Alloggi pubblici, positiva la riapertura delle graduatorie per chi non ha dieci anni di residenza
Ora però si cambi la legge ed il regolamento sulla casa evitando che questa discriminazione sia reiterata in futuro e si torni ad investire sulla casa
“Riaprire le graduatorie per l’alloggio pubblico per gli anni 2019 e 2020 consentendo di fare domanda anche a chi a meno di dieci anni di residenza in Italia è una decisione positiva. Con questa scelta, infatti, la Giunta Fugatti ancora non si adegua alla sentenza del Tribunale di Trento che aveva ordinato alla Provincia di adottare un piano di rimozione della discriminazione attraverso la modifica del regolamento in materia di alloggi pubblici, ma almeno temporaneamente per le annate 2020 e 2021 Fugatti torna sulle proprie decisioni”.
Per i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil del Trentino la decisione dell’Esecutivo è quindi un primo passo nella direzione giusta, ma non ancora sufficiente. Le tre confederazioni auspicano, infatti, un reale cambio di rotta che metta in archivio una legge discriminatoria e ingiusta, che non fa altro che creare differenze tra persone e famiglie che si trovano in un oggettivo stato di bisogno abitativo. Da qui la sollecitazione a cambiare la norma provinciale. “Le politiche della casa non si possono fondare sull’esclusione di qualcuno da tutti i benefici provinciali solo in nome della provenienza – insistono Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -, bensì dovrebbero garantire una risposta a tutti coloro che non hanno i mezzi per avere un’abitazione, sulla base della condizione economica oggettiva e a partire dai nuclei familiari più fragili”.
Attualmente a causa di questa legge, dichiarata discriminatoria e contrastante con il diritto dell’Unione Europea dal Tribunale di Trento, ci sono centinaia di nuclei familiari che non possono accedere ad un alloggio a canone sociale, ma neppure a canone moderato, né agli strumenti di sostegno al canone di affitto.
Quello del vincolo sulla residenza, come hanno sempre sostenuto Cgil Cisl Uil, è solo una “foglia di fico” per coprire il vero problema: la carenza di alloggi pubblici e a canone moderato. Serve invece una vera politica della casa, tornando ad investire sulla realizzazione di alloggi pubblici, rifinanziando il fondo di housing sociale per il canone moderato e rafforzando la capacità di ristrutturazione e affidamento agli inquilini di alloggi di risulta. “Dobbiamo purtroppo constatare, invece, che anche nell’ultima manovra varata dalla Giunta sul tema casa non c’è nulla. A dimostrazione che è più facile fare scelte demagogiche che non creano soluzioni, ma illudono di dare risposte, alimentando le differenze nella nostra comunità”, concludono i tre segretari provinciali.
Trento, 20 aprile 2021
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