11 ottobre 2019 –  Trentino, Corriere del Trentino

Appalti e lavoro, i dubbi di sindacati e imprenditori

 

TRENTO. La proposta è stata messa ai voti ed approvata con il sostegno di Masè, Savoi, Dalzocchio e Moranduzzo e l’astensione di Ghezzi, Marini, Rossi e Tonini. Ma durante le audizione nella prima commissione per il disegno di legge 29 (proponente il presidente Fugatti) che integra l’articolo 32 della legge provinciale di recepimento delle direttive europee per il rafforzamento della tutela del lavoro negli appalti pubblici, sono
emerse richieste di modifica sostanziali, in particolare da parte di sindacati e imprenditori. E Tonini (Pd) ha spiegato la sua astensione proprio come conseguenza dell’aver ascoltato dubbi dei soggetti intervenuti in audizione e dalla necessità di apportare delle modifiche che ne tengano conto. Ma partiamo dai sindacati con Cgil, Cisl, Uil Fenalt che erano rappresentati da Maurizio Zabbeni, Michele Bezzi, Stefano Picchetti, Maurizio Valentinotti e Patrizia Emanueli. Che hanno espresso parere positivo sulla ratio della legge che intende chiarire la corretta applicazione della clausola sociale, ritenuta “opportuna e coerente con i principi comunitari e giuridici consolidati”, pur osservando che serve un intervento di carattere generale e complessivo. I sindacati hanno dunque riformulato l’intero articolo 32, prevedendo indicazioni di applicazione della clausola rafforzata, valorizzando il confronto sindacale tra le parti e l’assunzione di responsabilità delle stesse all’interno di un percorso di contrattazione preventivo, introducendo l’obbligo di applicare l’articolo 32 a tutti gli affidamenti e non solo in caso di gara. Per il Coordinamento imprenditori hanno partecipato alle audizioni Marco Segatta e Marzia Albasini (Associazione artigiani), Fausto Manzana e Roberto Busato (Confindustria), Ferruccio Veneri e Mauro Bonvicin (Confcommercio), Alessandro Ceschi (Cooperazione). Un tema molto tecnico e delicato, ha esordito Fausto Manzana di Confindustria. Qui abbiamo ha spiegato tre o quattro attori in gioco, i lavoratori, gli enti, le imprese e l’utente al quale andiamo a derogare il servizio. Con questo intervento però non si tengono in considerazione tutte le componenti e in equilibrio i diversi interessi. Nessuno mette in discussione i diritti dei lavoratori, però ci sono aspetti che devono essere valutati dall’eventuale subentrante e da una nuova impresa che dovesse aggiudicarsi l’appalto. Credo che la ratio sia far rispettare i contratti sottoscritti dalle associazioni sindacali e datoriali, ha aggiunto: ferma la retribuzione lorda e l’anzianità, gli ad personam vanno lasciati liberi all’attività imprenditoriale. Questo perché le cose cambiano e l’ente ha diritto di modificare gli obiettivi dell’appalto. L’ente che emette il bando deve avere la possibilità di rivalutare le esigenze ed introdurre degli elementi di variazione, innovare qualora lo ritenga opportuno. Questo disegno di legge è necessariamente emendabile perché possa reggere, ha concluso.

 

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