute Stefania Segnana, l’unità operativa integrata Medicina interna e Pronto soccorso di Arco contava complessivamente 13 medici a tempo pieno più un part time rispetto ai 15 previsti in organico.
«Ma da Medicina i medici non vanno in Pronto soccorso, non funziona -sostiene Giuseppe Varagone, segretario della Uil Flp Sanità -La situazione ad Arco è sempre più problematica. Chiediamo assunzioni di personale. Invitiamo l’assessorato a farsi carico dei problemi assumendo medici di pronto soccorso, non a scavalco». Se non altro, aggiunge Varagone, non ci sono carenze di infermieri e operatori socio-sanitari (Oss): «Quelle si concentrano negli ospedali di Trento e Rovereto».
Il lavoro dei sanitari è stato particolarmente intenso nei mesi estivi, quando l’ospedale copre le esigenze di un’ampia area turistica. Nei primi cinque mesi dell’anno, aveva comunicato a suo tempo l’Azienda sanitaria, gli accessi al Pronto soccorso di Arco sono stati 6.896. Da giugno a settembre, cioè nei quattro mesi della stagione estiva, siamo a 7.700. Se l’ultimo trimestre segue la media gennaio-maggio, il totale annuo supererà i 17mila accessi contro i meno di 16mila del 2021.
I numeri sono in calo sul pre-Covid. Nei primi cinque mesi del 2019 gli accessi al Pronto soccorso di Arco erano stati 7.243, mentre tra gennaio e maggio di quest’anno sono meno di 6.900. Ancora più alti i numeri del 2017. Tuttavia il calo è da attribuire ai casi classificati di minore urgenza o non urgenti: i codici bianchi, ad esempio, sono dimezzati dai 953 del 2019 ai 465 di quest’anno, anche per i timori del Covid. Viceversa, sono in aumento i casi più urgenti: i codici rossi hanno visto un’impennata del 15% dal 2019 e del 50% dal 2017.
Da qui l’allarme del sindacato per le carenze di personale. Che ad Arco restano anche a Radiologia e Psichiatria, mentre sembra essere stata risolta la situazione di Pneumologia.

Scarica il pdf: ADIGE sanita ART 081022