Corriere del Trentino – 05 aprile 2024

Bisogna far ripartire uno degli ascensori sociali più efficaci: quello dello studio e del merito

 

Bene fa il presidente del consiglio degli studenti Gabriele Di Fazio, su questo giornale, nel commentare l’indagine di Mediobanca sulla caduta futura di iscritti per motivi demografici all’università in generale e a quella del capoluogo nello specifico a focalizzarsi sulle possibili contromisure da adottare per migliorare l’attrattività del nostro ateneo: serve sì un potenziamento degli accordi con le università straniere, risposte all’emergenza abitativa dei giovani studenti che vogliono venire a Trento a frequentare il nostro ateneo o che comunque vogliono rendersi autonomi dalla famiglia e dedicarsi allo studio, ma anche cercare di far proseguire gli studi a tutti gli studenti che si perdono per strada durante gli studi delle scuole superiori o che appartengono a famiglie meno abbienti che bisognerebbe aiutare con maggiori e più diffuse borse di studio. La Uil pone in evidenza da anni proprio l’aspetto relativo alle borse di studio.
Si parla sempre bene della nostra università, dei tanti neo laureati che scappano all’estero, ma poco si dice e si sa dell’ammontare finanziario stanziato e del sistema di incentivi in essere, a casa nostra, proprio per i giovani diplomati trentini meritevoli di proseguire gli studi all’università, locale e non. I dati dell’ufficio statistica del Comune di Trento raccontano di un tasso di iscrizione degli studenti trentini alla locale università degli studi stabile, anzi già in leggero calo «- uno dei più bassi in Italia — con numeri che vanno dalle 6.578 del 2014 alle 5.790 del 2018, fino alle 5.572 matricole dell’anno accademico 2022/23.
Dato il permanere di questo tasso di decrescita, che l’indagine di Mediobanca prevede ancora più sensibile per i prossimi anni, come Uil non possiamo che rilevare, dopo il taglio alla metà del decennio scorso degli incentivi del Fondo Giovani (bando 5B) e del Prestito d’onore, il fallimento dei cosiddetti «piani d’accumulo» introdotti dalla giunta Rossi. Per la Uil quello strumento, partendo a inizio della carriera scolastica e rivolgendosi alle famiglie, più che allo studente interessato, lasciavano intravedere il rischio di tagliare fuori chi, comprensibilmente, non ha ancora le idee chiare sul proprio futuro e, dato lampante, le famiglie meno benestanti, costrette allora e tanto più oggi a mettere mano al portafogli per tante altre politiche pubbliche, in primis sanità e servizi sociali.
I fondi stanziati per simili piani ci sembrarono allora inoltre troppo ridimensionati rispetto alle precedenti erogazioni e rivolti, più che altro, solo alle famiglie con abbastanza lungimiranza e soprattutto già con i mezzi economici e culturali per provvedere al futuro dei propri figli. Oggi anche il Pnrr rinegoziato e rimodulato, proprio nella «mission 6» dell’inclusione e sviluppo sociale, prevede risorse sia per nuovi studentati sia per la costruzione e erogazione di borse di studio per l’accesso agli studi universitari o di alta formazione, per una più consona e adeguata preparazione scolastica delle nuove generazioni e renda ai giovani possibile anche una futura migliore occupazione.
Si potrebbe quindi anche in Trentino far fronte alla solitudine delle famiglie e degli studenti meritevoli delle scuole superiori meno abbienti, incentivando il proseguimento degli studi e consentendo la ripartenza di uno degli ascensori sociali più efficaci, quello della conoscenza, dello studio e del merito, da troppo tempo bloccato, e quindi non più utile a sviluppare e migliorare la condizione e posizione sociale dei ceti subalterni e dei ragazzi delle ragazze non abbienti, pur meritevoli.

* Segretario generale Uil Trentino

 

Scarica il pdf: CORRIERE Mediobanca 050424