Il T – Domenica 12 Gennaio 2025

Appalti, basta sfruttare i lavoratori

 

L’accusa

Il sindacato contro la concessionaria del marchio Despar. Stefano Picchetti, segretario generale di Uiltucs Trentino Alto Adige, commenta il sequestro di 8 milioni di euro ad Aspiag Service Srl, concessionaria del marchio Despar, per frode fiscale e sfruttamento dei lavoratori. «Uno schiaffo in faccia a chi ogni giorno si guadagna da vivere onestamente. È un sistema che calpesta la dignità delle persone, riducendole a meri numeri per abbassare i costi e massimizzare i profitti. Non possiamo accettarlo», si legge in una nota del sindacato.

Sistema contestato

«Gli appalti non sono il problema in sé – osserva Picchetti – ma lo diventano quando vengono trasformati in uno strumento per sfruttare i più deboli. Non dobbiamo rassegnarci a questa deriva». Il sistema degli appalti di servizi nasce per garantire un costo inferiore rispetto alla gestione interna del servizio. Eppure, dice il sindacalista, «in pochi si fermano a riflettere sul perché una portinaia, un uomo delle pulizie, un guardiano o una lavoratrice della logistica costino di meno quando sono gestiti da società in appalto. La risposta è tanto semplice quanto inquietante: salari più bassi, meno tutele, contratti precari. Questo non è risparmio: è sfruttamento».

Uiltucs e la dignità del lavoro

Uiltucs ricorda poi la coincidenza che Aspiag Service abbia sede in via Bruno Buozzi a Bolzano, nella nostra regione. Bruno Buozzi è stato uno dei padri della Uil e un simbolo di lotta per la giustizia sociale e per la dignità del lavoro. Un legame simbolico che secondo il sindacato deve fare riflettere profondamente su quanto ci sia ancora da fare per onorare quei valori che Buozzi ha incarnato: lavoro equo, rispetto e diritti per tutti.

Ciò detto, la sigla riconosce l’importanza del principio di presunzione di innocenza e confida che la magistratura, come sempre, svolgerà il proprio lavoro con scrupolo e rigore, accertando le responsabilità di chi ha eventualmente agito al di fuori della legge.

«Non è solo una questione di legalità, ma di rispetto per le persone, per il lavoro, per la nostra società – continua Picchetti – La Uiltucs non rimarrà a guardare, servono azioni chiare e immediate». La richiesta è quindi quella di «controlli veri, non solo sulla carta, per fermare le frodi e garantire che le regole siano uguali per tutti, e sanzioni esemplari per chi sfrutta il lavoro e alimenta queste pratiche».

Cambiamento culturale

Ma controlli e sanzioni non sono sufficienti «se non vengono accompagnati da un cambiamento culturale: gli appalti non devono essere sinonimo di precarietà, ma strumenti per creare valore, non per distruggerlo. La dignità non è una voce di bilancio da tagliare. È un diritto fondamentale e non arretreremo di un millimetro nella difesa di chi lavora», conclude il segretario.

 

Scarica il pdf: IL T ART appalti 120125