17 maggio 2021 –  l’Adige

Asili, sindacati contro Bozzarelli

Non sono piaciute ai sindacati confederali le dichiarazioni dell’assessore comunale Elisabetta Bozzarelli sul lavoro delle maestre negli asili nido nella settimana di San Vigilio. Ieri i segretari generali di Fp Cgil Luigi Diaspro, della Cisl Fp Giuseppe Pallanch e della Uil Fpl Marcella Tomasi hanno replicato con nettezza: «Siamo noi ad avere l’impressione che -in questa fase di particolare complessità -la politica cerchi soluzioni semplicistiche e orientate strumentalmente al consenso». Nel caso dell’apertura dei nidi nella settimana di San Vigilio, tornano a spiegare le ragioni della contrarietà per quest’anno: «Ci sarebbero ricadute sui bambini e sulle operatrici per i disagi che si determineranno nella frammentazione delle ferie da smaltire: non più in una settimana predeterminata per tutti, ma in giornate diverse, con poche o nessuna sostituzione, sia per i nidi comunali sia per quelli gestiti dalle cooperative». Dunque, spiegano, «l’assessora Bozzarelli eviti giudizi tranchant e supponenti. Non è il sindacato a non capire la società e i lavoratori», ma non servono scorciatoie che incidano negativamente sulle condizioni di lavoro e sulla qualità dei servizi, contando sulla demagogica contrapposizione tra gli aumentati bisogni dei cittadini e i dipendenti che assicurano i servizi pubblici».
Di altro tenore la presa di posizione di Silvia Zanetti, consigliera comunale di «Si può fare!» che chiede che nelle graduatorie per i nidi siano lasciati posti alle mamme che lavorano. Nei giorni scorsi è uscita la graduatoria annuale nidi del Comune di Trento. A fronte di mille domande sono stati assegnati circa il 60% di posti, ma «già dalle prime ore dall’uscita della graduatoria sono cominciate le prime avvisaglie di quegli enormi disagi che le coppie trentine con bimbi piccoli iniziano a provare. Il tutto dipenderebbe dai protocolli legati al Covid. Ma la realtà è evidentemente un’altra. Sembra incredibile -sostiene Zanetti -che il Comune si sia trovato di fatto impreparato a gestire questo tipo di emergenza, peraltro prevista con largo anticipo». Se non ci sono posti, si chiede Zanetti che si fa? E se entrambi i genitori lavorano, cosa fare? Costringere la mamma lavoratrice a lasciare il lavoro? Quindi chiede Zanetti: «Non è forse il caso di valutare di dare precedenza, almeno nella seconda chiamata, ai bimbi delle coppie dove anche la madre lavora? Vogliamo tutelare o no il lavoro delle donne?»

 

Scarica il pdf: ADIGE asili ART 170521