18 novembre 2021 – Corriere del Trentino

Scuole materne, Bisesti non molla: «A luglio si tiene aperto». Gestione, l’assessore tratta e scrive a enti gestori e cooperative. Ieri confronto con i sindacati, la Uil non va

TRENTO «Vogliamo provare a delineare un progetto, un ripensamento dei servizi per l’infanzia». Il tono dell’assessore Mirko Bisesti è conciliante, ma la scuola estiva non si tocca. «La giunta ha deciso: a luglio si tiene aperto», taglia corto, scansando le domande sul malcontento espresso da un po’ tutte le sigle sindacali.

L’assessore non perde di vista quella che è una delle priorità della giunta Fugatti: rispondere alle esigenze delle famiglie. Non si torna indietro quindi, la prima commissione consiliare si è già espressa sulla manovra finanziaria (che contiene la modifica dell’articolo 5 della legge provinciale sulle scuole dell’infanzia) e lunedì il testo sarà sul tavolo anche delle altre commissioni consiliari. Resta aperta la porta per una trattativa sulle modalità organizzative del mese estivo e sul futuro delle scuole dell’infanzia più in generale. L’assessore ha scritto agli enti gestori e alle cooperative private per aprire un tavolo di confronto. Un primo incontro sarà fissato a breve, poi prima di Natale ci sarà un nuovo confronto con i sindacati. La speranza è che il prolungamento del calendario scolastico delle materne diventi un servizio in più offerto alle famiglie ma che nulla abbia a che vedere con la scuola d’infanzia normale. È l’auspicio dei sindacati. Il confronto con gli enti privati dovrebbe servire anche a questo. «Potrebbe essere una risposta alle richieste delle professioniste. Noi ci speriamo. Quella di luglio non può essere scuola dell’infanzia», afferma Stefania Galli della Cisl Scuola al termine dell’incontro di ieri con Bisesti, disertato dalla Uil. Presenti invece Cgil e il sindacato autonomo Satos.

«La modifica della legge è già stata inserita in finanziaria c’è poco da discutere», tuona Marcella Tomasi (Uil Fpl). «Un mese in più di apertura della scuola dell’infanzia costa un milione e 400mila euro l’anno, sono soldi sprecati — aggiunge — impugneremo al Tar». Per Bianca Francesconi, funzionaria della Flc Cgil non è il momento di alzare muri. Pronti a trattare tenendo ben presenti gli obiettivi del tavolo tecnico: tempo scuola, orario prolungato, numero di bambini per sezione e ancora mancanza di insegnanti con il titolo. «Sono tanti i temi che abbiamo posto. I bisogni si sono modificati, sono cresciuti i bisogni educativi speciali e ci sono sempre maggiori difficoltà a trovare personale laureato. A tutti questi temi, che erano stati messi sul tavolo ancora prima del Covid, chiediamo risposte», continua Francesconi, ribadendo l’importanza di un ragionamento complessivo sul mondo della scuola dell’infanzia, rimarcando, però, la posizione contraria dei sindacati all’allungamento del calendario. «Un conto è implementare i servizi per l’infanzia, diverso è parlare di scuola», continua la funzionaria della Cgil. «La scuola ha tempi e progetti diversi — insiste Galli — i servizi per aiutare le famiglie in estate ci sono sempre stati, nella graduatoria è riconosciuto anche un punteggio a chi faceva i mesi estivi. La Provincia non deve dimenticare che anche gli insegnanti hanno famiglia e sono parte di una comunità».

 

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