18 settembre 2021 –  l’Adige

«Bene il governo, ma era meglio rendere obbligatorio il vaccino». Posizione comune tra i sindacati, che non nascondono alcuni dubbi

Green pass sì, green pass no. Per il fronte sindacale non c’è alcun dubbio: il governo ha fatto bene a renderlo vincolante nelle aziende. E non solo, perché gli enti confederali avrebbero gradito la linea dura con la vaccinazione obbligatoria. L’obiettivo, fanno sapere Andrea Grosselli della Cgil, Michele Bezzi della Cisl e Walter Alotti della Uil, è di evitare il ripetersi della situazione vissuta un anno fa, con l’incremento dei casi che ha portato la saturazione delle strutture sanitarie e le restrizioni nella vita di tutti i giorni.
Ieri dalle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil è partita una lettera indirizzata a piazza Dante. L’oggetto? La richiesta di convocare con urgenza il tavolo provinciale di coordinamento per la salute e la sicurezza, dove riunire rappresentanti di imprese, lavoratori e le istituzioni, con lo scopo di valutare se adottare provvedimenti specifici per il nostro territorio. Andrea Grosselli, segretario provinciale della Cgil, spiega la posizione del proprio sindacato: «L’obbligatorietà del green pass va nella direzione di spingere alla vaccinazione. È una misura da sostenere, anche se con la vaccinazione si sarebbe affrontato l’inverno con più serenità». Il massimo rappresentate della Cisl Michele Bezzi aggiunge: «Servirebbe una nuova campagna informativa mirata, per convincere quanti non sono no vax ma solo dubbiosi».
Il segretario della Uil Walter Alotti sposa la posizione chiesta a livello nazionale dal suo sindacato: «Il tampone dovrebbe essere ritenuto un dispositivo di protezione individuale di sicurezza, quindi i costi non dovrebbero essere in capo ai lavoratori. Le ipotesi da noi avanzate erano tre: un periodo iniziale di gratuità; un prezzo ancora più ridotto rispetto a quello calmierato; come gli altri dispositivi di sicurezza doveva essere a carico del datore di lavoro». Sul tema tamponi anche Bezzi non è del tutto convinto: «Anche se calmierati -commenta -fanno almeno 180 euro di spesa aggiuntiva al mese. Bisogna riflettere e capire chi li deve pagare o se sia possibile aggiungere un contributo per ridurne il costo. Dall’altro lato non sarebbe giusto, per venire incontro ai non vaccinati, ridurre i servizi a chi si è sottoposto al vaccino». Grossomodo sono tra i 70 e gli 80 mila i non vaccinati in tutta la regione; a livello provinciale, a quanto si apprende, le aree in cui la vaccinazione va più a rilento sono la Val di Cembra, la Val di Fassa e la zona delle Giudicarie mentre non ci sono grossi scostamenti a livello di settori produttivi. A proposito di tipologie di attività, aumentare la popolazione immunizzata è fondamentale soprattutto per uno specifico ambito: «Non possiamo permetterci attacca Grosselli di tenere chiuso per un altro inverno il settore turistico. Vuol dire lasciare 25 mila operatori senza un impegno». Come fare con chi non vuole vaccinarsi? «Lo smart working può essere una soluzione -ragiona Bezzi -ma si verrebbero a creare delle disparità tra i lavoratori. Perché un impiegato dovrebbe avere maggiori tutele di un operaio di linea o di un edile? Anche qui bisogna trovare presto delle soluzioni».
Non vanno dimenticati, in ogni caso, altri potenziali problemi: «Per le piccole aziende -racconta Alotti -in cui non ci sono sindacati o vigilanza legale degli enti pubblici, bisogna tenere alta l’attenzione per evitare episodi di illegalità». E Grosselli, che si dice soddisfatto per lo stop ai licenziamenti per i non vaccinati, elenca ulteriori temi non chiari: «Non si capisce se ci siano differenze tra piccole e grandi aziende, non si sa chi siano i soggetti fragili che possono avere tamponi gratuiti, non è chiara la gestione dei controlli. Anche per questo abbiamo chiesto la convocazione del comitato provinciale, in modo da avere una in maniera univoca».
La chiosa finale è di Bezzi: «Ora è importante non alzare lo scontro sociale. Serve che tutti facciano un passo verso l’altro ed evitare di rendere ancora più incandescente la situazione».

Scarica il pdf: ADIGE Green Pass ART 180921