26 gennaio 2022 – l’Adige

Reddito di cittadinanza, più assegni. Il commento. Cgil, Cisl e Uil valutano positivamente l’uso di questo strumento. «Deve essere mantenuto» «È l’impatto della crisi Covid. E la Provincia ha risparmiato 16 milioni»

 

TRENTO -L’incremento delle domande per il reddito di cittadinanza non stupisce i sindacati, come spiegano i segretari di Cgil Cisl Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti. «La crisi economica imposta dalla pandemia e dal conseguente lockdown ha impattato negativamente sui redditi delle famiglie. Molti lavoratori sono rimasti in cassa integrazione per mesi, il mancato avvio della stagione invernale ha lasciato a casa migliaia di stagionali del turismo. Nel 2020 sono andati persi 17mila contratti. Tutti fattori che hanno inciso sulla condizione economica delle famiglie così che viene rilevata dall’indicatore Isee l’anno successivo, quindi nel 2021». Diversa la situazione in provincia di Bolzano; qui le domande sono state 681 nel 2021 contro le 595 del 2020. Il numero nettamente inferiore è legato al fatto che in provincia di Bolzano il cittadino può fare domanda solo per uno dei due interventi, e quanti hanno i requisiti chiedono il sostegno provinciale. In Trentino, invece, il reddito di cittadinanza si coordina con l’assegno unico provinciale. Chi vuole fare domanda per l’intervento provinciale, deve prima fare domanda per quello nazionale perché il sostegno trentino va ad integrazione.
«Al di là di queste differenze dai dati emerge una certezza: il reddito di cittadinanza si è rilevato uno strumento utile per il contrasto della povertà e delle situazioni di difficoltà. Anche se non è arrivato subito ai nuclei familiari, ha permesso nel tempo di stabilizzare i loro redditi e dunque di affrontare la fase critica. Per questa ragione riteniamo che vada affinato e rivisto, ma comunque mantenuto», proseguono i tre segretari provinciali che si soffermano infine anche sul risparmio che il coordinamento tra le due misure ha prodotto sulle casse di Piazza Dante grazie alla complementarietà dei due strumenti. «Stimando una durata media del sostegno di 8 mesi a nucleo familiare, solo grazie al reddito di cittadinanza e alla norma che coordina questa misura con l’Assegno unico provinciale la nostra provincia ha beneficiato di 16 milioni di euro di trasferimenti statali verso le famiglie più povere, contribuendo quindi ad un notevole risparmio sul bilancio provinciale».

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