24 ottobre 2019 –  Trentino

Appalti, le opposizioni chiedono lo stop. Fugatti:«No, è urgente»

La nuova legge. Incontro ad alta tensione tra sindacati e consiglieri. Cgil, Cisl e Uil: «La giunta liberalizza i subappalti» Il governatore: «Altri bandi in arrivo, serve subito un intervento per rimediare a quanto fatto da chi ci ha preceduto»

Il governatore ieri è stato a Milano per incardinare la procedura che porterà la Provincia alle Olimpiadi del 2026. Maurizio Fugatti è riuscito a tornare in città poco prima delle 17, con l’aula consigliare che nel frattempo si era confrontata su altre tematiche. Ma dell’attesa legge sugli appalti di servizio (che a questo punto arriverà in aula oggi) si era comunque parlato in un incontro ad alta tensione emotiva, tra una delegazione sindacale ed una di consiglieri provinciali. Al termine praticamente tutta l’opposizione si era convinta che la legge fatta, ed emendata, dal presidente della Provincia, doveva essere sospesa e rinviata, perché inutile e dannosa. «Dopo l’annacquamento delle norme a tutela dell’occupazione e delle retribuzioni nei cambi appalto la giunta provinciale punta liberalizzare i subappalti, stralciando di fatto il limite del 40% previsto dalla legge nazionale, è sbagliato», attaccano Cgil, Cisl e Uil.
Ma partiamo dalla fine. Da quando Maurizio Fugatti è arrivato in aula: «Va ricordato con grande chiarezza che su questo tema degli appalti di servizio noi partiamo da un accordo sottoscritto proprio dai sindacati con chi ci ha preceduto al governo della Provincia. Un accordo che ha portato a questa situazione: a quello dell’Università, al bando delle pulizie del Comune. Oltre al bando da 80 milioni di euro che creerà, una volta assegnato, tanti problemi. Quindi noi dobbiamo intervenire d’urgenza su questa materia perché ci sono altri bandi in arrivo. Questa è la ratio, quella di una situazione pregressa, causata da altri. Le modifiche rispetto al disegno di legge andato in commissione riguardano due aspetti, innovazione tecnologica e personale già in capo alle aziende, minimali rispetto al forte intervento che facciamo e che obbliga la riassun zione dei lavoratori a quelle condizioni economiche. Non tutte le imprese saranno in grado di dimostrare di poter rispondere alle due eccezioni per poter derogare. Si tratta di un provvedimento innovatore che non esiste in altre regioni: se noi -chiude Fugatti ci dovessimo fermare e riportare in aula la legge tra due, tre mesi, sarebbe tardi. Ora l’approviamo, pronti se dovessimo vederne la necessità a rimetterci mano».
La riunione con i sindacati di metà pomeriggio, sollecitata da Paolo Ghezzi, Futura, e accordata dal presidente Walter Kaswalder si è giocata per un po’ su un’immagine di una legge che pareva salvifica e che ora, modificata, delude le parti sociali. Molto dura Paola Bassetti (Filcams Cgil): «Qui ci sono con noi lavoratori dell’Azienda sanitaria, e sono 800 in tutto, impiegati per 500 euro al mese. Diversi di loro sono alla soglia dei 60 anni e chiedono la garanzia di continuare a poter contare su queste 7 euro lorde all’ora, per un lavoro umile ma prezioso, verso il quale la politica deve assumersi una responsabilità. Altrimenti dimettetevi». Ugo Rossi, Patt, avendo governato la Provincia sino a un anno fa, conosce la questione: «Io fin dall’inizio avevo detto “attenzione”, perché la materia è delicata e bisogna contemperare i diritti dei lavoratori ma anche la libertà del mercato e dell’impresa» come a dire che garantire tutto a tutti non è possibile. Ma poi ha affondato lo stesso il colpo: «Appena quattro mesi fa la maggioranza ha fatto passare una legge che introduce il criterio del massimo ribasso per tutti gli appalti di piccole dimensioni. Si sbaglia, si continua a sbagliare». Oggi è probabile il muro contro muro.

Scarica il pdf: ART 241019 appalti