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21 Mar
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Accoglienza, sindacati contro Fugatti: «Il Trentino faccia la sua parte»

l’Adige – 17 marzo 2023 (altro…)

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21 Mar
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Workshop CDP/ CARITRO: la UIL chiede il rilancio di un nuovo Fondo Social Housing Trentino

Workshop CDP/ CARITRO: la UIL chiede il rilancio di un nuovo Fondo Social Housing Trentino

Comunicato Stampa UIL Trentino del 16.3.2023
Workshop CDP / CARITRO. La critica della UIL: voce e spazio agli interessi finanziari e politici, nessun riferimento alla necessità di investimenti nel sociale, ad esempio in un nuovo Fondo di Housing Sociale.
La stampa riporta oggi la cronaca della presentazione in due workshop a Rovereto, con la collaborazione del piccolo socio di minoranza Caritro, dei finanziamenti di Cassa Deposito Prestiti in Regione nel 2022 alle piccole e medie imprese private (273 mln) e alle iniziative di investimento della Pubblica Amministrazione (162 mln).
Imprenditori, funzionari pubblici e l’Assessore Spinelli tessono, giustamente le lodi di cotanta lungimiranza della società finanziaria pubblica CDP che raccoglie e dispone della raccolta del risparmio postale e la riversa su progetti di economia reale su tutto il territorio nazionale.
A questo giudizio positivo, fossero state invitate anche le parti sociali, che sicuramente rappresentano gran parte della platea dei piccoli e piccolissimi risparmiatori postali, si sarebbe appunto aggiunto il nostro plauso e, magari, qualche osservazione specifica sul coinvolgimento di CDP nel Fondo Social Housing Trentino, uno strumento già utilizzato in Trentino, ma esaurito dal 2018.
La Uil ed il Sindacato chiedono infatti da tempo alla Giunta Provinciale di ricostituire una nuova cordata, simile a quella avviata nel 2012 che ha realizzato, come giustamente evidenziato da Livio Cassoli di CDP più di 500 alloggi a canone moderato. Gli altri soci oltre CDP potrebbero essere gli stessi del 2012 e cioè Cassa del Trentino e Finint sgr oppure cambiare od aggiungersi alla compagine, come i Fondi Pensione sponsorizzati da Pensplan, il Gruppo ITAS, Mediocredito TAA o Euregio Plus sgr.
La “questione casa” è tornata in primo piano ed anche il Presidente Fugatti recentemente ne ha affermato la priorità. Ecco, uno dei percorsi sicuramente virtuosi, già positivamente sperimentati e utili da percorrere, anche per rilanciare e dare nuova linfa e forza all’edilizia residenziale e pubblica, volano principe dell’economia, dovrebbe essere proprio quello della riattivazione di un Fondo di Housing Sociale “due” in Trentino, con il coinvolgimento finanziario e tecnico proprio di CDP.
Peccato che questa proposta non sia stata lanciata in questi importanti consessi politico finanziari economici, dai quali come spesso accade il sindacato è escluso e viene dato spazio e voce agli interessi della politica, degli interessi privati ed imprenditoriali, quasi mai a quelli delle persone e delle parti sociali.

Walter Alotti

Segretario Generale Uil del Trentino

Scarica il pdf: CDP e CARITRO Scuola di Finanza pubblica e privata

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21 Mar
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Sindacati: la giunta Fugatti ha smantellato volutamente un sistema efficiente e diffuso

Sindacati: la giunta Fugatti ha smantellato volutamente un sistema efficiente e diffuso

“Il Trentino oggi accoglie la metà dei richiedenti asilo che accoglieva cinque anni fa. Per scelta deliberata della giunta Fugatti che scientemente ha smantellato un sistema efficiente di accoglienza diffusa su tutto il territorio. Crediamo che di fronte ad una nuova emergenza e all’incremento dei flussi di migranti che sbarcano sulle nostre coste o ai nostri confini in cerca di un futuro migliore il Trentino possa e debba fare la propria parte. Senza demagogia”.

Lo dicono i segretari generali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, commentando i numeri sui richiedenti asilo accolti sul territorio provinciale illustrati dal dirigente Ruscitti. E rimarcano: “I numeri dell’accoglienza non possono essere determinati da un dirigente. Sono una scelta della politica. Fugatti deve spiegare perché il Trentino non può accogliere”.

Per le tre confederazioni “mentre ancora si contano le vittime degli ultimi naufragi in mare e si assiste ad un inaccettabile rimpallo di responsabilità la Provincia mette le mani avanti per chiudere ad eventuali nuovi ingressi, sottraendosi ad un atto di responsabilità e solidarietà. Cosi però non si crea una comunità più sicura, solo più insicura, più chiusa, meno integrata”.

Cgil Cisl Uil ricordano che lo smantellamento del sistema dell’accoglienza diffusa ha portato anche a disperdere un importante capitale di competenze e professionalità con la cancellazione di circa 200 posti di lavoro, occupati in massima parte da giovani trentini. Evidenziano inoltre la restituzione, allora, allo Stato di piu’ di milione di euro destinati all’insegnamento della lingua italiana ai profughi in Trentino, risorse che oggi Fugatti, dal ns bilancio provinciale, vorrebbe utilizzare per l’aggiornamento linguistico della diaspora dei trentini nel mondo, da riportare nel nostro mondo del lavoro.

Senza dimenticare il fatto che in un momento in cui le imprese ricercano lavoratori è paradossale che ci siano rifugiati che pur in possesso di un’offerta di contratto di assunzione regolare non possano lavorare a causa dei ritardi nella concessione del permesso stesso. Su questo è necessario che la Giunta si faccia parte attiva nei confronti della Questura.

Infine i sindacati puntano il dito contro le inefficienze dell’attuale gestione che, stando anche alla segnalazione di alcune lavoratrici e lavoratori, non garantisce alle persone accolte e a quanti operano per assisterli ed integrarli, adeguata assistenza sanitaria, con screening preventivi anche alla luce di diversi casi di tbc. Una situazione che mette a rischio la salute dei rifugiati, di chi lavora a loro fianco e della nostra comunità.

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21 Mar
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Prezzi. A febbraio inflazione al 9.3% e la Giunta resta immobile Cgil Cisl Uil: urgente intervenire per spingere i rinnovi contrattuali e politica dei redditi per non rischiare emergenza sociale nelle fasce più deboli

Prezzi. A febbraio inflazione al 9.3% e la Giunta resta immobile Cgil Cisl Uil: urgente intervenire per spingere i rinnovi contrattuali e politica dei redditi per non rischiare emergenza sociale nelle fasce più deboli

Viaggia sempre a ritmi sostenuti l’aumento dei prezzi in Trentino. A febbraio l’inflazione in provincia si attesta al 9.3%, pur decelerando rispetto al 10% del mese precedente, con un andamento di nuovo più sostenuto rispetto al trend nazionale. Così, si può prevedere che l’inflazione nel triennio 2021-2023 in provincia si attesterà oltre il 15% cumulato, visto che l’Istat dà già come acquisito un incremento dei prezzi del 5.4% su quest’anno.
A trainare la crescita sono soprattutto i beni di prima necessità, alimentari e largo consumo. Una situazione che preoccupa i sindacati. Cgil Cisl Uil invitano a non abbassare la guardia e puntano il dito contro l’immobilismo della Giunta provinciale che fino ad oggi non ha messo in campo nessuna azione né sul fronte contrattuale, non stanziando le risorse per il rinnovo dei contratti delle Autonomie locali, scuola e sanità, né per adeguare strutturalmente le misure di sostegno alle famiglie e del welfare provinciale. “L’aumento dei prezzi si concentra su beni non comprimibili e dunque colpisce le famiglie più fragili e a reddito fisso – fanno notare i segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Da mesi sollecitiamo la Giunta ad aprire un confronto per definire una politica dei redditi che dia sostegno alle componenti più esposte della nostra comunità. Ad oggi non è stato aperto nessun confronto né l’esecutivo ha messo in atto misure strutturali in questa direzione se si esclude il parziale adeguamento Icef all’inflazione per assegno unico e il bonus bollette di 180 euro, del tutto insufficiente”.
Le tre confederazioni registrano l’immobilismo di Piazza Dante anche sul piano dei rinnovi contrattuali. “Con questo atteggiamento la Giunta non solo non apre il confronto per il rinnovo contrattuale di 45mila dipendenti pubblici, tra enti locali, scuola e sanità, ma di fatto legittima anche le imprese a restare ferme con il risultato che i contratti non si rinnovano e le lavoratrici e i lavoratori vedono calare a picco la loro capacità di spesa”.
Una situazione che per i sindacati rischia di avere un impatto pesantissimo sulla tenuta sociale della nostra comunità e ne compromette anche la capacità di attrazione di nuova manodopera. “Se le retribuzioni non sono adeguate al costo della vita sul nostro territorio è difficile pensare che lavoratrici e lavoratori, anche con competenze, arrivino in Trentino. Piuttosto il combinato disposto tra basse retribuzioni e alto costo della vita porterà molti a cercare occasioni lavorative fuori dai confini provinciali”, concludono i tre segretari generali.

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21 Mar
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Comunicato stampa UIL FPL EE.LL. – SCUOLE INFANZIA PROVINCIALI – IL CALDO ESTIVO E’ VICINO! SICUREZZA DEL PERSONALE AUSILIARIO A RISCHIO DOVE SONO I CONDIZIONATORI ED UMIDIFICATORI, RICHIESTI NEL 2022 DALLA UIL FPL EE.LL AI COMUNI?

Comunicato stampa UIL FPL EE.LL. – SCUOLE INFANZIA PROVINCIALI – IL CALDO ESTIVO E’ VICINO! SICUREZZA DEL PERSONALE AUSILIARIO A RISCHIO DOVE SONO I CONDIZIONATORI ED UMIDIFICATORI, RICHIESTI NEL 2022 DALLA UIL FPL EE.LL AI COMUNI?

La UIL FPL EE.LL. memore delle temperature rilevate lo scorso anno all’interno delle scuole infanzia provinciali del Trentino, a partire già dal mese di aprile/maggio fino alla fine di luglio, con segnalazioni continue di criticità verso le amministrazioni, soprattutto da parte del personale ausiliario e cuoco dei Comuni di Trento e Rovereto; ricorda ai datori di lavoro la competenza di sicurezza imposte dalla Legge.

Ad oggi non vi è certezza per il quantum di risorse destinate alle strutture e modalità di finanziamento da parte della Provincia, stando ad un confronto che dovrebbe avvenire all’interno del Consiglio delle Autonomie Locali.

Quanto inserito in delibera Provinciale, ci lascia perplessi e non rappresenta garanzia di risoluzione al problema, da tempo portato dalla UIL FPL EE.LL all’attenzione degli Enti interessati.

Ricordiamo che il benessere del personale, per adeguata temperatura all’interno dell’ambiente lavorativo, ricade sotto la responsabilità dei datori di lavoro, in questo caso  i Dirigenti di Servizio che hanno in capo il rapporto giuridico del dipendente assunto nel Comune proprietario della struttura, che per effetto del D.Lgs 81/08, impone valutazione del microclima a salvaguardia della salute.

Sollecitiamo le amministrazioni Comunali a farsi dirette interlocutrici con l’Assessorato delle Autonomie Locali, per risposte concrete alla criticità già ampiamente conosciute, considerando, allo stato dei fatti il CAL, organo di dubbia capacità rappresentativa, perché quanto denunciato dal personale e dal Sindacato, venga portato in definizione di stanziamento necessario, da parte della Provincia, a garanzia di messa in sicurezza dei luoghi di lavoro, attraverso l’installazione per tempo di sistemi di condizionamento ed umidificazione nelle cucine ed altre zone delle scuole infanzia, a salvaguardia della salute di cuochi ed ausiliari.

La UIL FPL EE.LL., non finirà mai di sottolineare in tutte le sedi, che la sicurezza dei lavoratori è fondamentale e se non garantita, comporta attivazione degli organi di vigilanza con ripercussioni penali sui datori di lavoro ed RSPP, stando le previsioni inserite nel D.Lgs 81/08.

 

Per la Segreteria Provinciale

UIL FPL EE.LL.

F.to Andrea Bassetti

 

Scarica il pdf: 15.03.23 – COMUNICATO STAMPA UIL FPL EE.LL. – SCUOLE INFANZIA PEOVINCIALI – IL CALDO ESTIVO E’ VICINO – SICUREZZA DEL PERSONALE AUSILIARIO A RICHIO

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21 Mar
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Occupazione. In netto miglioramento nel 2022 i dati sul mercato del lavoro trentino. Sindacati: ancora inattuati gli impegni Stati generali del Lavoro

Occupazione. In netto miglioramento nel 2022 i dati sul mercato del lavoro trentino. Sindacati: ancora inattuati gli impegni Stati generali del Lavoro

Dichiarazioni di Maurizio Zabbeni (Cgil del Trentino), Lorenzo Pomini (Cisl del Trentino) e Walter Largher (Uil del Trentino).

“I dati sulle forze di lavoro in Trentino nel 2022  pubblicati oggi dall’Istat testimoniano il forte miglioramento di tutti gli indicatori del mercato del lavoro locale. Il tasso di disoccupazione alla fine dello scorso anno è sceso al 3,8%. Un anno prima era più alto di ben un punto percentuale. Aumenta contestualmente anche la partecipazione al mercato del lavoro e il numero degli occupati. Nella media annua i lavoratori attivi in Trentino sono risultati nel 2022 ben 253.000 con un tasso di attività pari al 72,3% rispetto al 70,7% del 2021. Per quanto riguarda gli occupati si registra un aumento di circa 6mila unità nel corso del 2022, raggiungendo il livello complessivo di 243mila occupati con un tasso di occupazione del 69,5% rispetto al 67,3% di dodici mesi prima.
Anche se in provincia di Bolzano i dati sono ancora migliori, tanto che il tasso di disoccupazione è crollato al 2,3%, in Trentino l’andamento dell’occupazione risulta sicuramente in costante e netto miglioramento. Proprio questa tendenza positiva ci deve far concentrare sui problemi che ancora caratterizzano il nostro mercato del lavoro, in particolare la precarietà dei rapporti di lavoro, la qualità dell’occupazione e la dinamica dei salari falcidiati da un’inflazione che continua ad erodere il potere d’acquisto di chi lavora e delle loro famiglie.  Su questo fronte, al di là delle parole, la Giunta provinciale non sta mettendo in atto nessuna vera strategia in grado di rilanciare la qualità dell’occupazione in particolare per i giovani e le donne, e di rafforzare le retribuzioni, visto che tra l’altro non è stato stanziato neppur un euro per il rinnovo dei contratti pubblici.
Serve coerenza rispetto a quanto emerso dagli Stati generali del lavoro per dare slancio alla fase attuativa delle strategie individuate nel documento finale, attuazione che oggi langue pericolosamente nel colpevole disinteresse della Giunta provinciale e dell’assessore al lavoro Spinelli.”

Trento, 15 marzo 2023

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20 Mar
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Comunicato unitario Sicurezza sul lavoro. Lo sconcerto dei sindacati. “Sui cantieri non c’è sicurezza” I sindacati dell’edilizia trentina esprimono sconcerto per il grave incidente sul lavoro avvenuto a Zuclo in un cantiere della ditta Mazzotti.

Comunicato unitario Sicurezza sul lavoro. Lo sconcerto dei sindacati. “Sui cantieri non c’è sicurezza” I sindacati dell’edilizia trentina esprimono sconcerto per il grave incidente sul lavoro avvenuto a Zuclo in un cantiere della ditta Mazzotti.

Sotto la nota stampa unitaria di Fillea Filca e Feneal

Sicurezza sul lavoro. Lo sconcerto dei sindacati. “Sui cantieri non c’è sicurezza”

I sindacati dell’edilizia trentina esprimono sconcerto per il grave incidente sul lavoro avvenuto ieri pomeriggio a Zuclo in un cantiere della ditta Mazzotti. Vittima Matteo Marchetti che versa in gravi condizioni all’ospedale Santa Chiara. “Siamo vicini al lavoratore e alla sua famiglia e speriamo che possa superare questa fase difficilissima – dicono Giampaolo Mastrogiuseppe, Fabrizio Bignotti e Matteo Salvetti di Fillea CGIL, Filca CISL e Feneal UIL -. Non possiamo però tacere l’enorme preoccupazione per un fenomeno, la carenza di sicurezza nei cantieri, che non si arresta. I dati sono allarmanti e non calano rispetto all’anno precedente, quindi non si sta facendo abbastanza per ridurre questa piaga”.
Fillea, Filca e Feneal chiedono più controlli in tutti i luoghi di lavoro, dunque di rafforzare gli organici degli enti ispettivi “perché senza ispettori i controlli non si fanno o non se ne fanno abbastanza”.
I sindacati insistono anche sulla necessità di prevedere la figura del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale. “Questo episodio evidenzia come non sia più rinviabile la costituzione di un Rlst per il settore edile. Continuiamo a chiederlo inascoltati dalle imprese. Non si comprende che la sicurezza sul lavoro è un diritto dei lavoratori, ma anche un vantaggio anche per le imprese”.
I sindacanti sollecitano infine che si faccia chiarezza sulla dinamica di quanto avvenuto ieri accertartando ogni responsabilità.

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20 Mar
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Via gli automatismi e niente trucchi sulle indennità. Cgil Cisl Uil: basta privilegi. Si faccia una riforma vera, no scorciatoie per aumentare i soldi nelle tasche dei consiglieri regionali

Via gli automatismi e niente trucchi sulle indennità. Cgil Cisl Uil: basta privilegi. Si faccia una riforma vera, no scorciatoie per aumentare i soldi nelle tasche dei consiglieri regionali

Dichiarazioni dei segretari provinciali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti

Via gli automatismi per gli adeguamenti e no a trucchetti per aumentare ancora le retribuzioni dei consiglieri regionali. Lo chiediamo con forza al Consiglio regionale perché crediamo che gli adeguamenti dei trattamenti economici dei politici debbano avere lo stesso meccanismo delle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori. Il gioco delle tre carte tra indennità, diarie e rimborsi spese nasconde, temiamo, lo scopo di mantenere un privilegio, contribuendo ad ampliare pericolosamente la distanza tra i cittadini e chi li rappresenta. Chiediamo, dunque, un atto di responsabilità a tutte le forze politiche in Consiglio regionale, perché si sani la ferita dell’attuale legge sulle indennità voluta da Svp e Lega. Non vorremmo inoltre che il disegno di legge Nogler fosse solo la prova generale per riaprire la discussione sui vitalizi.
Con un’inflazione che in Trentino è data saldamente nel triennio sopra il 15%, con oltre la metà dei lavoratori dipendenti senza rinnovo contrattuale e quindi con un potere d’acquisto in caduta libera per le famiglie della nostra provincia, scelte che vanno nella direzione di rafforzare i privilegi invece che rimuoverli sono inaccettabili. Vorremmo vedere almeno una volta i nostri politici che affrontano con franchezza e concretezza la questione salariale, che anche nella nostra provincia sta diventando per alcune fasce della popolazione una vera emergenza.

Trento, 14 marzo 2023

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20 Mar
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GIORNATE SULLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

GIORNATE SULLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Il Patronato Ital Uil sarà presente per Consulenze sulla previdenza complementare e richieste contributi per copertura periodi di Naspi a:

CLES Piazza Granda 44 il VENERDI’ 7 APRILE
MEZZOLOMBARDO Via 4 Novembre 24 il VENERDI’ 14 APRILE
TESERO Via Roma 84 il MARTEDI’ 18 APRILE
TIONE Via del Foro 27/a VENERDI’ 24 MARZO

Per gli iscritti al fondo Laborfonds:

– MODIFICA PERCENTUALE VERSAMENTO
– CONTROLLO O MODIFICA LINEA INVESTIMENTO
– RICHIESTA ANTICIPI E RISCATTI DELLA POSIZIONE

Per i non iscritti al fondo Laborfonds:

– ADESIONE FONDO
Pensa al futuro della tua famiglia
– SE SEI ISCRITTO AL LABORFONDS, PUOI APRIRE UNA POSIZIONE ANCHE PER I TUOI FAMIGLIARI FISCALMENTE A CARICO
– CALCOLO PERCENTUALE VERSAMENTO

Per appuntamenti potete telefonare allo 0461376180 o 0461376111

 

Scarica il pdf: volantino laborfonds (2)

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20 Mar
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Retribuzioni. In Trentino lavoratori con retribuzioni medie più basse di Alto Adige e Nordest

Retribuzioni. In Trentino lavoratori con retribuzioni medie più basse di Alto Adige e Nordest

Presentata l’analisi di Barbieri e Gioachin dell’Università di Trento su redditi e rischi nel mercato del lavoro locale. Giovani più fragili per precarietà e bassi salari. Cgil Cisl Uil: per uscire dall’emergenza stipendi, spingere su contrattazione e una vera politica dei redditi della Pat

In Trentino i redditi medi da lavoro sono più bassi rispetto all’Alto Adige con un differenziale che ogni mese varia dai 300 ai 700 euro e che non si riduce anzi in qualche caso si amplia. Nella nostra provincia i lavoratori dipendenti ricevono compensi minori in media anche rispetto al Nordest, anche se la differenza è meno ampia. Così, di fatto il Trentino si allinea con le retribuzioni medie italiane, ma non in tutti i settori.
Una dinamica che pesa in particolare sui giovani, vero anello debole del mercato del lavoro locale insieme alle donne. I ragazzi trentini sono maggiormente esposti al rischio di impieghi precari e retribuzioni povere rispetto, per esempio, ai cugini altoatesini.

Sono questi alcuni degli elementi che emergono dallo studio “Redditi e rischi nel mercato del lavoro trentino”, condotto dal professor Paolo Barbieri con Filippo Gioachin dell’Università di Trento.
L’analisi prende in considerazione i dati delle retribuzioni così come registrate dall’Inps, nel triennio 2018-2020 di circa 170 mila lavoratrici e lavoratori dipendenti dei settori privati. A ciò si aggiunge l’osservazione dei dati Istat/Eurostat per avere un primo termine di paragone anche con la vicina Austria.

Inquadramento
Negli ultimi trent’anni l’Italia è l’unico paese Ocse con una variazione negativa dei salari; in pratica mentre all’estero le retribuzioni crescono, nel nostro Paese si registra un calo del 2,9%. Parallelamente decresce la quota di ricchezza prodotta nel paese allocata sui salari. Un trend comune a tutto l’occidente, ma più marcato in Italia. Cresce a livello internazionale anche il divario tra produttività e salari. La tendenza italiana è forse anche peggiore perché alla caduta del potere d’acquisto delle retribuzioni si è accompagnata una preoccupante stagnazione della produttività del lavoro. Un insieme di fattori che porta ad accrescere le diseguaglianze economiche e sociali: aumenta la quota di lavoratori a rischio povertà, si riduce la mobilità sociale e si amplia la forbice tra ricchi e poveri. L’Italia tra i Paesi Ue ha il quinto livello più alto di rischio di povertà lavorativa, seguita solo da Lussemburgo, Spagna, Grecia e Romania.

Retribuzioni
È in questo quadro macroeconomico che si inserisce l’analisi sui dati Inps relativi alle retribuzioni di impiegati, operai e apprendisti del settore privato. Le cifre sono relative a Trentino, Alto Adige, Nordest e Italia. La provincia di Bolzano si colloca sempre nettamente sopra la media delle altre aree geografiche. Nel 2018 la retribuzione media annua a Bolzano era di 23.180 euro, in Trentino 20.590, nel Nordest 22.856, mentre la media nazionale era a 21.725. In sostanza in Trentino i redditi da lavoro medi sono più bassi dell’11,17% rispetto all’Alto Adige, del 9,91% rispetto al Nordest e del 5,22% rispetto alla media nazionale. Un trend che si conferma anche nei due anni successivi, con il 2020 che fa storia a sé considerati gli effetti su economia e occupazione provocati dalla pandemia.
Anche guardando la retribuzione giornaliera, depurando così il dato dal numero di giornate lavorate, il Trentino resta maglia nera con un differenziale che rispetto a Bolzano è del 11.35%, cala al 4,11% con il Nordest e al 2,24% rispetto alla media italiana. Le differenze tra Trentino e Alto Adige sono più marcate tra gli operai, circa 600 euro lordi al mese, tra gli impiegati la forbice è di circa 300 euro. L’analisi mostra un differenziale meno accentuato tra le donne che hanno, però, retribuzioni sempre più basse in tutte le aree geografiche rispetto agli uomini dello stesso livello. La differenza delle retribuzioni si conferma anche tra le diverse tipologie contrattuali. Le differenze relative ai soggetti con contratti di apprendistato vanno interpretate, invece, alla luce del sistema diverso usato in Alto Adige, cioè il duale alla tedesca, che riduce notevolmente i periodi lavorati e i redditi prodotti in apprendistato.

Settori
Guardando ai singoli settori quelli in cui la differenza delle retribuzioni è più marcata tra Trentino e Alto Adige sono il comparto ricettivo e della ristorazione con uno scarto delle retribuzioni medie giornaliere del 20,9% a vantaggio di Bolzano, sanità e assistenza sociale, cioè terzo settore, con +18,6% sempre per Bolzano, attività professionali e tecniche +15,38%. Gli stipendi sono diversi, però, anche nell’industria metalmeccanica con un gap tra Trento e Bolzano pari all’8,39%, che si riduce al 2,08% rispetto al Nordest e al 1,4% rispetto alla media nazionale. È evidente, dunque, che i settori che soffrono maggiormente sono quelli in cui, come il turismo, non c’era un contratto collettivo territoriale – l’accordo è stata siglato solo poche settimane fa -, o i rinnovi contrattuali sono bloccati da troppi anni, basti pensare all’integrativo provinciale delle cooperative sociali. Unico settore in cui le retribuzioni trentine superano quelle altoatesine è il trasporto. Su questo incide in positivo la contrattazione integrativa di cui godono i lavoratori del trasporto pubblico locale in Trentino.

Lavoro povero
Le lavoratrici e i lavoratori trentini sono maggiormente esposti al rischio di essere poveri anche avendo un’occupazione. Un rischio che in Alto Adige, come mette in luce l’analisi di Barbieri e Gioachin, è meno forte. Addirittura la provincia di Bolzano dal 2009 al 2020 è l’unica area geografica in cui si nota un calo del rischio povertà per le lavoratrici. In Trentino, Nordest, Italia e Austria le curve restano costanti e le donne sono sempre più esposte a causa delle retribuzioni più basse. Il rischio povertà è più accentuato per operai e impiegati. In Trentino peraltro la curva sale nel tempo, mentre in Alto Adige decresce.

Donne e giovani
In un Trentino dove le lavoratrici e i lavoratori sono meno pagati, sono i soggetti più fragili sul mercato del lavoro, cioè i giovani e le donne, a subire le conseguenze più pesanti di questa situazione. In particolare per quanto riguarda i giovani in Trentino tra i 20 e i 34 anni hanno un rischio più elevato di avere un contratto precario rispetto all’Alto Adige, al Nordest e all’Austria. Un fenomeno che incide anche sulle retribuzioni e che spiega il più alto rischio di lavoro povero. In questo quadro andrebbe analizzata anche la curva decrescente della natalità in provincia: i giovani non fanno figli perché non hanno un’occupazione sicura né retribuzioni adeguate. In questa logica va da sé che l’attore pubblico dovrebbe investire su meccanismi che da una parte incentivano la stabilizzazione e dall’altra garantiscono sostegno nel tempo alle famiglie con figli. La strada intrapresa fino ad oggi dei bonus nascita non può avere un impatto positivo sulla natalità perché non rimuove gli ostacoli che frenano i giovani a mettere al mondo dei figli. Su questa dinamica si inserisce anche la qualità inferiore del lavoro femminile, che l’analisi dei due sociologi conferma. Le donne in Trentino come in Alto Adige hanno una quota tripla di contratti a tempo parziale

Il commento Cgil Cisl Uil del Trentino
I dati confermano l’urgenza di affrontare la questione salariale in Trentino se non si vuole che fasce sempre più ampie di popolazione scivolino in posizione marginale. “Serve una politica dei redditi che tuteli e innalzi il potere d’acquisto del ceto medio e delle fasce meno abbienti”, dicono i tre segretari generali, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti.
La traiettoria su cui muoversi è duplice: da una parte rafforzare il welfare locale con misure di sostegno alle famiglie che vadano oltre la logica dei bonus. “Il primo passo dovrebbe essere quello di adeguare tutti i sostegni, a cominciare dall’assegno unico provinciale, all’inflazione, perché gli aiuti non vengano erosi dall’aumento dei prezzi”. Una scelta di questo tipo equivale a rinunciare a misure spot, come quelle messe in campo negli ultimi quattro anni dal bonus nascita al bonus energia, rafforzando invece in sostegni alle famiglie con figli fino ai 18, adottando politiche abitative che rispondano a quanti faticano a trovare una casa sul libero mercato, ampliando e rendendo più accessibili e flessibili le misure di conciliazione per favorire così l’occupazione femminile.
Anche le politiche industriali dovrebbero essere orientate alla protezione del potere d’acquisto. “Per alzare le retribuzioni serve rinnovare nei tempi giusti i contratti e incentivare la contrattazione integrativa. Il pubblico ha una leva importante su cui agire, vale a dire i contributi pubblici alle imprese. Continuiamo a sostenere che devono essere selettivi e andare solo alle aziende che rispettano i contratti delle organizzazioni maggiormente rappresentative e che aprono tavoli per accordi di secondo livello. Se non arriveranno risposte chiare dalla Giunta Fugatti su questi punti siamo pronti a mobilitarci”.
Una questione, quest’ultima, che chiama in causa anche i datori di lavoro. “È impossibile attrarre manodopera qualificata se non si investe sulla qualità dell’occupazione, quindi retribuzioni e condizioni di lavoro migliori. Il nostro territorio deve giocare sul terreno della competizione puntando su innovazione e capitale umano, non tagliando il costo del lavoro sulle spalle di lavoratrici e lavoratori”.

Trento, 13 marzo 2023

 

A questo link trovate anche le slides sulla ricerca https://cgil.tn.it/news/detail?id=5523

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