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20 Mar
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La questione salariale in Trentino: uno studio comparativo sulle retribuzioni

La questione salariale in Trentino: uno studio comparativo sulle retribuzioni

13 MARZO 2023
ORE 15.00
Camera di Commercio
Industria Artigianato
via Calepina 13 – Trento

Introduce:
• Maurizio Zabbeni – segreteria CGIL del Trentino
Presentazione della ricerca del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
• professor Paolo Barbieri – Università di Trento
Intervengono:
• Roberto Ghiselli – presidente CIV INPS
• Fausto Manzana – presidente Confindustria Trentino
• Luisa Gnecchi – vicepresidente INPS
• Michele Bezzi – segretario generale CISL del Trentino
Modera:
• Margherita Montanari, giornalista il T
Conclude:
• Walter Alotti – Segretario generale UIL del Trentino

 

Scarica il pdf: WhatsApp Image 2023-02-24 at 20.30.58

 

Scarica le conclusioni di Walter Alotti: Conclusioni Seminario Retribuzioni

Scarica la presentazione: presentazione_CSIS-CgilCislUil_Trentino

 

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14 Mar
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Sanità. “Premi Covid” mancanti Segnana: «Arriveranno»

Trentino, Il T – 12 marzo 2023 (altro…)

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14 Mar
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La Provincia finanzia Rigotto: «Autotrasporti» va ad Ala. Un milione di euro per aumentare la competitività

Trentino, Corriere del Trentino, Il T – 11 marzo 2023 (altro…)

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14 Mar
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Sanità. «Niente premio a 1.000 lavoratori»

Il T – 11 marzo 2023 (altro…)

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13 Mar
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UIL FPL SANITA’: LAVORATORI DELLA SANITA’ PRIVATA TRENTINA DISCIMINATI SUL PREMIO COVID FASE 3

UIL FPL SANITA’: LAVORATORI DELLA SANITA’ PRIVATA TRENTINA DISCIMINATI SUL PREMIO COVID FASE 3

Giuseppe Varagone, Segretario della UIL FPL Sanità del Trentino, rimane esterrefatto che a tutt’oggi, al personale che opera presso le strutture sanitarie private accreditate del Trentino e precisamente Casa di Cura Eremo, Casa di Cura Villa Regina, Casa di Cura San Camillo, Casa di Cura Villa Bianca, Casa di Cura Solatrix e alla Cooperativa Villa Maria, non sia stato erogato il premio covid-19 fase III.

Varagone ricorda che, tramite missiva inviata il 13 settembre 2022 a Tutti gli Amministratori Delegati di queste strutture e all’Assessore alla Salute e Politiche Sociali Stefania Segnana, avevamo ribadito l’importanza di erogare il premio covid-19 fase III anche a questi Operatori della Sanità privata Trentina. Tante promesse ma nulla di fatto .Questo mancato riconoscimento economico ha creato sconforto e delusione da parte di questi Operatori Sanitari, poiché al Personale dell’Apss è stato erogato in ottobre 2022.

Non è concepibile che la Giunta Provinciale Trentina non abbia pensato a Deliberare un fondo ad hoc per i lavoratori delle strutture sanitarie private. Riteniamo non più accettabile tale comportamento non rispettoso del sacrificio che, da sempre ed in particolare in questo momento, sta vivendo il Personale. Ricordo anche che nel periodo individuato dalla PAT , e precisamente dal 1 gennaio 2021 al 31 marzo 2022 come riferimento per erogare il premio covid fase III, le strutture private convenzionate Trentine.

Un altro tema non più inderogabile è, l’avvio della trattativa decentrata da parte dell’Ospedale San Camillo di Trento, il quale ad oggi non ha ancora riconosciuto ai propri dipendenti quello che in data 15.11.2022, presso la Confindustria di Trento, è stato riconosciuto ai lavoratori delle Strutture Sanitarie private convenzionate Trentine, precisamente tempo vestizione/svestizione, consegne e la vacanza contrattuale 2019/2021.

Visto che queste strutture sanitarie convenzionate presenti sul territorio Trentino, erogano prestazioni sanitarie remunerate dalla Provincia Autonoma di Trento, chiediamo un Intervento forte ed immediato da parte del Presidente e dell’Assessore alla Salute e Politiche Sociali della PAT atto a dare una risposta a quanto sopra riportato.

Segretario della UIL FPL Sanità del Trentino Giuseppe Varagone

Scarica il pdf: 10.03.2023 Comunicato stampa, Sanità privata

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13 Mar
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Famiglie cooperative,stop agli straordinari«Basta con i ricatti»

Trentino, Corriere del Trentino, Il T – 10 marzo 2023 (altro…)

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13 Mar
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Scuola. Le lavoratrici dei nidi in difesa della busta paga

l’Adige – 10 marzo 2023 (altro…)

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13 Mar
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Scuola. Presidio sindacale

Il T – 09 marzo 2023 (altro…)

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13 Mar
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Famiglie cooperative. I dipendenti pretendono il riconoscimento degli arretrati. Sindacati: inaccettabile la disdetta del contratto integrativo. Blocco degli straordinari e stato di agitazione fino a giugno.

Famiglie cooperative. I dipendenti pretendono il riconoscimento degli arretrati. Sindacati: inaccettabile la disdetta del contratto integrativo. Blocco degli straordinari e stato di agitazione fino a giugno.

Proclamazione dello stato di agitazione, sospensione di tutto il lavoro straordinario. E’ questa la prima mossa con cui le dipendenti e i dipendenti rispondono alla disdetta unilaterale del contratto integrativo da parte delle Famiglie Cooperative, sottoscritto a settembre 2014. Lavoratrici e lavoratori chiedono anche il riconoscimento degli arretrati congelati.

“La disdetta contrattuale resta una scelta inaccettabile e incomprensibile, che le Famiglie Cooperative hanno assunto nonostante l’estrema disponibilità dei dipendenti, che con flessibilità e grande dedizione e disponibilità gestiscono negozi come se fossero di loro proprietà, in strutture spesso poco adeguate”, sottolineano i segretari di Filcams, Fisascat e Uiltucs, Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Walter Largher ricordando come in questi anni le organizzazioni sindacali si sono impegnate responsabilmente a sostenere una contrattazione che considerasse sia l’aspetto economico che quello sociale con vari accordi a sostegno del sistema complessivo della distribuzione cooperativa trentina (contratti, accordi, esuberi, esternalizzazioni, commissariamenti, cassa integrazione,…).

Stato di agitazione e blocco degli straordinari andranno avanti fino a fine giugno. La disdetta contrattuale sarà operativa dal 1° luglio.

I sindacati ricordano che dal 2007, con il rinnovo del contratto nazionale tutte le Famiglie Cooperative trentine sono state inserite tra le “imprese minori”, con un aumento delle ore di lavoro settimanale e una minore maturazione dei permessi retribuiti rispetto ai colleghi e alle colleghe che operano in contesti nazionali.

In questi anni, inoltre, queste lavoratrici e lavoratori hanno responsabilmente accettato “un congelamento del contratto”, consci delle difficoltà in cui versavano le Famiglie Cooperative. “Dal 2014 al 2017 il contratto provinciale ha previsto, in un contesto di pesantissima crisi del settore consumo, il blocco di uno scatto di anzianità e una ulteriore riduzione dei permessi retribuiti che a tutt’oggi, per volere della delegazione datoriale, non hanno ancora ripreso la corretta maturazione”, ricordano i sindacalisti. Per questa ragione “è inaccettabile che la contrattazione provinciale sottoscritta dalla Federazione Trentina della Cooperazione non sia rispettata dalle Famiglie Cooperative e che la delegazione sindacale che le rappresenta, con le più disparate modalità, tergiversi e posticipi nel tempo il riconoscimento di quanto dovuto ai lavoratori del settore. Sono trascorsi 6 anni”.

Oggi le condizioni del mercato sono cambiate, la situazione resta complessa, ma molto migliorata rispetto ad una decina di anni fa. Basti guardare gli ultimi dati di bilancio. Lo stesso settore del commercio ha goduto di un rilancio importante con il Consorzio Sait che nel 2020 e nel 2021 ha visto incrementare il suo fatturato rispettivamente di oltre 23,50 milioni euro e oltre 19,50 milioni di euro.

Ad un andamento in risalita si somma anche il sostegno della Provincia di Trento che ha stanziato più di 3,2 milioni di euro a favore dell’insediamento e della permanenza di esercizi multiservizi in zone svantaggiate, un milione in più rispetto agli anni precedenti.

Nonostante ciò la Cooperazione non ha fatto nulla negli ultimi dieci anni per rilanciare le Famiglie Cooperative, oltre alla scelta di ridurre il costo del personale.

Tutte le richieste sindacali di investire sulle lavoratrici e sui lavoratori, non solo in termini di retribuzione, ma anche di formazione e riqualificazione sono cadute nel vuoto. Nessuna strategia per attrarre i giovani. Nulla sulla bilateralità.

I sindacati non hanno registrato nessun passo avanti nell’introduzione di forme di partecipazione per valorizzare il contributo delle lavoratrici e dei lavoratori nella gestione delle famiglie cooperative. Così come estremamente timidi sono stati i tentativi di sinergia e collaborazione tra Famiglie Cooperative confinanti.

“In questo quadro il rischio non è esclusivamente il non rinnovare contratti ma quello ben più tragico di un’affidabilità contrattuale che viene messa in discussione, di una fiducia tra le parti che via via viene meno. Gli accordi sottoscritti vanno rispettati, gli intenti tra le parti non vanno abbandonati nel dimenticatoio, l’interesse al settore deve essere costante non durare il tempo di un rinnovo”, concludono i tre sindacalisti.

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13 Mar
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BONUS NIDO

BONUS NIDO

L’INPS ha attivato la procedura per l’acquisizione delle domande di agevolazioni per la frequenza di asili nido pubblici e privati nonché per le forme di supporto presso la propria abitazione in favore di bambini con meno di tre anni affetti da gravi patologie croniche.

Il termine inderogabile entro il quale sarà possibile allegare in procedura le ricevute dei pagamenti delle rette non presentate all’atto della domanda sarà il 31 luglio 2024.

Per quanto concerne gli importi, il contributo varia da 1.500 a 3.000 euro ( su 11 rate per l’asilo nido; in unica soluzione per forme di supporto presso l’abitazione), in base all’indicatore della situazione economica equivalente del minore presente in domanda (ISEE minori) in corso di validità.

In assenza di ISEE verrà corrisposto l’importo nella misura minima , ma nel caso la situazione venga successivamente regolarizzata, INPS provvederà al conguaglio degli importi solo a fronte di risorse finanziarie residue e laddove sia stata attestata un DSU regolare entro il 30 giugno 2023.

Gli utenti possono già chiamare lo 0461376180 e/o 0461376111 e fissare un appuntamento.

Scarica il pdf: BONUS NIDO23

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