26 gennaio 2022 – Corriere del Trentino

Assalto al palazzo dell’istruzione Il coordinamento studentesco: «Per Lorenzo, morto in azienda»

TRENTO Un altro assalto alle istituzioni si è registrato nella notte tra lunedì e martedì a Trento. Ieri mattina infatti l’ingresso del palazzo dell’istruzione di via Gilli era imbrattato di vernice rossa. No vax arrabbiati? La matrice è diversa. Lo hanno chiarito gli autori del gesto, il coordinamento studentesco Trento, che oltre alla vernice ha fatto comparire una scritta in nero «A Lorenzo, morto di Pcto».

Il riferimento è a Lorenzo Parelli, il ragazzo di 18 anni di Udine morto in un incidente nell’azienda dove svolgeva il suo percorso di alternanza scuola lavoro. Era per altro il suo ultimo giorno. Nella sua nota la Provincia non menziona la scritta e si limita a stigmatizzare l’atto vandalico con una «condanna ferma e netta. L’attacco al palazzo dell’istruzione — dice Mirko Bisesti, assessore all’istruzione — è un attacco a tutta la scuola, che sta affrontando la pandemia con grande forza, passione e volontà di proseguire un servizio fondamentale per le famiglie e gli alunni».

«Per l’ennesima volta le istituzioni locali — scrive in risposta il coordinamento — invece di prendere posizione nei confronti dell’uccisione di Lorenzo preferiscono condannare la nostra iniziativa». Eppure «non si può trattare il caso di venerdì come un incidente: Lorenzo è stato ucciso da un sistema che ci mette a lavorare gratuitamente, senza tutele e senza conoscenze».

Anche Pietro Di Fiore (Uil scuola) condanna l’atto vandalico in sé ma al contempo chiarisce che così come era nata l’idea dell’alternanza scuola lavoro «a noi non è mai piaciuta. Va detto, in Trentino problemi di sicurezza e tutela dei ragazzi non li abbiamo ma il fatto di Udine è avvenuto ed è di una gravità inaudita. Io penso che questi percorsi debbano rimanere nelle scuole ma cum grano salis, senza imposizioni e lasciando all’autonomia scolastica la gestione». Per il direttore di Confindustria Roberto Busato, che premette come la sicurezza sia in realtà “la” condizione di base per qualsiasi imprenditore, la questione è diversa: «Mi chiedo se sia intellettualmente onesto porre sullo stesso piano una tragedia straziante e il dibattito intorno a un istituto che per altro ha dimostrato il suo valore per i destini dei giovani. Ragazzi e ragazze che grazie all’alternanza scuola lavoro hanno praticato conoscenze apprese sui banchi. Da parte nostra dunque il richiamo è alla salvaguardia di queste esperienze, se condotte, come ovvio, in conformità con la norma. Il loro valore incide sulla possibilità di entrare più velocemente e stabilmente nel mondo del lavoro con competenze adeguate».

Scarica il pdf: scuola ART 260122 2