18 novembre 2021 – Corriere del Trentino

«Assegno universale, serve la clausola». Sindacati e Acli: «Le famiglie trentine potrebbero vedersi ridurre i bonus»

TRENTO È ancora da vedere se arriverà o meno la beffa, ma intanto ieri il governo ha approvato il decreto attuativo per l’assegno unico universale. E «ad oggi non è ancora chiaro se nel decreto ci sia traccia di una clausola che renda gli interventi provinciali di Trento e Bolzano integrativi rispetto a quelli statali, permettendo quindi di scomputarli dalla dichiarazioni Isee», mettono in guardia Acli, Cgil, Cisl e Uil. Il rischio è che i trentini beneficiari dell’assegno unico provinciale oppure di altre forme di sostegno (come il bonus bebè) possano vedersi ridurre l’importo dell’assegno unico nazionale oppure, nel peggiore dei casi, possano essere esclusi dalla prestazione. Questo perché il sostegno provinciale potrebbe fungere da reddito ai fini del calcolo della situazione economica (Isee): chi riceve l’assegno unico provinciale, per esempio, potrebbe risultare più «ricco».

Già ad aprile, dopo l’approvazione della legge al Senato, Acli e sindacati confederali avevano scritto ai presidenti delle due Province e per avviare un’interlocuzione con Roma affinché venisse garantita una parità di trattamento ai trentini. «Da quasi due anni sollecitiamo l’assessora Segnana ad aprire un confronto con le nostre organizzazioni a livello locale per fare fronte comune a Roma affinché vengano accolte le specificità dell’autonomia — rincarano i segretari Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil) insieme al presidente delle Acli Luca Oliver — . Purtroppo questo confronto non c’è mai stato. Confidiamo però che con un ultimo scatto di reni la giunta riesca, anche grazie alla compagine parlamentare, a salvaguardare a Roma il welfare familiare trentino».

La «beffa» arriverebbe non solo alle famiglie e alle persone beneficiarie dei sostegni provinciali ma anche alla Provincia stessa, che di conseguenza dovrà «sborserà più soldi, azzerando il possibile effetto di efficientamento di spesa che sarebbe potuto derivare dalla piena complementarietà con l’assegno universale». Il welfare trentino, in pratica, farebbe risparmiare lo Stato. C’è inoltre scetticismo su eventuali correttivi inseriti nella manovra. «Eventuali interventi normativi provinciali rischiano di essere inefficaci se non coordinati con le norme nazionali. Per questa ragione continuiamo ad insistere perché si trovi una soluzione a Roma», concludono.

 

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