21 luglio 2020 – Trentino

All’asilo distanze impossibili: «A settembre sarà il caos»

L’allarme. I sindacati denunciano le situazioni in cui il protocollo di sicurezza non viene rispettato, risulta difficile anche garantire gli accessi scaglionati. E oggi le scuole lavorano con metà bambini: molti iscritti rimangono a casa

TRENTO. Le scuole materne sono aperte ormai da un mese, ma a giudicare dai giudizi di chi ci lavora ancora navigano in alto, altissimo mare. Per i sindacati, ma anche per gli enti gestori, si è persa la funzione educativa e pedagogica. In più, spesso anche i protocolli sanitari non vengono rispettati alla lettera per non perdere quel poco di funzionalità che è sopravvissuta ai tempi del post Covid. Tanto per cominciare, i famosi ingressi scaglionati si sono rivelati difficili da applicare alla mattina, con code di genitori all’ingresso delle scuole. Per non parlare del famoso patto con le famiglie che spesso e volentieri non viene rispettato: già adesso i bambini che frequentano le scuole per l’infanzia sono dimezzati rispetto a un mese fa, molti vanno in classe saltuariamente venendo meno all’impegno alla continuità.
E’ una situazione che potrebbe diventare esplosiva a settembre con la frequenza di tutti i bambini iscritti. In complesso il quadro inquieta molto i sindacati, come spiega Marcella Tomasi della Uil Scuola: “Siamo molto preoccupati perché ormai siamo alla fine di luglio e non si vede un piano chiaro e applicabile. Ci stanno dicendo che cambierà tutto, ma non si sa come. E questi protocolli che sono stati applicati in estate hanno dato parecchi problemi come è stato evidenziato dalle varie assemblee che abbiamo tenuto nelle scuole. Ci segnalano moltissimi problemi un po’ dappertutto”.
Bianca Francesconi della Flc Cgil rincara la dose: “Doveva essere una sperimentazione in vista della riapertura di tutte le scuole, ma abbiamo visto che questa non è scuola. O si applicano rigidamente i protocolli o si fa scuola. L’amministrazione ancora non ha fatto una valutazione di come sta andando e noi siamo molto preoccupati. Di solito si pensava alla riapertura di settembre già in giugno, ora siamo a fine luglio e non c’è un pensiero”. Anche la direttrice della Federazione delle Scuole Materne Lucia Stoppini sottolinea che quella di queste settimane non è scuola, ma qualcosa di diverso: “Non ci sono le condizioni ottimali perché sia davvero scuola. Le cose dovranno cambiare per forza a settembre considerando che ora siamo aperti con pochi bambini, soprattutto a luglio si sono dimezzati, ma alla riapertura ci saranno tutti”.
Marcella Tomasi spiega che i protocolli hanno creato parecchi problemi: “All’interno delle classi, come già si immaginava, è impossibile rispettare il distanziamento. Poi tutte le regole che riguardano l’igienizzazione e la sanificazione dei giochi non sempre è possibile rispettarle. E’ previsto che i cuochi non escano dai locali della cucina per ovvie ragioni igienico sanitarie, ma ci è stato segnalato che in molte realtà vengono usati per attività di supporto come il ricevimento dei bambini alla mattina. E proprio l’ingresso della mattina si è rilevato un momento difficile dal momento che è difficile rispettare le distanze e spesso si creano assembramenti. I pasti vengono consumati in classe per evitare che ci sia affollamento nelle mense, ma poi sono gli stessi genitori che spesso non rispettano il patto sottoscritto e portano i figli a singhiozzo. Si era chiesta continuità e invece abbiamo visto che molti bambini vanno a scuola un giorno sì e due no. Vanno al mare e poi magari tornano in classe. In questo modo, però, la norma precauzionale di creare gruppi fissi con sempre gli stessi bambini e gli stessi insegnanti non ha più senso”.
Anche Bianca Francescani spiega che le difficoltà sono molte: “Gli insegnanti ce la stanno mettendo tutta, ma il loro impegno viene in gran parte assorbito dal rispetto del protocollo sanitario. Per non parlare delle segnalazioni sul fatto che non sempre si riesce ad applicare il protocollo e che ci sono famiglie che non rispettano il patto. L’impressione, a questo punto, è che il protocollo sia diventato interpretabile”.
Cinzia Mazzacca della Cgil Scuola spiega che sono molte le cose che non vanno: «Avevamo chiesto un tavolo permanente con la Provincia e l’Azienda sanitaria per valutare passo dopo passo l’andamento della sperimentazione delle materne riaperte, anche per valutare come riaprire tutte le scuole. Ma non hanno voluto seguirci su questo. E il protocollo non viene pienamente applicato. Ora siamo a fine luglio e vogliono riaprire il 3 settembre, ma non si sa come”.

 

Scarica il pdf: materne ART 210720